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Perché quella di Donald Trump (ed Elon Musk) è una vittoria perfetta: l’analisi

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Velasco25 Articolo

Donald Trump ritorna alla Casa Bianca per il suo secondo mandato non consecutivo dopo la sconfitta del 2020 contro Joe Biden. Il dato più impressionante, spiega a Fortune Italia Sergio Fabbrini, politologo e professore di Scienze politiche dell’Università Luiss, è il voto popolare (tra il vincitore e Kamala Harris c’è uno scarto di diversi milioni di voti), che rende quella di Trump una “vittoria perfetta” e delinea un futuro sempre più trumpiano. 

In questo futuro secondo Fabbrini il posto d’onore lo avrà il vicepresidente ‘ombra’ di Trump, Elon Musk: “Saranno la vera coppia” dei prossimi quattro anni. 

Chi conterrà Trump? 

“Il fatto che Trump abbia vinto il voto popolare è sicuramente del dato più significativo di queste elezioni”, dice Fabbrini, e sembra consentire agli Usa di “voltare pagina” dopo i veleni delle elezioni 2020. “Il timore che avevano gli esperti è si aprisse addirittura una fase di silenziosa guerra civile. Un’America instabile e divisa sarebbe stato un disastro”, dice il professore. 

Il grande punto interrogativo, per Fabbrini, è: cosa farà Trump di questa vittoria? “Non ha un programma in senso proprio, e quindi può essere riempito dalle decisioni più inaspettate”. Nello studio ovale “non ci saranno più gli ‘adulti nella stanza’, quei personaggi importanti, tra generali e alti funzionari, che nella precedente amministrazione hanno cercato di contenerlo. Chi sarà, dentro la presidenza Trump, a contenere le pulsioni dell’uomo, che sono notoriamente imprevedibili e autoritarie?”. La risposta non verrà, dice Fabbrini, dal vicepresidente. “Non credo che sarà il vicepresidente JD Vance – come l’ultima volta è stato il vicepresidente Mike Pence – ad esercitare questa funzione di controllo”. 

La vittoria perfetta e una nazione sempre più trumpiana  

Gli altri ingredienti di un futuro ancora più trumpiano di quello del quadriennio 2016-2020 ci sono tutti: soprattutto se “il congresso sarà a maggioranza repubblicana sia al Senato e, come sembra, persino alla Camera. Abbiamo davanti anni in cui la presidenza potrebbe davvero non incontrare grandi ostacoli. Inoltre ci sono due membri della Corte Suprema che hanno intenzione di ritirarsi, e quindi si prospettano due nomine da Trump. A quel punto anche la Corte Suprema sarà molto più ‘Maga’ che conservatrice, molto più legata all’uomo che al partito repubblicano”. 

E questo è un altro punto secondo Fabbrini fondamentale: quella del 5 novembre 2024, dice, è una vittoria del movimento Maga. “Di fatto è nato un nuovo partito, quello repubblicano non è più il partito che abbiamo conosciuto nell’ultimo secolo. Siamo davanti a un nuovo movimento che nasce all’interno di un vecchio partito, trasformando completamente la politica americana. Sarà interessante vedere anche quali saranno le implicazioni per il partito democratico”. 

Le conseguenze in Europa 

Infine ci sono le conseguenze per il resto del mondo, in particolare per l’Europa: “Qui le notizie non sono buone. Certamente con Trump l’Europa è in grande difficoltà, a partire dalla politica commerciale. Noi siamo un continente che esporta: con la politica dei dazi di Trump sarà per noi molto più difficile farlo, e se la Cina non potrà più esportare negli Stati Uniti ovviamente inonderà i mercati europei”. 

Inoltre, dice il professore, ci sono le conseguenze geopolitiche: innanzitutto la voglia di Trump di uscire dalla Nato. “Recentemente è stata approvata una legge che rende difficile il processo di uscita dalla Nato, non di meno questo è possibile con le nuove maggioranze che si stanno creando in congresso”. In ogni caso è lecito auspicare che  l’Europa dovrà pensare a come curare autonomamente la sua sicurezza. 

“Bisogna capire se in Europa c’è qualcuno che finalmente si assuma il compito di avere un’autonomia dagli Stati Uniti pur dentro un rapporto di alleanza. Per noi europei si apre una fase di revisione del nostro modello di sviluppo economico, non possiamo più basarci esclusivamente sulla domanda esterna”, secondo Fabbrini. 

Ma la vittoria di Trump avrà conseguenze anche per i nostri equilibri interni, dice il professore. “Certamente la vittoria di Trump rafforzerà le componenti più nazionaliste e indebolirà l’Unione Europea in quanto tale. Il nuovo protagonista della politica europea potrebbe essere Viktor Orban. La sfida più importante per l’Ue sarà cercare di non far retrocedere il processo di integrazione”, come vorrebbero leader come Orban, appunto. 

“La Germania oggi non è in grado di assolvere un ruolo di leadership, e neppure la Francia. Qual è il paese che potrà tenere insieme l’Europa in un rapporto contrattuale, negoziale con gli Stati Uniti? Trump non riconosce l’Unione Europea come aggregato e vuole negoziare con i singoli paesi: questa è una sfida fondamentale”. 

La Russia e il rapporto con Putin 

Quello che il nuovo presidente deciderà di fare con la Russia sarà altrettanto importante. Nel suo discorso di celebrazione, Trump ha detto di voler “risolvere subito la guerra, ma cosa vuol dire? Sappiamo che ha continuato a sentire Putin in questi ultimi due anni. La sua soluzione significa lasciare alla Russia tutto il territorio che ha già occupato senza contropartite, oppure trovare una soluzione per cui l’Ucraina riesce a mantenere una sua autonomia dalla Russia? Domande formidabili alle quali l’Europa arriva impreparata. Siamo in grado di sostituire gli Stati Uniti nel sostegno all’Ucraina? Non credo proprio”. 

La posizione di Giorgia Meloni 

Se l’Europa è a caccia di una leadership, questo potrebbe essere un vantaggio per l’Italia? “Sarà molto più facile per Giorgia Meloni essere ascoltata da Trump di quanto lo sia per Olaf Scholtz, che ha detto che Trump è una minaccia per la Germania. Potrebbe essere l’interlocutrice europea del presidente Usa”. Ma una vicinanza ideologica non corrisponde a un successo economico e politico: “Trump non vuole costruire una internazionale conservatrice, a lui interessa portare a casa dei risultati. Non avrebbe difficoltà ad andare avanti sulla sua strada senza rispettare gli interessi italiani o europei. Non vedo in Europa nessun interlocutore dell’America che possa rappresentare l’Europa nel suo complesso. Questo apre spazio per leader nazionali come Orban e come Meloni. Il loro successo potrebbe però significare una debolezza dell’Europa: sarà un periodo molto complicato”. 

Sergio Fabbrini, politologo e professore di Scienze politiche dell’Università Luiss Guido Carli.

Il paradosso dell’economia 

Altro componente della vittoria perfetta di Trump: la scadenza del mandato di Jerome Powell a capo della Fed. Il peso dell’inflazione sulle famiglie è stato un fattore importante per le elezioni americane, e forse quello economico è il vero paradosso di questa elezione, dice Fabbrini. “L’America non è mai stata così bene sul piano economico da moltissimo tempo: ha un tasso di disoccupazione che è considerato praticamente fisiologico, l’inflazione si sta abbassando, anche la dinamica economica non è mai stata così forte. Nonostante questo, la percezione che settori importanti della società americana hanno è quella di stare peggio rispetto ai tempi di Trump, mentre nel quadriennio trumpiano la situazione economica è stata di gran lunga peggiore di quella che lascia il quadriennio di Biden. Guardando i dati concreti, immagino che la Fed continuerà la sua politica. Sì, ci sarà la decisione da parte dell’amministrazione di chi potrà sostituire Powell, ma è difficile fare delle previsioni: Trump non è il portatore di una dottrina economica, ma di una visione nazionalista (che nel suo discorso ha cercato di ridimensionare) non senza conflitti di interesse, se pensiamo alle grandi corporation tech, di cui Elon Musk è un esempio”. 

Elon Musk, il vero vicepresidente 

Il ruolo del Ceo di Tesla è stato riconosciuto anche nel discorso di Trump, e secondo Fabbrini “avrà un ruolo veramente molto importante, dopo quello altrettanto fondamentale durante le elezioni. Mi pare di capire che Elon Musk sarà il vero vicepresidente. Il vicepresidente formale Vance sarà schiacciato tra Trump e Elon Musk: sarà la vera coppia di questo quadriennio”. 

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