Un singolo prompt su un chatbot intelligente può far consumare fino a 10 volte l’energia di una normale ricerca su Internet, e per i player del tech e dell’intelligenza artificiale avere nuovi data center con una provvista di energia ritenuta abbastanza affidabile è sempre più importante. Per questo tutti ora puntano sul nucleare. Da Google che scommette su nuovi mini reattori con un accordo con Kairos Power a Microsoft (accordo con Constellation per ripristinare la centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania), fino ad Amazon e Meta, che però a loro volta hanno incontrato i primi ostacoli sulla strada per rifornire l’AI con l’energia dell’atomo.
Lo stop sul progetto di Amazon Web Services (dalle autorità Usa) sembra essere stato abbastanza significativo da far soffrire in borsa, lunedì, i titoli delle aziende del nucleare coinvolte in progetti recenti: Constellation Energy, Vistra, Oklo Centrus Energy, NANO Nuclear Energy, NuScale Power e Talen Energy.
Data center e nucleare, lo stop a Meta a causa delle api
Quando l’argomento è l’intelligenza artificiale di solito le Api di cui si parla sono le Application programming interface, i protocolli che permettono lo scambio di informazioni tra software e che, ad esempio, permettono l’ampliamento delle funzioni di strumenti di AI generativa, come ChatGpt.
In questo caso però le api sono proprio api. Per la precisione, quelle di una specie molto rara che hanno causato l’interruzione dei piani di Meta per un data center dove elaborare enormi quantità di dati.
Il colosso guidato da Mark Zuckerberg stava concludendo un accordo con il gestore di una centrale nucleare per alimentare il nuovo data center ma secondo il Financial Times la presenza di una rara specie di api nel luogo di costruzione ha impedito la conclusione del progetto. A dichiararlo sarebbe stato lo stesso Zuckerberg, durante un incontro di Meta della scorsa settimana. L’azienda ha affermato recentemente che, per la capacità di calcolo necessaria ai suoi piani, avrebbe bisogno di più data center, e secondo quanto riportato dal Financial Times durante lo stesso incontro Zuck avrebbe detto ai suoi dipendenti che se il progetto non fosse stato interrotto, Meta sarebbe stata la prima grande azienda tecnologica a disporre di un’AI alimentata da energia nucleare.
Nucleare, lo stop ad Amazon Web Services
Oltre a Microsoft, Constellation avrebbe dovuto fornire energia anche a un altro competitor di Meta, Amazon, che però ha ricevuto uno stop dalla Federal Energy Regulatory Commission sul prelievo di energia aggiuntiva per uno dei suoi data center.
Amazon punta anche sui piccoli reattori nucleari modulari, come Google, ma in questo caso le autorità di regolamentazione statunitensi hanno rifiutato un accordo che avrebbe consentito ad Amazon Web Services (AWS), di acquistare energia per i suoi data center.
La Federal Energy Regulatory Commission lo scorso venerdì ha detto no alla possibilità di aumentare la potenza dell’energia che, secondo gli accordi tra Amazon e la società Talen energy, dovrebbe arrivare al data center Aws dall’impianto nucleare di Susquehanna in Pennsylvania. Le autorità sostengono che questo accordo (chiamato di ‘co-location’) potrebbe portare a un aumento delle bollette elettriche per i residenti e compromettere l’affidabilità della rete. Lo stop non è ‘assoluto’. La Cnbc ha riportato che Aws potrà utilizzare 300 megawatts di energia ma non, ed è qui che sono intervenute le autorità, 480 come richiesto.