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Labbra in 3D create in laboratorio

labbra
Adyen Articolo
Velasco25

Le usiamo per parlare, mangiare, bere, respirare. Ma anche per esprimere le nostre emozioni, segnalando perplessità, dubbio, rabbia o gioia. Le labbra hanno diverse funzioni, possono essere spia di problemi di salute, ma anche capaci di affascinare o, al contrario, respingere. Come accade quando ci si fa prendere la mano da un ‘ritocco’. Ma quanto sappiamo delle nostre labbra?

A che punto eravamo

Finora non erano disponibili modelli che utilizzassero cellule labiali, proprio a causa delle loro peculiarità rispetto alle cellule della pelle. Un team di ricercatori elvetici è ora riuscito nell’impresa di realizzare delle labbra in laboratorio grazie al primo modello cellulare in 3D al mondo.

Obiettivo, come si legge su Adnkronos Salute, fare passi avanti nello sviluppo di trattamenti per lesioni devastanti che possono colpire le labbra, o gravi malformazioni neonatali come il labbro leporino. Il lavoro, firmato da scienziati dell’università di Berna, è pubblicato su ‘Frontiers in Cell and Developmental Biology’.

Le difficoltà della ricerca

“Il tessuto delle labbra umane non è ottenibile regolarmente”, spiega uno degli autori dello studio, Martin Degen del Laboratorio di biologia molecolare orale dell’ateneo svizzero. “Senza queste cellule, è impossibile imitare le caratteristiche delle labbra in vitro”.

“Il labbro è una caratteristica molto evidente del nostro viso. Qualsiasi difetto in questo tessuto può essere altamente deturpante. Ma fino ad ora mancavano modelli di cellule labiali umane per lo sviluppo di trattamenti. Grazie alla collaborazione con la Clinica universitaria di chirurgia pediatrica dell’Ospedale universitario di Berna, siamo stati in grado di cambiare la situazione, utilizzando tessuto labiale che altrimenti sarebbe stato scartato“.

I donatori

Le cellule primarie donate direttamente da una persona sono ideali per questo tipo di ricerca, dicono gli autori, perché si ritiene mantengano caratteristiche simili al tessuto originale. Tuttavia, queste cellule non possono essere riprodotte all’infinito e sono spesso difficili e costose da acquisire.

E allora? Gli scienziati hanno selezionato cellule della pelle da tessuti donati da due pazienti, uno sottoposto a trattamento per una lacerazione del labbro e uno curato per un labbro leporino. Un vettore retrovirale ha consentito di disattivare un gene che interrompe il ciclo di vita di una cellula, migliorandone la longevità. Queste nuove linee cellulari sono state poi testate per assicurarsi che il codice genetico rimanesse stabile durante la replicazione e mantenesse le stesse caratteristiche delle cellule primarie. Senza alterazioni di tipo tumorale.

La prova

Per vedere se le cellule potessero agire come modelli accurati per la guarigione delle ferite, gli autori hanno ‘graffiato’ dei campioni di cellule e hanno visto che quelle trattate con fattori di crescita chiudevano la ferita più rapidamente mentre quelle non trattate ci riuscivano dopo 8 ore, risultati che corrispondevano a quelli osservati nelle cellule della pelle di altre parti del corpo.

L’infezione

Dopo questi test gli scienziati hanno sviluppato modelli 3D utilizzando le cellule e le hanno infettate con la Candida albicans. Le cellule si sono comportate come previsto: il patogeno ha rapidamente invaso il modello, così come avrebbe infettato il tessuto labiale reale. “Il nostro laboratorio” punta a “una migliore conoscenza dei percorsi genetici e cellulari coinvolti nel labbro leporino e nella palatoschisi, ma siamo convinti che i modelli 3D creati da cellule sane immortalizzate del labbro abbiano il potenziale per essere molto utili in altri campi della medicina“, ha concluso il ricercatore.

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