Kamala Harris non avrà grosse sorprese in fatto di stipendio se verrà eletta a novembre. Questo perché il compenso presidenziale è rimasto invariato da prima del XXI secolo: l’ultima modifica risale al 1999, sotto l’amministrazione Clinton.
Anche se non è uno shock, la potenziale elezione di Harris le comporterebbe un sostanzioso aumento di stipendio. Come vicepresidente degli Stati Uniti, Harris guadagna 235.100 dollari all’anno. Il presidente, invece, ne riceve 400.000. Ciò significa che potrebbe guadagnare quasi il doppio come presidente rispetto al suo vecchio incarico.
Secondo le stime di Forbes, il patrimonio di Harris (e del marito Doug Emhoff) vale circa 8 milioni di dollari. Ma la maggior parte di questa ricchezza non deriva dal suo decennale impegno in politica; piuttosto, proviene dalle sue proprietà immobiliari a Los Angeles, dai diritti d’autore sui libri e dal semplice fatto di avere beni in comune con Emhoff, che è un avvocato del settore dello spettacolo.
Anche se si viene pagati a peso d’oro, candidarsi non significa davvero fare incetta di soldi: quelli veri arrivano dopo l’amministrazione di un presidente. Il lusso si trova però anche in un beneficio ormai in declino per gli americani: la pensione. La stessa Harris ha due pensioni che le derivano dalla sua attività politica, per un valore di poco inferiore a 1 milione di dollari, secondo Forbes. Anche i presidenti hanno diritto a una pensione, che attualmente vale 246.424 dollari all’anno, il che farebbe aumentare le ricchezze della candidata democratica.
Dal 1789, lo stipendio presidenziale è stato adeguato cinque volte. All’inizio era stato fissato a 25.000 dollari, che secondo un calcolatore dell’inflazione, secondo gli standard moderni, varrebbe oggi circa 895.700 dollari. L’intento presunto di uno stipendio era quello di assicurarsi che i presidenti si tenessero alla larga dalla corruzione. “Arrivi, hai tutte queste ricche proprietà, ma se per qualche motivo imprevisto una tempesta spazza via tutti i tuoi raccolti e ora sei al verde e pieno di debiti, avresti almeno i soldi per vivere”, ha detto lo storico Douglas Brinkley al Wall Street Journal nel 2017 a proposito dell’impulso che ha portato a pagare il già ricco Washington.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com
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