Non è una classifica: gli esperti di Agenas lo dicono ogni anno, alla presentazione del Programma nazionale esiti 2024 (su dati 2023). Eppure dalla loro analisi emerge una selezione estremamente interessante. Se a livello generale la buona notizia è che gli ospedali della Penisola escono dalla fase critica che li aveva colpiti durante la fase acuta dell’emergenza Covid, a balzare agli occhi sono i risultati ottenuti da alcuni ospedali ‘eccellenti’.
Ebbene, per il terzo anno consecutivo l‘Humanitas di Milano si conferma al top, con livelli altissimi nelle 7 aree cliniche prese in esame dal report. Ci sono”poi due ospedali pubblici a pari merito, l’Azienda ospedaliera di Ancona e il Careggi di Firenze. L’Ao di Ancona era nei primi posti anche lo scorso anno, ma ha fatto un notevole balzo in avanti e in tutte le 7 aree ha risultati di eccellenza. La sorpresa è il Careggi”, azienda ospedaliero-universitaria “che ha fatto grandi investimenti. E si vedono”, come ha spiegato Domenico Mantoan, direttore generale Agenas, parlando con i giornalisti a margine della presentazione del report.
L’ultimo rapporto
L’edizione 2024 del Piano nazionale esiti, ricorda Adnkronos Salute, fa riferimento all’attività assistenziale effettuata nell’anno 2023 da 1.363 ospedali pubblici e privati, e a quella relativa al periodo 2015-2023 per la ricostruzione dei trend temporali.
Sono stati calcolati complessivamente 205 indicatori, di cui 180 relativi all’assistenza ospedaliera (70 di esito/processo, 88 di volume e 22 di ospedalizzazione) e 25 relativi all’assistenza territoriale, valutata indirettamente in termini di ospedalizzazione evitabile (14 indicatori), esiti a lungo termine (7) e accessi impropri in pronto soccorso (4).
Cosa è successo nel 2023
“Nel 2023 – si legge nel rapporto – il sistema ospedaliero ha fatto registrare un ulteriore aumento delle ospedalizzazioni, che tornano a essere quasi 8 milioni (312mila in più rispetto al 2022), in linea con i valori attesi sulla base del trend prepandemico, sia per i ricoveri urgenti sia per quelli programmati e diurni”.
Il programma è una bussola per analizzare appunto gli ‘esiti’ e valutare le performance, in base a 8 diverse aree cliniche, delle strutture sanitarie. Uno strumento dedicato ai livelli di governo e di gestione del Ssn e, soprattutto, ai professionisti. Capace di mettere in luce dove la sanità raggiunge livelli di qualità e dove invece ci sono margini, anche ampi, di miglioramento. L’idea è quella di innescare una sorta di competizione virtuosa, misurando appunto gli esiti di salute ottenuti dagli ospedali.
Il Programma nazionale esiti 2024 ha come strumento per le attività di audit il ‘treemap’ che “permette di restituire una rappresentazione grafica sintetica della qualità delle cure, attraverso gli indicatori relativi a 8 diverse aree cliniche”, precisa l’Agenas.
Tra alti e bassi
Ebbene, nel 2023 vengono valutate con il treemap il 70% delle strutture rispetto al 66% del 2022. Circa un terzo delle strutture è stato valutato solo per una o due aree cliniche. Le strutture non valutate con il treemap sono strutture con volumi complessivi molto bassi (in media circa 500 ricoveri). Delle 950 strutture valutate col treemap’, 356 lo sono state per almeno 6 aree cliniche e, di queste, solo 3 hanno una valutazione di qualità alta o molto alta per tutte le aree cliniche considerate e hanno tutti gli indicatori calcolati per le aree valutate.
“Nessuna struttura con almeno 6 aree valutate e tutti gli indicatori calcolati per quelle aree ha una valutazione di qualità bassa o molto bassa per tutte le aree cliniche considerate. Nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso”, dicono da Agenas.
Autonomia regionale ed efficienza
“L’autonomia regionale non è sinonimo di efficienza, quindi le Regioni e le Province autonome che pur hanno questo modello non sono necessariamente sinonimo di efficienza”, ha detto Domenico Mantoan, commentando con i giornalisti il Programma nazionale esiti 2024.
Mantoan ha rivendicato che “il sistema del Pne è unico al mondo e produce dei dati non contestabili, andiamo a vedere il comportamento dei professionisti e mettendo insieme i dati riusciamo a definire il comportamento delle singole aziende. Nel 2023 il sistema è ripartito dopo l’emergenza. Ci sono eccellenze al Nord, ma iniziano ad esserci anche al Sud e il divario si sta riducendo”.
La performance della Calabria
Se per anni la lista dei ‘primi della classe’ aveva sempre gli stessi nomi, ora qualcosa sta cambiando. “Per la prima volta la Calabria, che per anni è sta maglia nera dei Lea, non lo è più“, e ha fatto un “notevole il balzo in avanti con reparti con situazioni di buona sanità. Merito del commissario Occhiuto. Anche la Sicilia ha fatto un buon balzo in avanti, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro”, ha detto Mantoan.
Le parole di Schillaci
A fronte di questi dati “bisogna chiedersi: cosa ci dicono questi risultati? Innanzitutto che, a dispetto di quello che oggi spesso sentite ripetere da qualcuno, la qualità dell’assistenza ospedaliera nel 2023 migliora e che il nostro Servizio sanitario nazionale è ancora tra i migliori al mondo”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci.
“Ciò non vuol dire negare, per esempio, la persistente disomogeneità tra Nord e Sud, che è un fattore particolarmente critico. Penso al ricorso ancora troppo alto di parti cesarei nel Mezzogiorno, che si fa più importante nel privato accreditato. Ovviamente su questi gap dobbiamo continuare a lavorare, perché queste le fratture territoriali persistenti – ha concluso il ministro – sono contrarie al concetto di equità. Come ricordo ogni volta che posso, e come ieri ha ricordato il presidente della Repubblica in occasione dei Giorni della ricerca”.