Togliere il freno all’industria italiana del farmaco, ‘correggendo’ le criticità presenti in Manovra. Usano toni felpati ma parole molto chiare le imprese del settore rappresentate da Farmindustria ed Egualia, in una nota congiuta sulla Manovra che, a una prima lettura, presenta “elementi positivi e alcune criticità non risolte”, come si legge in una nota. Criticità che vanno risolte, “perché così non si accelera, anzi si frena la crescita dell’industria in Italia, che invece ha bisogno di essere competitiva in Europa e nel mondo”, si legge nelle ultime righe del documento. Ma andiamo per ordine.
Il payback
Se da un lato il testo dell’esecutivo “aumenta le risorse anche per i farmaci e antibiotici innovativi, dall’altro non riconosce il fisiologico trend di crescita della spesa farmaceutica in ospedale, che resta nettamente sottofinanziata. Con payback a carico delle imprese, pari a oltre due miliardi di euro nel 2024, che continuano a crescere e non sono più sostenibili”, sottolineano Farmindustria ed Egualia.
I costi delle materie prime
E ancora, “la Manovra non riconosce il valore degli investimenti e delle produzioni dell’industria farmaceutica nella Nazione, perché non tiene conto dell’aumento esponenziale dei costi di tutte le materie prime”.
Il settore aveva chiesto un segnale di riduzione degli oneri sulle imprese, per trovarsi invece nel testo della legge di bilancio “un aumento del margine a favore della distribuzione con la diminuzione di quelli dell’industria”. E questo appare come un tasto particolarmente dolente (e incomprensibile) per gli industriali del farmaco.
L’attenzione per il comparto
“Riconosciamo al Governo attenzione allo straordinario valore strategico delle imprese farmaceutiche in termini di ricerca, occupazione di qualità, export, come dimostra tra l’altro il saldo estero positivo di oltre 10 miliardi di euro. Auspichiamo quindi”, concludono Farmindustria ed Egualia, “che i ministeri competenti confermino questa attenzione intervenendo perché nell’iter parlamentare le misure penalizzanti siano corrette e le criticità superate“.
Le parole di Collatina
Dopo qualche ora interviene di persona Stefano Collatina, presidente di Egualia: “Siamo profondamente sconcertati. A nulla servono gli allarmi ripetuti sull’urgenza di misure che garantiscano sostenibilità al comparto farmaceutico e creino le premesse per contrastare l’inevitabile fenomeno delle carenze. La manovra va in un’altra direzione. Lo abbiamo spiegato stamattina nel corso di un incontro con il Sottosegretario Gemmato: questa è una riduzione dei prezzi ex factory dei nostri farmaci dopo che da 3 anni stiamo sperimentando crescenti difficoltà a sostenere industrialmente tutti i farmaci critici per le terapie croniche. Se noi non saremo nelle condizioni di tenere in commercio i farmaci, a rimetterci alla fine saranno i cittadini”, ha detto dopo l’incontro al ministero della Salute.
Nel mirino la riduzione dei prezzi ex factory dei farmaci rivedendo al ribasso le quote di spettanza sul prezzo al pubblico delle aziende produttrici per i farmaci di classe A. “Meno di una settimana fa, alla presentazione del Rapporto annuale di Nomisma sul settore degli equivalenti, le istituzioni hanno riconosciuto l’urgenza di intervenire ed ora ci ritroviamo a parlare di una riduzione del prezzo ex factory. Nessuno mette in dubbio le legittime istanze della distribuzione – prosegue il presidente di Egualia – ma non possiamo accettare che tale sostegno arrivi a discapito delle nostre imprese, quelle stesse che continuano a garantire risparmi costanti all’Ssn e sono rimaste spesso le uniche fornitrici di farmaci essenziali per le terapie croniche”. Di questo passo, conclude, “i distributori si troveranno ad avere sempre meno farmaci da distribuire. Speriamo che la politica riesca a comprenderlo e inverta la rotta”.