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Il futuro è realtà all’Università Campus Bio-Medico con il Simulation center

Simulation center Campus Bio-Medico
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Velasco25 Articolo

Se catturare l’attenzione dei giovani oggi è un’impresa, riuscire a coinvolgere contemporanemente vista, udito, tatto e olfatto degli studenti attraverso tecnologie avanzate e intelligenti può essere la chiave per un apprendimento moderno e dinamico. Che, oltretutto, consenta anche alle imprese di passare dalla fase di ricerca in laboratorio all’implementazione pratica.

Il tutto grazie a oltre 400 metri quadri dotati di proiezioni interattive, audio 3D come al cinema, ma anche odori e profumi, illuminazione dinamica e tecnologie per il monitoraggio dell’apprendimento. In più tanta robotica, esoscheletri per la riabilitazione e piattaforme per tramutare il gioco in allenamento. Siamo a Roma, all’Università Campus Bio-Medico, e “il futuro è qui”, come si legge sui maxi-schermi che hanno collegato l’Aula magna con il nuovissimo Simulation center, un centro di simulazione e sperimentazione per le imprese, la ricerca e la didattica inaugurato in occasione del nuovo anno accademico alla presenza del ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso e del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. 

Una delle sale del Simulation Center

L’Italia che sa pensare il futuro

Una novità “importante per l’impulso che” questo centro “può dare alla didattica e alla migliore formazione degli operatori del futuro, ma anche per il rapporto continuativo con le piccole e medie imprese, le startup e coloro che sviluppano innovazione e tecnologia. È un centro che guarda al futuro – ha detto Urso – e per questo il nostro ministero è in campo, con tutti gli strumenti di supporto alle tecnologie abilitanti”.

Un gioiello del Lazio che merita di essere conosciuto?  “Assolutamente sì”. E non resterà solo. “Abbiamo deciso nel recente vertice del G7 dell’Industria – ha aggiunto il ministro – di istituire a Roma, nel 2025, l’hub per lo sviluppo dell’AI nel Sud del mondo. Il fatto che venga istituito qui, pone la nostra città e il nostro Paese al centro della grande sfida: trasferire l’intelligenza artificiale a chi ne ha più bisogno, in questo caso il Continente africano”.

Dunque robot e tecnologie del Simulation center sono per Urso “un esempio di come l’Italia sappia davvero preparare il futuro. Molto di quello che ho visto nelle aule è realizzato dalle imprese italiane e testimonia come il nostro Paese sappia affrontare da protagonista questa sfida”. Il ministro ricorda poi come nei primi nove mesi di quest’anno “abbiamo registrato circa 9 mld di investimenti sulla microelettronica: chip, semiconduttori. E in questo campo non c’è Nord e Sud: 5 mld e 100 milioni li abbiamo segnati a Catania e 3,2 mld a Novara. Il futuro – scandisce Urso – appartiene a tutto il Paese. Stiamo per presentare in Cdm il collegato alla Manovra sulle tecnologie abilitanti, che dedicheremo in modo specifico allo sviluppo della meccanica quantistica, e troverete che si sta sviluppando al meglio al Cineca di Bologna e nelle università di Napoli. Perchè noi sappiamo pensare il futuro, forse più di altri”. Tessendo un dialogo fra le eccellenze del Paese.

Tecnologie al servizio dell’uomo

Questo centro “è incredibile: ho avuto modo di visitarne altri all’estero e questo è straordinario per la formazione degli studenti. Inoltre farà crescere ancora più la qualità del Campus”, ha testimoniato Francesco Rocca, sottolineando la vicinanza della Regione Lazio a una struttura “che dà qualità, eccellenza e sa prendersi cura dei pazienti come degli studenti”. Una realtà che alla ricerca accademica unisce la capacità di attrarre imprese. “Questo è fondamentale per la crescita della nostra Regione, con una ricchezza in più: mettere le tecnlogie al servizio dell’uomo, un valore aggiunto che apprezzo molto”. Nel corso della visita, in una sala è stato simulato uno scenario di emergenza estremamente realistico. “Un luogo privilegiato per chi ne potrà beneficiare”, nel prepararsi ad affrontare “grandi emergenze” con l’aiuto di tecnologie avveniristiche, ha detto il presidente. “Un valore aggiunto”.

Sfide per giovani talenti

“Questo è un momento importante per riflettere sul nostro futuro e su come possiamo costruirlo insieme, lavorando in sinergia tra il mondo accademico e quello delle imprese. Oggi, più che mai, la collaborazione tra questi due mondi è cruciale per affrontare le sfide del futuro, sviluppare soluzioni innovative e, soprattutto, per attrarre e coltivare giovani talenti promettenti, come quelli che si formano in questa università”, ha osservato Lucia Aleotti, vice presidente Confindustria con delega al Centro Studi.

“Viviamo in un’epoca di accelerazione tecnologica senza precedenti. Sulla base dell’annuale indagine Confindustria sul lavoro, nella prima metà del 2024 oltre due terzi delle imprese italiane con ricerche di personale in corso (il 69,8%) riscontrava difficoltà di reperimento”. E le difficoltà dichiarate dalle imprese “sono cresciute molto nel tempo: riguardavano nel 2019 il 26% delle assunzioni previste (1,2 milioni), mentre nel 2022 la quota aveva raggiunto il 42% e nel 2023 aveva superato il 45%  (quasi 2,5 milioni in valore assoluto). Un problema di disallineamento tra domanda e offerta di lavoro” che però “non rappresenta soltanto un ostacolo per le aziende, ma anche un’opportunità straordinaria per università come il Campus Bio-Medico, che possono preparare professionisti in grado di colmare questo vuoto, fornendo competenze essenziali e innovazione”. Solo così “saremo in grado di affrontare le sfide del futuro. Il Campus Bio-Medico ha già dimostrato di essere un luogo capace di formare talenti straordinari e di creare un ambiente stimolante per l’innovazione. Il nostro compito è assicurarci che continui ad esserlo”, ha concluso Aleotti.

Un’opportunità di crescita

Quello inaugurato oggi “è un luogo di apprendimento, innovazione ma anche supporto all’innovazione. A me ha fatto un’impressione incredibile, perchè ho visto nascere questa università e ho insegnato qui, quindi è stato molto bello vedere la crescita dell’ateneo. Penso che  il Simulation center rappresenti un’opportunità di crescita completa, cui potranno accedere strutture di ricerca, spinoff, startup che vorrano mettere alla prova le proprie tecnologie”, ha evidenziato a Fortune Italia Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr. Oltretutto in una regione, il Lazio, che è “un hub per le tecnologie e l’innovazione in campo biomedico, con molte imprese particolarmente attive”.

Sognare in grande

Al Campus non hanno dubbi: “Il Simulation center farà crescere i nostri studenti nella passione per lo studio e nel desiderio di fare qualcosa di grande nella vita, in coerenza con i valori che ispirano il nostro Ateneo da sempre”, ha rivendicato il presidente dell’Università Campus Bio-Medico, Carlo Tosti, ricordando le parole di San Josemaria Escrivà: “Sognate e la realtà supererà i vostri sogni” .Con questo progetto “si realizza un grande sogno basato sull’innovazione tecnologica a servizio della formazione globale della persona. Abbiamo un’opportunità in più per portare nella società del futuro professionisti all’avanguardia, capaci e appassionati del loro lavoro”.

Il nuovo centro è “un fondamentale strumento che oggi deve avere una moderna università per una didattica sempre più esperienziale, innovativa e research-based, anche per la formazione professionale post-laurea più avanzata”, ha notato il rettore Eugenio Guglielmelli. Un luogo “in grado di attrarre sempre più grandi aziende, Pmi innovative, centri di ricerca, incubatori e startup. Ma un luogo importante anche per la formazione di docenti moderni, che hanno reagito con grande coinvolgimento”.

Un volano di sviluppo

Insomma, l’UCBM punta a contribuire a “costruire il futuro – ha rivendicato Andrea Rossi, Amministratore delegato e direttore generale dell’ateneo – Lo consideriamo un volano di sviluppo per l’Ateneo, per le imprese e di conseguenza per tutto il Paese. La sala immersiva, unica in tutta Europa, è il fiore all’occhiello di un progetto destinato negli anni a trasformare il nostro ateneo in una vera piazza della ricerca e del trasferimento tecnologico. Una tappa di un percorso pensato da anni, un centro di didattica ma anche di competenze interdisciplinari dove medici, ingegneri, nutrizionisti anche internazionali potranno confrontarsi. Per noi questo è un volano di sviluppo e di crescita”. Rossi non entra nei dettagli quando gli chiediamo delle prossime tappe: “Stiamo pensando a investimenti da fare ma con calma, senza correre, perchè chi corre troppo non guarda avanti. Noi vogliamo fare un passo alla volta guardando avanti, per il bene dei nostri giovani”.

Un momento della cerimonia
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