Donald Trump promette di riportare il sogno americano ai fasti di un tempo, se vincerà le elezioni del mese prossimo. L’unico problema è che nessuno è d’accordo su cosa rappresenti oggi il sogno americano e una maggioranza crescente di persene ritiene che sia completamente fuori portata. Secondo gli esperti, la società è sempre più scettica sulla possibilità di raggiungere i grandi obiettivi identificati dalle generazioni precedenti. C’è però chi sostiene di aver raggiunto il sogno americano e crede che sia possibile anche per gli altri.
Cresce il pessimismo
Negli ultimi otto anni, Gonzalo Schwartz ha dedicato il suo lavoro alla ricerca sul sogno americano presso l’Archbridge Institute di Washington. Schwartz ha affermato che, in una certa misura, le narrazioni sulla scomparsa del sogno americano hanno fatto sì che questo diventasse una “profezia che si autoavvera”.
Ad esempio, il Ceo di JPMorgan Jamie Dimon ha avvertito che il faro della speranza che un tempo ispirava la forza lavoro americana si sta spegnendo. Secondo Schwartz, mentre l’inflazione sta rallentando negli Stati Uniti, i salari non hanno tenuto il passo, il che significa che i consumatori sentono di stare peggio mese dopo mese.
Inoltre, Schwartz ha sottolineato che, con il mercato immobiliare diventato completamente inaccessibile per molti, il sogno americano consiste ormai nell’affittare. Anche questo, ha aggiunto, sta diventando sempre più difficile a causa dell’inflazione degli affitti.
E se il sogno americano morisse?
Sarebbe davvero così grave se gli americani lasciassero andare il sogno su cui è stato costruito il Paese? Ebbene, sì. Il problema, spiega la professoressa Henrietta Moore, è che le economie sono fondamentalmente costruite sull’impegno.Il sogno americano – o più genericamente l’idea che gli individui possano prosperare se partecipano all’economia – unisce la forza lavoro. Questa disillusione va a discapito della produttività e del sostegno ai lavoratori inattivi.
Ridefinire il sogno americano
Sebbene una libera interpretazione del sogno americano sia che chiunque può avere successo se gli viene data l’opportunità di farlo, alla frase sono associati anche parametri più tradizionali: la proprietà di una casa, l’indipendenza finanziaria, la gestione di un’attività in proprio, per esempio.
Qualunque sia l’interpretazione che i consumatori danno del sogno americano, Pew Research ha scoperto che alcuni, più di altri, credono nella sua esistenza. Nel suo sondaggio su oltre 8mila persone, Pew ha rilevato che gli intervistati più anziani, ricchi e bianchi sono i più propensi a credere che il sogno americano esista ancora. Il 68% degli intervistati di 65 anni e più pensano che il sogno sia ancora possibile.
Questa fiducia si riduce con l’abbassamento dell’età degli intervistati. Tra i più giovani, quelli di età compresa tra i 18 e i 29 anni, solo il 39% ritiene che il sogno sia ancora possibile, mentre gli altri dicono che è definitivamente fuori portata. È quindi forse giunto il momento di cambiare i parametri, come hanno suggerito a 500 boomers e millennial i ricercatori Kristin Scott, Juan Meng e Ann Kuzma.
Il trio di ricercatori della Minnesota State University Mankato ha scoperto che entrambe le generazioni attribuiscono il sogno americano a una serie di obiettivi simili: una casa, una famiglia, un’auto e delle opportunità. Si differenziano, tuttavia, per il fatto che i boomer sono più propensi a credere che il sogno sia ancora attuale e importante, mentre alcuni millennial aggiungono fattori come la sostenibilità e la protezione dell’ambiente.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com