Una scoperta che “sta avendo riflessi enormi sulla medicina, dalla lotta ai tumori alla risposta ai farmaci: il lavoro di Victor Ambros (a sinistra nella foto) e Gary Ruvkun è stato quello di due pionieri”. Parola del genetista Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata, che commenta con Fortune Italia lo “straordinario Premio Nobel per la Medicina 2024”, andato a Victor Ambros e Gary Ruvkun per la scoperta del microRna e del suo ruolo nella regolazione genica post-trascrizionale.
“Un principio fondamentale, che governa il modo in cui viene regolata l’attività genica”, sottolineano dall’Assemblea del Nobel. “Questa scoperta, che ha fatto luce sul dark genome, il genoma oscuro, sta rivoluzionando la medicina: i miRna sono gli interruttori principali dei geni, quelli che fanno davvero la differenza”, aggiunge Novelli, autore di numerose ricerche in questo campo. Ma quanto vale il Nobel per la Medicina?
Un premio per due
Istituito dal chimico, inventore e imprenditore svedese Alfred Nobel e assegnato la prima volta nel 1901, questo Premio è un coronamento di carriera per ricercatori, studiosi, scrittori, e vale quest’anno 11 milioni di corone svedesi, al cambio odierno oltre 967mila euro, come ricorda Adnkronos Salute. Quello per la Medicina sarà diviso tra i due scienziati americani.
Chi sono i vincitori
Victor Ambros è nato nel 1953 ad Hanover, nel New Hampshire. Dopo il dottorato di ricerca al Mit (Massachusetts Institute of Technology) nel 1979, dove ha svolto anche ricerche post-dottorato dal 1979 al 1985, è diventato ricercatore principale all’università di Harvard. È stato professore alla Dartmouth Medical School dal 1992 al 2007 ed è docente di Scienze naturali all’University of Massachusetts Medical School.
Gary Ruvkun è nato a Berkeley, in California, nel 1952. Ha conseguito il dottorato di ricerca ad Harvard nel 1982. Dal 1982 al 1985 è stato borsista post-dottorato al Mit. È diventato ricercatore principale al Massachusetts General Hospital e all’Harvard Medical School nel 1985, dove ora è professore di genetica. Al telefono con Adam Smith, Chief Scientific Officer di Nobel Media, Ruvkun ha raccontato di aver avuto qualche dubbio ricevendo la telefonata con cui gli è stato comunicato di aver vinto il premio più ambito per il mondo della scienza: “Ho sentito quella che sembrava una chiamata autentica dal Comitato dei Nobel. C’è sempre la possibilità che sia uno dei miei amici“, ha detto ridendo. Forse in passato davvero qualcuno gli ha giocato uno scherzo simile. “Meglio non dirlo, ma la chiamata da Stoccolma è mitica nel mondo della scienza e sono sicuro che sia così anche nella letteratura. Forse anche i vincitori del premio per la Pace si fanno scherzi a vicenda, anche se ne dubito”. In ogni caso la prima emozione è stata “la sorpresa”. Poi il vincitore ha pensato: “Ragazzo, sarà un viaggio divertente”.
Cosa sono i miRna
I miRna sono piccole molecole che – come è stato detto a Stoccolma, al momento dell’annuncio che ha tenuto il mondo della scienza col fiato sospeso – hanno aperto un nuovo campo nella regolazione dei geni. Le informazioni immagazzinate nei nostri cromosomi possono essere paragonate a un manuale di istruzioni per tutte le cellule del nostro corpo.
Ogni cellula contiene gli stessi cromosomi, quindi possiede esattamente lo stesso set di geni e di istruzioni. Tuttavia, diversi tipi di cellule – da quelle muscolari a quelle nervose, solo per citarne alcune – hanno caratteristiche peculiari. Come nascono queste differenze? La risposta sta appunto nella regolazione genica, che consente a ciascuna cellula di selezionare solo le istruzioni rilevanti. Ciò garantisce che soltanto il set corretto di geni sia attivo in ciascun tipo di cellula.
Victor Ambros e Gary Ruvkun puntavano a capire come si sviluppassero i diversi tipi di cellule. Nel corso dei loro studi, gli scienziati hanno scoperto i microRna, una nuova classe di minuscole molecole di Rna che svolgono un ruolo cruciale nella regolazione genica. La loro scoperta rivoluzionaria ha rivelato un principio completamente nuovo di regolazione genica, “essenziale per gli organismi multicellulari, tra cui gli esseri umani”, sottolineano dall’Assemblea dei Nobel.
Il verme dei Nobel
Non stupirà gli appassionati scoprire che, ancora una volta, questa ricerca vede protagonista un organismo celeberrimo e piccolissimo, noto negli anni anche come ‘verme dei Nobel’: il C. elegans.
Facciamo un passo indietro: alla fine degli anni ’80, Victor Ambros e Gary Ruvkun erano borsisti post-dottorato nel laboratorio di Robert Horvitz – vincitore del Nobel nel 2002 – insieme a Sydney Brenner e John Sulston. Qui hanno studiato il verme cilindrico, lungo 1 mm: nonostante le dimensioni, questo nematode possiede molti tipi di cellule specializzate presenti anche in animali più grandi e complessi, il che lo rende un modello utile per studiare come i tessuti si sviluppano e maturano negli organismi multicellulari.
Proprio grazie allo studio su ceppi mutanti di C. elegans, i due scienziati hanno messo in luce esistenza e ruolo del miRna. Uno studio partito “inizialmente nell’umile verme Caenorabditis elegans, ma poi” ampliato a “varie specie viventi compreso l’uomo. I miRna sono coinvolti in pressoché ogni aspetto della fisiologia della cellula e in moltissime patologie. Per questo motivo sono considerati sia un potenziale farmaco che un potenziale target di interventi terapeutici”, commenta Fabrizio D’Adda di Fagagna dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia. Ora è noto che il genoma umano codifica per oltre mille microRna.
Le prospettive della ricerca
“I microRna sono piccole molecole responsabili della regolazione genica e la loro scoperta ha rivoluzionato l’approccio a questa ricerca. Abbiamo diversi studi che confermano la loro importanza. Da un punto di vista pratico – dice a Fortune Italia l’oncologo Paolo Ascierto presidente Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli – possono essere utilizzati come farmaci, oppure bbiomarcatori di resistenza ai trattamenti”. In uno studio condotto insieme al team Gennaro Ciliberto dell’Irccs Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE), il gruppo di Ascierto ha dimostrato che specifici microRna circolanti potrebbero essere utilizzati come biomarcatori per valutare la risposta dei pazienti con melanoma alla terapia antitumorale.
“Questa scoperta ha messo in luce gli ‘interruttori’ dei geni e consente di distinguere le cellule malate da quelle sane e correggerne i difetti – conclude Novelli – Noi stessi abbiamo scoperto che possono rivelare anche diverse reazione rispetto ai farmaci. Questo studio ha cambiato tutto, e i riflessi per la medicina sono davvero enormi. È davvero un Nobel bellissimo”.
FOTO: Nobel Assembly at the Karolinska Institutet