Il tempo stringe e le imprese dei dispositivi medici sono sempre più preoccupate. Tanto da riunirsi, prendere carta e penna, e lanciare un appello al Governo. La richiesta è semplice: convocare un tavolo tecnico per cancellare il payback sui dispositivi medici nella legge di bilancio.
Payback dispositivi medici: la Consulta gela le imprese, i rischi
A firmare la missiva sono Aforp; Confapi salute, università, ricerca; Confindustria Dispositivi Medici; Coordinamento Filiera; Fifo e Pmi Sanità.
Ricordiamo che la questione Payback minaccia il futuro di 4.641 aziende produttrici di dispositivi medici, un settore che in Italia dà lavoro a oltre 117.600 dipendenti, con un mercato da 18,3 mld di euro.
Una vicenda che è precipitata nel luglio scorso quando, con due sentenze (n. 139 e n. 140), la Corte costituzionale si è pronunciata sul payback per i dispositivi medici, dichiarando non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 9-ter del decreto legge n. 78 del 2015, quanto al periodo 2015-2018. E gelando così le aziende produttrici.
Nella lettera congiunta inviata oggi al ministro della salute, Orazio Schillaci, a quello delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti e al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, le sei associazioni riaffermano la volontà di lavorare insieme e con il Governo per la sostenibilità del sistema sanitario pubblico, identificando un progetto di governance “necessario e improcrastinabile”, nel quale venga ricompreso anche il tema dello 0,75%.
Qualità dei dispositivi e posti di lavoro a rischio
Se non si cancella il payback, si legge nella lettera, si “continuerà inesorabilmente a creare disavanzi sempre più insostenibili per le Regioni, e a gettare le imprese del settore in una condizione di incertezza totale e costante, tale da causare la chiusura di molte imprese e il reale rischio che al Ssn, ovvero alle singole Regioni, arrivino prodotti obsoleti e di scarsa qualità”.
“Ricordiamo che la filiera industriale dei dispositivi medici è un comparto strategico, ovvero un patrimonio di grande valore in termini di occupazione, creazione di Pil investimenti in ricerca, innovazione tecnologica, supporto professionale per la migliore gestione delle prestazioni, formazione degli operatori sanitari, che oggi è fortemente a rischio di sopravvivenza”, ricordano i firmatari.