OpenAI perde pezzi. OpenAI è in perdita. E nonostante tutto, nei prossimi anni prevede incassi stellari, addirittura da 100 mld di dollari tra 5 anni. Tutto grazie a ChatGpt che già da quest’anno potrebbe veder aumentare i prezzi della sua versione a pagamento.
Il momento complesso di OpenAI è testimoniato dai documenti visionati dal New York Times (che sarebbero stati redatti per alcuni potenziali investitori) che testimoniano come nonostante quest’anno la startup di intelligenza artificiale perderà addirittura 5 mld di dollari, i ricavi dei prossimi 5 anni cresceranno a dismisura. Tutto grazie all’aumento delle tariffe del suo prodotto di punta.
Secondo queste previsioni i numeri crescerebbero talmente tanto da permettere ad OpenAI di entrare nel club delle aziende più grandi del mondo a livello di fatturato, tallonando giganti italiani come Enel ed Eni.
Per ora OpenAI ha rifiutato di commentare i numeri diffusi dal New York Times, che sono molti da tenere a mente. Ecco un riassunto.
Le perdite di OpenAI
- L’azienda prevede un fatturato di 3,7 miliardi di dollari nel 2024, con 2,7 miliardi di dollari che arrivano grazie a ChatGpt.
- La perdita di 5 mld di dollari non include la compensazione basata su azioni, ha riferito il Times, secondo cui ChatGPT costa all’azienda 700.000 dollari al giorno. A pesare sul bilancio è la potenza di calcolo acquistata da Microsoft (il principale investitore di OpenAI), i cui servizi cloud ospitano i prodotti di OpenAI.
- Ad agosto i ricavi mensili hanno raggiunto i 300 milioni di dollari con un aumento del 1.700% dall’inizio del 2023.
Le previsioni
La previsione è che i ricavi triplicheranno l’anno prossimo a 11,6 mld di dollari.
I ricavi arriverebbero a 100 mld di dollari entro il 2029. Più o meno gli stessi numeri attuali di giganti come Enel o Eni: guardando la Global 500 di quest’anno, cifre simili permetterebbero a OpenAI di tallonare le 100 aziende più ricche del mondo.
Il prezzo di ChatGpt
Secondo il Times gli utenti che pagano ChatGpt vedranno aumentare di due dollari il prezzo del loro abbonamento (a 22 dollari al mese) entro la fine dell’anno. Poi raddoppieranno a 44 dollari entro i prossimi cinque anni.
Il prossimo round
La startup sta cercando di raccogliere 7 miliardi di dollari con una conseguente valutazione da 150 miliardi di dollari. Si è parlato di investitori come Microsoft e Nvidia, mentre Apple sarebbe fuori dal round diversamente da quanto ipotizzato inizialmente. Tra gli investitori ci sarebbero Thrive Capital, Tiger Global Management e la società MGX, sostenuta dagli Emirati Arabi Uniti. Tra i possibili cambiamenti a breve termine c’è quanto riportato da Bloomberg: OpenAI potrebbe dare ad Altman una quota azionaria del 7% nell’azienda, con un controvalore miliardario per il Ceo. Il presidente di OpenAI Bret Taylor ha smentito che siano state ipotizzate cifre specifiche, secondo quanto scritto da Fortune.com.
La grande trasformazione
Il futuro, potenzialmente ricchissimo, di OpenAI, potrebbe passare da una nuova struttura ‘profit’. La parte dell’attività a scopo di lucro non sarebbe subordinata al board della fondazione non profit, di cui il Ceo Sam Altman – brevemente uscito fuori dall’azienda un anno fa – non fa parte. Un cambiamento così radicale da essere naturalmente associato alle uscite delle ultime settimane, nonostante Altman abbia smentito una correlazione. Altman ne ha parlato dal palco dell’Italian Tech Week e nelle stesse ore in cui veniva annunciata una nuova collaborazione ChatGpt-Gedi. Su quest’ultima il Garante privacy italiano ha già avvisato di “seguire con attenzione” l’iniziativa che prevede che i contenuti delle testate del Gruppo siano resi disponibili in maniera diretta agli utenti di ChatGpt.
OpenAI, il team iniziale non esiste più
La Chief Technology Officer (e brevemente Ceo lo scorso anno) Mira Murati se ne è andata insieme al responsabile della ricerca Bob McGrew e a un vicepresidente al lavoro su ChatGpt, Barret Zoph. Prima di loro aveva lasciato il cofondatore John Schulman (per andare dal concorrente Anthropic fondato da un altro ex di OpenAI, Dario Amodei). Prima ancora l’abbandono più significativo è stato quello del cofondatore e membro del consiglio di amministrazione Ilya Sutskever. Lo scorso anno – dopo la temporanea estromissione di Altman, aveva lasciato il presidente Greg Brockman.
Nella foto in evidenza Sam Altman Ceo di Open AI sul palco dell’Itw di Torino dove ha dialogato con John Elkann presidente Stellantis e Ferrari – 26 settembre 2024 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO