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Educare i giovani alla consapevolezza

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Velasco25 Articolo

La consapevolezza, a differenza della competenza, non ha un rapporto immediato con l’azione; anzi privilegia l’indugio, l’esitazione e l’astensione, la capacità di fermarsi, distaccarsi, riflettere e interpretare. Essere “insegnanti consapevoli” significa ad esempio riuscire a contemplare i numerosi intrecci tra le biografie dei docenti e quelle dei discenti, tra le esigenze locali e quelle globali, tra la dimensione nazionale e quella mondiale, tra saperi disciplinari tradizionali e nuove modalità conoscitive legate allo sviluppo delle tecnologie della conoscenza. Ma che cos’è l’educazione alla consapevolezza in pratica?  L’educazione alla consapevolezza è esattamente ciò che sembra: l’inclusione mirata dei principi della mindfulness nell’educazione.

È un approccio profondo che insegna a essere pienamente presenti nel momento, ad accettare le proprie emozioni senza giudizio e a coltivare una consapevolezza attiva dei propri pensieri e azioni. In ambito didattico ed educativo ad esempio l’educazione alla consapevolezza aiuta gli studenti ad acquisire: consapevolezza di sé, empatia, maggior dimestichezza con la comunicazione, tecniche per calmare e focalizzare la mente su specifici traguardi.

Nell’epoca dominata dalla tecnologia e dalla stimolazione costante, i giovani sono costantemente bombardati da notifiche, messaggi e distrazioni digitali. Questo costante flusso di informazioni può soffocare la capacità di concentrarsi, riflettere e connettersi con il loro mondo interiore. Le tecnologie digitali, sebbene abbiano il potenziale di arricchire le nostre vite, spesso diventano una fonte inesauribile di interruzioni e sovraccarico cognitivo.  I social media, in particolare, ci invitano a immergerci in un universo di superficialità e confronto costante, minando la nostra autostima e distorcendo la nostra percezione della realtà. Il risultato di questo costante bombardamento sensoriale è evidente: un’epidemia di ansiadepressione e disattenzione che affligge sempre più giovani in tutto il mondo. Uno studio ha dimostrato che un livello elevato di ansia riguardo alla propria capacità di risolvere problemi di matematica, riduce la memoria di lavoro, la quale si basa sui processi cerebrali che servono per immagazzinare temporaneamente ed elaborare le informazioni in entrata. Tuttavia ansia e stress danneggiano la memoria di lavoro anche nelle persone maggiormente qualificate, riducendo il livello delle loro performance.

Ulteriori ricerche mostrano un aumento significativo dei disturbi legati all’attenzione e all’umore tra i giovanissimi, con conseguenze devastanti per il loro benessere emotivo e il loro futuro successo accademico. Ed è qui che entra in gioco l’educazione alla consapevolezza, offrendo una via d’uscita dall’abisso della disattenzione e supportando l’equilibrio mentale dei giovanissimi con maggior serenità.

La Consapevolezza di Sé, definita anche Awareness, indica la capacità di riconoscere e monitorare pensieri e riflessioni personali, concentrandosi sugli obiettivi principali. Da questa definizione, possiamo comprendere quanto questa abilità sia fondamentale per lo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva, che, come è noto, è uno dei più accreditati e potenti agenti di cambiamento per la crescita personale e professionale.

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