Nel contesto globale attuale, la trasformazione digitale non è più una tendenza, ma una necessità sia per le aziende che vogliono rimanere competitive sia per le amministrazioni pubbliche che intendono offrire moderni e agili servizi ai cittadini. Siamo di fronte ad un percorso avviato da oltre vent’anni e che ha subito una prima grande accelerazione con la pandemia, rendendo evidente che l’adozione delle tecnologie digitali è un fattore chiave per la resilienza delle organizzazioni. Negli ultimi due anni abbiamo poi osservato l’ascesa imponente, e per certi versi quasi inaspettata, della Generative AI, con ChatGPT che in pochi mesi ha bruciato ogni record precedente di velocità di adozione da parte degli utenti. Nel 2024, Nvidia si impone come società a maggiore capitalizzazione al mondo, con un sorpasso storico ai danni dei colossi Apple e Microsoft. Lo scenario attuale è dunque caratterizzato da discontinuità significative e da balzi in avanti nella direzione di quelle tecnologie abilitanti e trasformative come il cloud, la blockchain e, in modo dirompente,
l’artificial intelligence. In questo scenario di una nuova rivoluzione industriale, ogni organizzazione, sia pubblica sia privata, deve affrontare sfide significative, come l’adozione pervasiva di nuove tecnologie, la cybersecurity e la data governance.
In Italia, la digitalizzazione ha assunto un ruolo cruciale di sviluppo economico. Il nostro Paese si conferma un mercato florido, con il settore digitale che, secondo le ultime stime elaborate da Anitec-Assinform, dovrebbe ammontare a circa 80 miliardi nel 2024 e superare i 90 nel 2026. Le aziende e le pubbliche amministrazioni, anche grazie al sostegno delle risorse del Pnrr, continuano ad investire sulla trasformazione digitale. Per quanto riguarda le nuove tecnologie, tuttavia, molte organizzazioni sono ancora bloccate nelle fasi di esplorazione e di sperimentazione, faticando a raggiungere una piena adozione. Un elemento positivo del mercato italiano è la presenza non solo degli Internet giant e delle tech company globali ma anche di aziende italiane che forniscono un contributo essenziale alla trasformazione digitale del nostro Paese.
Tra queste sicuramente Activa Digital, azienda che progressivamente si sta facendo conoscere nel panorama italiano, grazie ad un mix di competenze professionali e soluzioni tecnologiche che spaziano dalla modernizzazione delle applicazioni a soluzioni AI driven per la gestione omnicanale delle relazioni.
“Activa Digital conta ormai 200 risorse interne con competenze diversificate in diversi ambiti tecnologici. Siamo parte di un Gruppo con oltre vent’anni di esperienza nel settore ICT”. afferma Marco Borgherese, Ceo di Activa Digital. “Ci proponiamo come partner strategico per la trasformazione digitale, accompagnando i nostri clienti, imprese e pubbliche amministrazioni, sin dalla fase di analisi dei fabbisogni, realizzando con pragmatismo soluzioni tecnologiche all’avanguardia e gestendo servizi IT in grado di generare valore per l’intera organizzazione”.
Nonostante il mercato dell’information technology sia caratterizzato da un’elevata competizione e da una ormai strutturale mancanza di profili professionali, Activa Digital ha registrato una crescita significativa sia in termini di risultati economici sia in termini di acquisizione di nuovi talenti.
“Ritengo che uno dei fattori di successo sia rappresentato dal fatto che Activa Digital può contare su un profilo unico nel mercato, perché integriamo cloud, Crm, Sw engineering, data science, cybersecurity, interpretando l’AI come elemento trasversale ed essenziale per ogni soluzione che sviluppiamo”, prosegue Marco Borgherese.
“Abbiamo da sempre affiancato ai progetti di linea, adottando il meglio delle tecnologie di mercato, una costante attività di ricerca e sviluppo tecnologico. Per noi l’innovazione è un mindset, che si declina in azioni sistematiche e costanti, con un approccio aperto agli stimoli e ai contributi provenienti sia dall’interno sia dall’esterno, che vede come fonte di idee e competenze non solo il mondo delle università e della ricerca scientifica, ma anche l’intero ecosistema dei partner”.
Il Gruppo ha un solido e ampio ecosistema di partnership tecnologiche e commerciali, con vendor di tecnologia, aziende di system integration e consulting, con università e enti di ricerca.
“Dal nostro punto di vista, è oggi anacronistico e improduttivo considerare il mercato come luogo di scontro: la capacità di generare valore è strettamente collegata alle capacità di collaborazione, di contaminazione e di condivisione. Un cambio di prospettiva che trasforma il mercato in spazio di relazione positiva e non più solo di transazione o di conflitto”.
Activa Digital si pone dunque come player in grado non solo di offrire servizi professionali ma anche prodotti.
“Il mercato chiede soluzioni tecnologiche in grado di soddisfare specifici bisogni. Nell’ambito della nostra offerta, abbiamo un prodotto già affermato sul mercato che è Chorally, una customer engagement platform molto versatile e specializzata per la gestione dei canali asincroni come i Social e le piattaforme di messaggistica. Nei prossimi mesi lanceremo sul mercato altre soluzioni in diversi ambiti: dalla cybersecurity, con una soluzione di extended data protection by default, al web 3.0, con marketplace per lo scambio di asset digitali tokenizzati. Abbiamo infine recentemente rilasciato in versione open su GitHub la nostra ultima realizzazione: si tratta di Navarcos, una piattaforma di cluster automation, self-service e lifecycle management di applicazioni cloud-native.