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Superbug resistenti agli antibiotici, i numeri di un “problema epocale”

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“Quello della resistenza agli antibiotici è un problema epocale”. Così il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, commenta a Fortune Italia l’ultima stima messa nero su bianco da ‘The Lancet’. Più di 39 milioni di persone in tutto il mondo, dicono gli potrebbero morire a causa di infezioni resistenti agli antibiotici nei prossimi 25 anni. Vanificando, di fatto, gli enormi progressi della medicina.

Le stime al 2050

Se le cose non cambieranno, la resistenza antimicrobica sarà associata in qualche modo a qualcosa come 169 milioni di decessi. La prima analisi globale sull’impatto dei super batteri non è affatto tranquillizzante. Se tra il 1990 e il 2021 hanno perso la vita per la resistenza antimicrobica (Amr) oltre 1 milione di persone l’anno, secondo gli esperti del Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project  i decessi aumenteranno costantemente, con un +70% entro il 2050 (quando i morti per resistenza agli antibiotici saranno 1,91 mln). Nello stesso periodo, il numero di morti collegate per qualche motivo ai superbug aumenterà di quasi il 75%: da 4,71 milioni a 8,22 milioni l’anno.

I batteri più insidiosi

Un problema reale, che rischia di peggiorare. Fabrizio Pregliasco, che ha dedicato al tema un libro – ‘I superbatteri. Una minaccia da combattere’, scritto insieme a Paola Arosio ed edito da Raffaello Cortina – punta il dito su una serie di superbug particolarmente insidiosi. Ecco la lista:

Priorità 1: CRITICO
Acinetobacter baumannii, resistente ai carbapenemi
Pseudomonas aeruginosa, resistente ai carbapenemi
Enterobacteriaceae, resistente ai carbapenemi

Priorità 2: ALTO
Enterococcus faecium, resistente alla vancomicina
Staphylococcus aureus, resistente alla meticillina e alla vancomicina
Helicobacter pylori, resistente alla claritromicina
Campylobacter, resistente ai fluorochinoloni
Salmonelle, resistente ai fluorochinoloni
Neisseria gonorrhoeae, resistente alle cefalosporine e ai fluorochinoloni

Priorità 3: MEDIO
Streptococcus pneumoniae, non sensibile alla penicillina
Haemophilus influenzae, resistente all’ampicillina
Shigella, resistente ai fluorochinoloni

Bisogna agire subito

Insomma, il nemico è microscopico, ma non c’è tempo da perdere: le stime prospettate su ‘The Lancet’ suggeriscono che un migliore accesso agli antibiotici potrebbe salvare circa 92 milioni di vite tra il 2025 e il 2050. Come evidenzia Mohsen Naghavi, autore dello studio, Team Leader dell’Amr Research Team, Institute of Health Metrics (Ihme) dell’University of Washington, servono “azioni decisive”, tra cui un’assistenza sanitaria migliore, misure di prevenzione e controllo ampliate e nuovi antibiotici per proteggere le persone.

Fra i dati curiosi evidenziati dalla ricerca c’è quello del 2021, quando i decessi per resistenza agli antibiotici sono risultati inferiori rispetto al 2019, interrompendo il trend in crescita. Ma erano i tempi della pandemia di Sars-CoV-2 e per gli esperti questo dato potrebbe essere correlato alle riduzioni del carico di infezioni alle basse vie respiratorie non Covid, probabilmente complice il distanziamento sociale e le altre misure di controllo delle malattie in atto in quei mesi. Un calo solo temporaneo, purtroppo.

Favorire gli investimenti nel settore

Quello della resistenza agli antibiotici è “un tema che va rilanciato, perchè c’è una resposabilità da parte di tutti. E quando la responsabilità è di tutti, troppo spesso diventa di nessuno. Ecco allora – sottolinea Pregliasco – che dobbiamo partire dal basso, dal paziente che usa male gli antibiotici (poco o troppo), al medico che ha la mano pesante nella prescrizione, alle aziende degli allevamenti che usano male questi medicinali. Ma anche le disposizioni, la sorveglianza e le indicazioni che arrivano dalle istituzioni  devono essere chiare. C’è poi un altro tema: le aziende farmaceutiche in questi anni hanno provilegiato studi sui farmaci oncologici, che assicurano un margine economico più alto. Quindi è importante un’azione istituzionale di facilitazione e finanziamento“. Per dare benzina alla ricerca e trovare nuovi antibiotici efficaci contro i germi resistenti.

Proprio di questi temi si è occupato l’Intergruppo parlamentare One Health promosso dagli onorevoli Luciano Ciocchetti e Ylenia Lucaselli nel policy brief sul valore e la sostenibilità degli antibiotici per contrastare l’antimicrobico resistenza. Fra le proposte, illustrate ieri a Roma, la revisione dei criteri di innovatività dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), l’accesso per gli antibiotici reserve al Fondo per i farmaci innovativi, la revisione dei meccanismi di fissazione di prezzo e rimborso e la sperimentazione di meccanismi di incentivazione di tipo push. Obiettivo, favorire la ricerca di nuove armi contro i batteri resistenti. 

Sicurezza alimentare e antimicrobico resistenza: le proposte dell’Intergruppo One Health

Leadership Forum
Paideia

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