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Sport e cuore: scoperta una ‘spia’ di anomalie nei giovanissimi

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Le morti improvvise sul campo di giovanissimi atleti lasciano sgomenti. Il pensiero è sempre lo stesso: perchè il problema non è stato individuato nei controlli previsti per chi fa sport a livello agonistico?

Ora uno studio italiano – pubblicato sulla rivista della Società Europea di Cardiologia Pediatrica – ha messo in luce una ‘spia’ di anomalie cardiache, in grado di evidenziare la necessità di ulteriori accertamenti. E, potenzialmente, salvare la vita a tanti ragazzi. “La probabilità che gli atleti agonisti abbiano una cardiomiopatia nascosta è bassa, ma non trascurabile”, sottolinea dati alla mano Ugo Giordano, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, tra gli autori della ricerca. Vediamo meglio cosa è stato scoperto.

La chiave nell’Ecg

L’elettrocardiogramma (Ecg) per il rilascio della certificazione sportiva agonistica – esame che registra l’attività elettrica del cuore in forma di grafico – “rappresenta un ottimo strumento di screening per individuare precocemente eventuali cardiomiopatie, o altre patologie” in giovani atleti apparentemente sani, dicono gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Gli studiosi in questo modo hanno rilevato la presenza di anomalie nel tracciato elettrocardiografico per il 9% dei circa 600 tra bambini e ragazzi esaminati.

Il 3% di questi giovanissimi, dopo ulteriori approfondimenti, è stato sospeso precauzionalmente dall’attività agonistica proprio per problematiche cardiache.

L’onda T

Come capire se qualcosa non va? L’Ecg presenta una serie di onde. Una di queste – l’Onda T – rileva in particolare la ripolarizzazione ventricolare, potremmo dire il “tempo di ricarica” del cuore. Normalmente, spiegano i ricercatori del Bambino Gesù, la forma di questa onda è positiva, con la curva verso l’alto rispetto all’asse orizzontale del grafico. Quando invece è negativa, può essere generalmente indice di possibili anomalie del muscolo cardiaco (vedi immagine sotto).

La presenza dell’Onda T negativa, o “Inversione dell’Onda T” (WTI), va registrata come anomalia della ripolarizzazione e può generare qualche sospetto anche in soggetti molto giovani e apparentemente sani. I medici e ricercatori della Medicina dello Sport dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno promosso lo studio proprio per valutare la prevalenza di anomalie della ripolarizzazione (inversione dell’Onda T) nei giovani atleti agonisti e determinare se possano essere associate all’insorgenza di cardiomiopatie.

La ricerca

I colleghi della Radiologia Toracica e Cardiovascolare Avanzata e della Cardiologia e Aritmologia di San Paolo, Palidoro e Santa Marinella hanno analizzato, insieme agli specialisti di Medicina dello sport, 581 giovani atleti (età media 15 anni, per l’80% maschi) selezionati nell’arco di 18 mesi per la valutazione dell’idoneità all’attività sportiva agonistica.

Per 53 di loro (9%) sono state rilevate anomalie legate alla presenza dell’inversione dell’Onda T (WTI). Sottoposti ad indagini ulteriori (ecocardiogramma, Holter ECG, RMN o TAC cardiaca), ben 17  (il 3% sul totale degli atleti analizzati) non hanno potuto ricevere l’idoneità all’attività sportiva agonistica a causa delle patologie cardiache: 8 cardiomiopatie, 2 miocarditi, 5 ponti miocardici, 2 anomalie coronariche. I restati 36 atleti hanno ottenuto l’idoneità, con l’indicazione di controlli ravvicinati ogni 6-12 mesi.

Lo screening elettrocardiografico si conferma “un’ottima opportunità per identificare precocemente cardiomiopatie e altre patologie che aumentano il rischio di morte improvvisa in giovani atleti apparentemente sani. Le eventuali anomalie della ripolarizzazione, segnalate dall’inversione dell’Onda T, vanno sempre indagate e approfondite rivolgendosi a centri specializzati”, ricorda Giordano.

Quando fare l’Ecg

La visita specialistica per il rilascio dell’idoneità prevede la visita cardiologica, l’elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, l’esame spirometrico e un referto di esame delle urine. “Per l’attività sportiva non agonistica, malgrado non vi sia un obbligo in questo senso, il consiglio dei medici dello sport è quello di effettuare sempre l’elettrocardiogramma a ogni visita per il rilascio del certificato“, conclude Giordano

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