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Fed verso il taglio dei tassi d’interesse: sarà di 50 punti base?

Il Federal Open Market Committee (FOMC) ha una serie di opzioni per quando si riunirà la prossima settimana. La prima domanda è: tagliare o non tagliare i tassi. A Wall Street si considera un eventuale taglio praticamente scontato. Ma questo pone una seconda questione: di quanto tagliare?

I funzionari della Fed hanno segnalato un cambiamento di posizione, passando da una stretta sulla politica monetaria a un allentamento dei tassi, al fine di rendere più conveniente il prestito di denaro.
Tra coloro che ritengono che un taglio debba avvenire al più presto ci sono il presidente della Fed di Chicago Austin Goolsbee, il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic e lo stesso presidente Jerome Powell.

Ma a seguito di alcuni rapporti contrastanti sul settore del lavoro, Wall Street sta valutando l’entità dei tagli che Powell e i suoi colleghi potrebbero mettere in atto. Qualsiasi riduzione del tasso di base sarà una notizia gradita, visto che si trova attualmente ai massimi degli ultimi due decenni e non viene ridotto dall’inizio del 2020. Secondo la maggior parte degli analisti, la stretta era necessaria per contenere l’inflazione dilagante.
Gli esperti sono invece divisi sulla rapidità con cui il FOMC dovrà riequilibrare la politica in linea con il suo duplice mandato: portare l’inflazione al target del 2% e mantenere la massima occupazione.
Alcuni hanno invocato un taglio d’emergenza dopo il poco brillante rapporto sui posti di lavoro di agosto, ma da allora molti hanno rivisto questa ipotesi per chiedersi se il taglio di Powell sarà di 25 punti base o di 50 (cioè se dello 0,25% o dello 0,5%).
L’ex presidente della Federal Reserve di New York Bill Dudley è l’ultimo a chiedere 50 punti base. “Penso che ci siano buoni motivi per arrivare a 50, che lo facciano o meno”, ha detto al Forum annuale del Comitato di Bretton Woods sul futuro della finanza a Singapore, secondo quanto riportato da Reuters.
Ha aggiunto che attualmente il tasso di base oscilla tra un livello sufficientemente restrittivo per continuare a spingere al ribasso l’inflazione e uno sufficientemente allentato per rilanciare prestiti e favorire la crescita.
Quindi la domanda è: “Perché non iniziare?”.

Una piccola possibilità

Aditya Bhave e Shruti Mishra di Bank of America hanno scritto in una nota visionata da Fortune all’inizio della settimana che “c’è ancora una piccola possibilità di un taglio di 50 punti base”.
Gli economisti hanno spiegato che questo spiraglio è dovuto ai dati sull’occupazione di agosto “non particolarmente forti” e alle revisioni al ribasso della crescita dei posti di lavoro di giugno e luglio.
Anche Brian Rose, economista senior di UBS, non esclude un eventuale taglio di 50 punti base. In una nota visionata da Fortune ha scritto: “A nostro avviso, i dati sull’inflazione sono stati abbastanza buoni da consentire alla Fed di iniziare a tagliare i tassi a settembre, ma non le danno una ragione per tagliare in modo così aggressivo”.“I dati relativi alle vendite al dettaglio e alla produzione industriale di agosto saranno pubblicati il 17 settembre e potrebbero influenzare la decisione della Fed, ma probabilmente dovrebbero essere molto più deboli del previsto per innescare un taglio di 50 punti base”.
Pertanto UBS mantiene la previsione di un taglio totale di 100 punti base entro la fine dell’anno e di altri 100 nel 2025.

Spinta ai mercati

Il FOMC ha ribadito con fermezza che la sua decisione non sarà influenzata dai politici o dal mercato.
Come sottolinea il professor Jeremy Siegel nel suo commento settimanale per gli specialisti degli investimenti WisdomTree: “Il mercato ha espresso chiaramente le sue preoccupazioni, allineandosi con la mia vecchia opinione che la Federal Reserve sia notevolmente in ritardo rispetto alla curva. Molti però sostengono che un significativo taglio iniziale dei tassi di 50 punti base da parte della Fed nella riunione della prossima settimana getterebbe nel panico gli investitori”. Ma il professor Siegel, economista senior di WisdomTree e professore emerito di finanza alla Wharton School, aggiunge: “Tuttavia, l’immediato rally del Dow in seguito alle dichiarazioni di Chris Waller, che si è detto aperto a un taglio dei tassi più consistente, si scontra con questa teoria del panico. A mio avviso una strategia di taglio dei tassi più aggressiva stimolerebbe invece i mercati”.

Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com

Foto Andrew Harnik – Getty Images

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