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Insalata e allarme listeria: che cos’è e cosa provoca

insalata iceberg listeria

Avrete sentito la notizia del ritiro di lotti di insalata in busta per rischio microbiologico legato alla presenza di listeria. Ma cos’è successo? La segnalazione arriva, ancora una volta, dal sito del ministero della Salute, dove sono apparsi diversi richiami per alcuni lotti di insalata, soprattutto della varietà iceberg, relativi a 19 marchi.

Ma che cos’è la listeria e che effetti provoca per la salute? Fortune Italia lo ha chiesto all’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Universita Campus Bio-Medico di Roma. “Iniziamo col dire che il responsabile è un batterio e che una contaminazione di alimenti imbustati può accadere, anche se non dovrebbe perchè nella catena di produzione e vendita ci sono molti controlli. Persino gli alimenti cotti e poi imbustati possono contaminarsi: per distruggere la listeria ci vogliono ben 65 gradi. L’insalata è cruda, dunque è ancora più vulnerabile. Ecco perchè i controlli devono essere molto meticolosi. Ma bisogna anche dire che la cosa è molto sporadica”.  Vediamo meglio di che si tratta.

Il batterio

La Listeria monocytogenes è un batterio patogeno Gram-positivo ampiamente diffuso nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. Isolato nel 1926, il primo caso nell’uomo di listeriosi è stato descritto nel 1929 e il primo caso perinatale nel 1936. Fino al 1960 la listeriosi veniva segnalata raramente, mentre a partire dal 1980 iniziarono a essere migliaia i casi in tutto il mondo, a dimostrazione della grande attenzione rivolta a queste infezioni dopo la loro associazione con il consumo di alimenti contaminati.

La capacità della listeria “di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45 gradi centigradi), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti”, ricorda l’Istituto superiore di sanità sul sito. I sintomi si manifestano nel giro di poche ore dall’ingestione del cibo contaminato.

Quanto agli alimenti principalmente associati alla listeriosi, ricordiamo: pesce affumicato (es. salmone), prodotti a base di carne (paté di carne, hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie), formaggi a pasta molle, formaggi erborinati, formaggi poco stagionati; vegetali preconfezionati e latte non pastorizzato.

I marchi

In quest’ultimo caso i marchi di insalata in busta coinvolti nell’allarme listeria sono: Vivinatura, Tres Bon, Torre in Pietra, Tornese, Sigma, Selex, Polenghi, Ortoromi, Ortofresco pulito, Natura è, Mi Mordi, Latte Francia, Il mio orto, Il Castello, Colline Verdi, Ciro Amadio, Centrale del latte, Alifresh, Foglia Verde Eurospin. L’invito ai cittadini è  “a riconsegnare il prodotto al punto vendita dove è stato acquistato”, si legge nel richiamo.

Come si manifesta la listeriosi

“I sintomi della contaminazione alimentare possono essere anche importanti – aggiunge Ciccozzi – in genere nausea, vomito, mal di testa, febbre. Come abbiamo detto si tratta di un batterio, che va trattato con un antibiotico”. In alcuni casi può dare forme invasive o sistemiche e portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie.

Numeri e prevenzione

Con 1876 casi notificati nel 2020, la listeriosi è stata la quinta zoonosi maggiormente segnalata nell’Unione europea. Ma i dati ci dicono anche che la listeriosi è tra le zoonosi con esiti più gravi, sia in termini di ricoveri ospedalieri che in termini di decessi.

Come difendersi? “In generale, per la sicurezza dei consumatori occorre ricordare di lavare bene l’insalata in busta con il bicarbonato. Ma con il semplice lavaggio – avverte l’epidemiologo – la listeria non si manda via. La mia raccomandazione è quella di mangiare frutta e verdura fresca e di stagione, tenendo presente che i prodotti imbustati possono presentare un rischio, nonostante nel nostro Paese ci sia comunque un buon controllo della catena di produzione e distribuzione alimentare”.

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