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Oracle, la crescita del cloud all’ombra dell’AI

larry ellison oracle

Per mostrare al mondo cosa è diventata, Oracle ha pianificato con cura le tempistiche dei suoi annunci. Lunedì, nelle stesse ore in cui clienti e dipendenti invadevano Las Vegas per l’annuale Oracle CloudWorld, sono stati pubblicati i conti del primo trimestre fiscale 2025 della maggiore azienda di ‘database management’ del pianeta. Un’azienda che negli ultimi anni al cloud ha votato tutta sé stessa. Nei quattro giorni di convention in Nevada, davanti a migliaia di persone, ha spiegato perché.

I numeri di Oracle

Secondo i conti preparati in appena 9 giorni grazie all’AI (in tempo per la convention) i ricavi aumentano dell’8% a 13,3 mld e i margini netti toccano i 2,93 mld di dollari, mezzo miliardo in più in un anno. I mercati hanno reagito bene, premiando subito il titolo, lunedì, con un +9%. Ma non sono solo i risultati finanziari a influire su un entusiasmo che dura da un po’, visto che Oracle doppia da inizio anno i guadagni dell’indice tecnologico S&P 500.

A impressionare sono i numeri dei servizi cloud forniti dall’azienda, che valgono 10 mld e mezzo di ricavi (+10%), ma anche quelli dalle infrastrutture cloud e dei data center su cui da tempo c’è un piano di costruzione aggressivo che per ora ha portato a 2,2 mld di ricavi: +45%. Da quando i servizi cloud sono diventati la più grande attività di Oracle, reddito e utile operativo hanno accelerato, dice la Ceo Safra Catz.

Ma forse per l’azienda la notizia migliore è quella sottolineata sia dalla Ceo che dal fondatore Larry Ellison, uno dei cinque uomini più ricchi del mondo e ora ancora più ricco, grazie ai risultati di Oracle in Borsa registrati questi giorni. Secondo entrambi la domanda di cloud da parte dei clienti è in continua crescita, e supera regolarmente l’offerta. Ed è anche per questo che Oracle ha scelto di collaborare con i competitor storici, come Aws – l’annuncio principale della 3 giorni di Las Vegas – e come Google e Microsoft prima ancora.

Lo ha spiegato proprio la Ceo dal gigantesco palco allestito nel convention center del Venetian hotel di Las Vegas, metropoli da due milioni e mezzo di abitanti che è sempre più capitale non solo del gioco, ma anche del business. Da tre anni anche Oracle sceglie il Nevada per la sua convention.

La convention di Oracle nel Venetian Hotel di Las Vegas

Da rivali a partner

“Quelli che erano i nostri rivali ora sono i nostri partner”, ha riassunto la Ceo dal palco (anche se non è esattamente così per tutte le linee di business) mentre uno dopo l’altro sfilavano alcuni dei maggiori clienti dell’azienda: Cloudflare, Bnp paribas, Mgm resorts, la cilena Entel e il primo cliente in assoluto di Oracle, da 47 anni: la Cia.

“La tecnologia che abbiamo costruito è unica”, ha detto Safra Catz aprendo la conferenza. “Quando abbiamo costruito il nostro cloud lo abbiamo fatto in maniera che fosse più veloce, sicuro e personalizzabile: dal private cloud al public cloud, dalle dedicated region al sovereign cloud. Molti dei nostri rivali di lungo tempo ora sono nostri partner, mentre torniamo alle nostre radici: costruire la nostra tecnologia cosi che clienti possano usarla ovunque”. Sarebbe a dire, anche attraverso i servizi di altri giganti come, appunto, Amazon.

L’AI e il vantaggio di Oracle

In questi giorni la bolla della Gen AI non è esplosa, ma si è relativamente sgonfiata, con perdite in Borsa significative per i suoi alfieri. Nvidia ha registrato la perdita più significativa di sempre per un titolo azionario Usa martedì scorso, con quasi 280 mld di dollari bruciati (-9%) dopo tre mesi turbolenti che da giugno hanno provocato un crollo del 22% del valore delle azioni.

Nonostante questo il destino trilionario dell’AI non sembra in discussione, ed è strettamente legato a quello del cloud, dove i grandi modelli AI vengono addestrati. Le vendite del settore cloud dovrebbero raggiungere i 2.000 mld di dollari entro il 2030 con un 15% della cifra dovuto proprio all’intelligenza artificiale generativa, secondo Goldman Sachs Research.

Il ridimensionamento della Gen AI in Borsa di questi ultimi tempi sembra aver riguardato soprattutto chi si è esposto di più. Oracle, che ora sorride grazie ai risultati finanziari sopra le attese degli analisti, è stata a volte accusata di essere rimasta indietro nella corsa all’AI, anche se in realtà gli strumenti di intelligenza artificiale ci sono, dal famoso database autonomo basato su machine learning alla cybersecurity a base di AI che, ha annunciato il fondatore di Oracle, entro il 2025 verrà embeddata in tutte le applicazioni, come NetSuite.

Inoltre Oracle ha dedicato il primo dei 4 giorni di convention a Las Vegas proprio alle nuove funzionalità di AI generativa di NetSuite, la soluzione di Erp (Enterprise resource planning) dedicata all’amministrazione di pmi e startup (tra i clienti c’è Vinted, per fare un esempio).

La strategia e l’apertura verso i competitor

In generale negli scorsi mesi Oracle ha mostrato un approccio AI più ‘concreto’, votato alle esigenze delle singole imprese e guidato sempre dal cloud, altro segmento su cui è arrivata in ritardo rispetto ai competitor ma che ora macina risultati importanti anche grazie a una strategia che, spiegano i manager dell’azienda presenti a Las Vegas, punta sulla capillarità geografica delle sue infrastrutture cloud e sull’apertura ai competitor-partner.

Insieme ai risultati finanziari, infatti, Oracle ha annunciato accordi che allargano ancora di più il suo raggio di azione. Mentre inizia l’implementazione del suo software per database in Google Cloud (l’annuncio era stato fatto qualche mese fa) anche le cloud region di Aws renderanno disponibili i servizi Oracle.

La Ceo di Oracle Safra Catz
La Ceo di Oracle Safra Catz

Perché l’alleanza tra Aws e Oracle è importante…

L’annuncio è parte della strategia multi-cloud dell’azienda creata dal quasi ottantenne Ellison, che è ancora una figura fondamentale per Oracle: a Las Vegas è stato il vulcanico fondatore a prendersi il compito di presentare la partnership con Amazon insieme a Matt Garman, Ceo di Aws.

JpMorgan, Vodafone, Exxon Mobil: è questo il calibro delle aziende che secondo Garman e Ellison rimarranno soddisfatte dell’alleanza. I clienti di altri grandi avversari del cloud possono infatti ora accedere direttamente ai servizi relativi ai database di Oracle.

Nel dettaglio, la nuova offerta Oracle-Aws, attiva in alcune regioni da dicembre, fornisce una connessione di rete a bassa latenza tra i database Oracle e le applicazioni su AWS, che rimane il maggiore player al mondo nel settore dei data center, e rappresenta quasi il 20% dei ricavi da 140 mld di dollari di Amazon. L’attuale Ceo del Gruppo, Andy Jassy, viene proprio da Aws. Il gigante fondato da Bezos tiene saldamente in mano il timone del settore cloud mentre investe sull’AI attraverso, ad esempio, l’acquisizione da 4 mld di dollari di Anthropic. Anche Oracle ha sbloccato le sue potenzialità di Gen I grazie a una startup: la canadese Cohere.

La spiegazione migliore dell’importanza dell’accordo con Aws la dà proprio Larry Ellison, che dal 1977, quando ha fondato Oracle, ha visto parecchi terremoti tecnologici.

I clienti, ovvero le grandi aziende, usano cloud diversi: Aws, Azure, Google, Oracle (in ordine rigorosamente alfabetico, precisa sorridendo Ellison). Abilitare un’era veramente “multicloud” allora significa la possibilità di “usare il database Oracle in Google e usare l’AI di Gemini in Oracle se sei un cliente dell’Oracle Cloud. Da qualsiasi cloud puoi raggiungerne altri e altre applicazioni, e fare mix and match tra di loro”.

Partner sì, ma fino a un certo punto. Ellison ricorda anche cosa differenzia Oracle dagli altri: il private cloud e il concetto di cloud@customer. Ovvero quella linea di business che prevede l’installazione di infrastruttura tecnologica nei data center dei clienti (può essere fatto solo per i dati, quindi con la soluzione chiamata Exadata, oppure anche per gli applicativi, e in quel caso si parla di dedicated region).

In questo modo i servizi del public cloud vengono portati anche in cloud ‘privati’, non solo alle aziende ma anche a interi Paesi.

…e le conseguenze per i servizi AI

Tra le conseguenze dell’accordo a tema AI: tutti i dati che i clienti hanno in un database Oracle potranno essere connessi ai servizi avanzati di intelligenza artificiale (AI) e apprendimento automatico di AWS, come Amazon Bedrock. Ma non è l’unico caso in cui gli interessi di Oracle e degli altri grandi ‘hyperscaler’ collimano. E per rendersene conto basta seguire la rete di data center sparsa dall’azienda nel mondo. Tra quelli in funzione e quelli in costruzione, sono 162. E più aumenta (sempre grazie all’approccio multicloud), più questa rete fa crescere gli altri business.

Il data center più grande di Oracle da 800 megawatt, conterrà “acri” di Gpu targate Nvidia per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale, ha detto Ellison commentando i risultati finanziari. “Nel primo trimestre sono stati firmati 42 ulteriori contratti per GPU per il cloud, per un totale di 3 miliardi di dollari. Il nostro tasso di crescita del database è in aumento a causa dei nostri accordi MultiCloud con Microsoft e Google. Alla fine del Q1, 7 regioni di Oracle Cloud erano in funzione presso Microsoft con 24 più in costruzione, e 4 regioni di Oracle Cloud erano in funzione presso Google con 14 più in costruzione. Il nostro contratto AWS recentemente firmato è stato una pietra miliare nell’era di MultiCloud”, dice il fondatore.

Il nucleare per l’AI

Inoltre, tra i clienti ci sono anche le aziende che sviluppano modelli di intelligenza artificiale nei diversi data center Oracle nel mondo (che vanno dai 144 Kilowatt agli 800 Megawatt del centro di Salt Lake City citato da Ellison) come ChatGpt di OpenAI e Grok della xAI fondata da Elon Musk. Prima di aprire la convention di Las Vegas, commentando i risultati finanziari, Ellison ha parlato di un futuro data center alimentato dall’energia nucleare fornita da piccoli reattori di nuova generazione. Questo perché l’energia richiesta dall’intelligenza artificiale è arrivata a livelli “assurdi”, con la conseguenza che i data center progettati da Oracle avranno bisogno di più di un Gigawatt di potenza, secondo Ellison.

Le mosse di Oracle in Italia

Secondo Carlota Alvarez Pedreira, Vp e Country manager Oracle in Italia, “il primo trimestre fiscale di Oracle Italia, tradizionalmente il più calmo per via della pausa estiva, è stato quest’anno invece molto dinamico. Abbiamo avuto grandi soddisfazioni sia dal punto di vista del cloud infrastrutturale che di quello applicativo, con nuovi accordi e rinnovi nel settore pubblico: un esempio su tutti, quello con Polo Strategico Nazionale (tra l’altro già protagonista sul palco del nostro CloudWorld di Milano) e TIM Enterprise per la realizzazione di una seconda cloud region dedicata, basata sulla nostra offerta Alloy, per supportare la digitalizzazione della pubblica amministrazione centrale e locale. Anche nel settore privato, in particolare nell’ambito dei servizi finanziari e delle utilities, abbiamo chiuso accordi molto rilevanti”.

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