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Il tramonto del verbo googlare e le scelte dei giovani sul web

google giovani

Il verbo “googlare”, cercare qualcosa sull’omonimo motore di ricerca, ha fatto il suo debutto nella cultura pop nel 2002 durante l’ultima stagione di ‘Buffy l’ammazzavampiri’, quando Xander fraintende il suggerimento della nerd Willow (“L’hai già googlata?”). Da allora, il verbo googlare ha fatto molta strada.

Il co-fondatore di Google Larry Page ha usato per la prima volta il verbo in un’e-mail agli amici, concludendo con: “Divertiti e continua a googlare!”. Dopo l’ingresso nell’Oxford English Dictionary nel giugno 2006, il neologismo è diventato sinonimo di utilizzo di un motore di ricerca. Ma ora non lo è più. Secondo Bernstein Research, gli adolescenti di oggi usano raramente il verbo googlare, segno che hanno cambiato radicalmente il modo in cui interagiscono con Internet.

“Il pubblico più giovane sta ‘cercando’, non ‘cercando su Google'”, hanno affermato l’analista di Bernstein Mark Shmulik in una nota pubblicata venerdì. I giovani “si rivolgono sempre di più ai social media come TikTok per i consigli sui ristoranti, ad Amazon per la vendita al dettaglio e all’intelligenza artificiale generativa come ChatGPT per fare i compiti”.

Bernstein, utilizzando un sondaggio di aprile 2024 su 2.000 americani, ha osservato che il 45% della Gen Z ha maggiori probabilità di utilizzare la “ricerca social” su siti come TikTok e Instagram anziché Google. Ciò rispetto a circa il 35% dei millennial, al 20% della Gen X e a meno del 10% dei Boomer. Insomma, i giovani della Gen Z crescono ma comunque si affidano sempre di più ai social media come motore di ricerca principale.

“È naturale per questi giovani utenti andare direttamente alla fonte… Questo mondo non è grande e spaventoso, è solo casa per la Gen Z”.  Così le piattaforme dei social media sono diventate il modo per cercare cosa acquistare, dove mangiare e come trascorrere il tempo. Circa il 40% della Gen Z ha affermato di aver utilizzato i social media come motore di ricerca primario per marchi, prodotti e servizi nel 2016 e quasi il 52% ha affermato lo stesso nel 2023, secondo i dati di GWI Core.

I siti di social media come Instagram e TikTok hanno risposto alle esigenze dei giovani con le proprie piattaforme di e-commerce e con annunci pubblicitari personalizzati, realizzando 11 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie negli Stati Uniti solo dai minorenni nel 2023.

Inoltre bisogna considerare che la capacità di spesa della Gen Z dovrebbe aumentare fino a 12 trilioni di dollari entro il 2023, secondo il rapporto “Spend Z” di NielsonIQ.

Ma Google ha un altro problema con cui fare i conti. “Circa il 40% dei giovani, quando cerca un posto dove pranzare, non va su Google Maps o Search”, ha affermato Prabhakar Raghavan, vicepresidente senior di Google, durante la conferenza Brainstorm Tech 2022 di Fortune, facendo riferimento ai dati aziendali interni. “Ma su TikTok o Instagram”. I problemi di Google sono aggravati dalla recente perdita della causa antitrust in cui un giudice federale ha stabilito che il gigante della tecnologia monopolizzava il mercato della ricerca. La società madre di Google, Alphabet, ha pagato 26 miliardi di dollari per essere il motore di ricerca predefinito su smartphone e browser Web, impedendo di fatto ai motori di ricerca concorrenti di avere successo sul mercato.

Per quanto riguarda la Gen Z, Google ha già apportato modifiche ad hoc, dato che i giovani sono attratti da immagini e video, che contrastano fortemente con le abitudini di ricerca delle generazioni più anziane che prediligono frasi chiave. L’azienda sta testando una funzionalità ‘Chiedi foto’ che utilizza i suoi modelli di intelligenza artificiale Gemini per rispondere a domande sulle informazioni nella foto di un utente, come il ristorante in cui ha mangiato o l’ultima volta che ha visitato un luogo particolare.
“Dobbiamo evocare aspettative completamente nuove e ciò richiede basi tecnologiche completamente nuove”, ha affermato Raghavan.

Google non ha rispostoalla richiesta di commento di Fortune.

L’articolo completo è su Fortune.com

FOTO: GETTY IMAGES

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