GILEAD
Leadership Heade
Cerca
Close this search box.

Il destino dell’audiovisivo, parla Francesco Rutelli

Intervista a Francesco Rutelli, presidente Anica: “L’intelligenza artificiale ci pone di fronte a rischi da correre. La politica? Ho già dato, ora tocca alle nuove generazioni”.

Sindaco di Roma per due mandati negli anni 90, ministro dell’Ambiente e ministro della Cultura, Radicale con Pannella, fondatore dei Verdi e della Margherita, pensatore e leader di riferimento dei Progressisti di Sinistra e tante altre cose (super tifoso della Lazio, amante delle passeggiate e dell’archeologia, antesignano della Green Culture). Francesco Rutelli è uno splendido settantenne.

Rutelli, in queste settimane Anica, la principale associazione industriale del cinema italiano da lei presieduta, festeggia 80 anni. Quali sono le principali sfide per il futuro dell’audiovisivo?
Le sfide per le industrie cinematografiche e audiovisive si rinnovano continuamente. Tutti quelli che hanno ragionato come in un ‘fermo immagine’ sono stati rapidamente superati. La competizione è internazionale, trasversale e integrata fra le diverse modalità produttive e distributive, e soprattutto si misura con i gusti del pubblico, che vuole essere sorpreso, ma a sua volta sorprende creativi e industrie.

Lei è padre fondatore di VideoCittà, festival di incontri, dibattiti, arte, musica e cultura svoltosi a luglio a Roma. Un evento che contiene in sé anche vari think tank che mettono a confronto pubblicamente esperti, professionisti e ricercatori. È questo il ruolo che un festival deve avere oggi?
VideoCittà è una creatura inedita: non è un caso se ci siamo classificati al primo posto tra i festival europei nel programma Europa creativa. Per sette anni è stato palestra di innovazione delle immagini in movimento e della creatività digitale, ha fatto scoprire decine di nuovi talenti; i molti talk servono a far approfondire a un pubblico di giovani e di adulti i grandi cambiamenti che attraversano culture popolari, tecnologie e AI.

Il tema dell’AI è al centro del dibattito in ogni settore.
Difficile uscire, a proposito dell’AI, dal ‘conundrum’: è indispensabile, ma comporta rilevanti rischi da correre. Ovvero, le rivoluzioni tecnologiche sono inarrestabili, e oggi sono il vettore delle maggiori ascese della finanza mondiale, e interagiscono con sfide geopolitiche globali che si stanno inasprendo, dopo la lunga stagione della globalizzazione collaborativa. Politica, governi, regolatori debbono stabilire i confini, specialmente a difesa dei diritti di autori e creatori. E ci sono aspetti cruciali legati alla sicurezza rispetto agli armamenti nucleari, come ha ammonito nel suo ultimo scritto un “giovane talento”, il centenario Henry Kissinger.

Molte società di produzione italiane sono ormai oggetto di acquisizione da parte di multinazionali; le maggiori distribuzioni theatrical sono filiali di major americane. È tutto normale o servono dei paletti?
I paletti sono sbagliati, oltre che inutili e dannosi rispetto all’attrazione di investimenti. Ho suggerito, già al precedente governo, di far istituire attraverso Cdp un fondo pubblico-privato per favorire aggregazioni tra imprese italiane. Per la competitività del sistema Paese, è decisiva la resilienza di filiere produttive come questa: fanno gola nel mondo. Ma il destino è in mano alle imprese, non ai governi. Anica, in questi anni, ha certamente consolidato le posizioni di una filiera integrata, raddoppiando le aziende associate e le sue Unioni. Sempre sottolineando che il settore dà molti e buoni posti di lavoro, e che ogni euro investito ha impatti moltiplicatori per l’economia e i territori.

Non crede che il cinema italiano – i cui risultati in sala come quota Italia sono molto bassi, Cortellesi ed altre eccezioni escluse – nella misura in cui viene così fortemente assistito smetta di trovare risposte dal mercato?
Certo: abbiamo raggiunto in Italia finanziamenti per cinema e audiovisivo mai visti in passato, fino a un miliardo annuo per la crisi Covid. Ma queste sono industrie strategiche: i finanziamenti in Italia in un decennio sono equivalenti a quelli del solo Stato Usa della Georgia! Per non parlare della Francia, o degli incentivi fiscali spagnoli. Certo, che il Governo voglia stabilire criteri rigorosi e controlli stringenti, come chiediamo da anni, rispetto a qualunque uso distorto delle risorse pubbliche, è sacrosanto. Il problema è stato, da ultimo, il protrarsi dell’incertezza sulle regole, che ha tenuto ferme decine di produzioni. Ovviamente le nostre imprese sono interpellate a realizzare prodotti di successo presso il pubblico. Le riuscite del duo Cortellesi-Milani con circa 45 milioni di incassi ‘cumulati in sala’, dimostrano che si può fare.

La passione per la politica le è davvero passata?
La passione per la politica non può lasciare chi ha dedicato decenni al servizio nello spazio pubblico. Altra cosa è impegnarsi in prima persona come in modo generoso mi viene chiesto da più parti: è tempo di far emergere nuove generazioni.

Avrebbe idee da suggerire di fronte al delicato momento geopolitico internazionale?
I temi strategici saranno legati alle transizioni digitali e green. L’Europa – a fronte dell’avanzata produttiva e tecnologica cinese dell’ultimo decennio, e della risposta Usa fatta di potenti sussidi e incentivi con Biden, o di tariffe con Trump – si è dedicata soprattutto a stabilire regole e restrizioni. Non un granché, in termini di crescita industriale, di competitività e occupazione. Quanto all’Italia – è un tema che ho sviluppato nel mio nuovo libro, “Città vince, città perde” – deve uscire dall’immobilismo, trasformare con più coraggio, con rigenerazioni, demolizioni-ricostruzioni, grandi architetture, nuovi hub di ricerca/sviluppo, le qualità uniche al mondo delle nostre città e territori.

E in Italia per chi fa il tifo?
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Non pensa che l’esperienza della Margherita avrebbe potuto essere oggi quel grande centro direzione Sinistra di cui forse oggi ci sarebbe stato bisogno?
La Margherita raccolse 5 milioni e mezzo di voti, ma era un’altra era geologica.

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.