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Fragilità e salute dei giovanissimi: l’analisi di Marcello Gemmato

Dipendenze tecnologiche, bullismo, disordini alimentari, obesità, ansia, isolamento: le tante minacce per la salute dei giovanissimi italiani e le strategie di prevenzione e cura. L’analisi di Marcello Gemmato.

Come cristalli nella tempesta dei cambiamenti ormonali, alle prese con moderne sirene cui è sempre più difficile resistere, fra dipendenze tecnologiche, bullismo, disordini alimentari, ansia, isolamento. Le fragilità dei nativi digitali preoccupano il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, convinto più che mai dell’importanza della prevenzione e del valore “educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Ma anche dell’importanza della scuola e del contributo degli operatori sanitari per avvicinare i ragazzi a stili di vita amici della loro salute.

Cosa sappiamo sulla realtà dei giovanissimi italiani?
La comunità scientifica ha dedicato molti studi alle dipendenze comportamentali nei più giovani. È il caso delle dipendenze tecnologiche, come quella da Internet e il gaming. Relazioni virtuali e gioco online (d’azzardo e non) sono diffusi non solo tra le nuove generazioni, ma anche tra adulti e anziani. Il rischio è quello di affrontare le relazioni interpersonali in modo surreale e che il sovra-utilizzo del web si tramuti in una vera e propria dipendenza. Preoccupa poi il crescente fenomeno dell’obesità infantile. Nel 2023 nel nostro Paese i bambini in sovrappeso erano il 19% e gli obesi il 9,8%. Tra i 18 e i 24 anni, inoltre, si verificano comportamenti a rischio sul consumo di alcol e nella fascia 16-17 anni è diffusa la consuetudine di bere alcolici con modalità ‘binge drinking’. A queste problematiche, si sommano i disagi provocati da bullismo e cyberbullismo. Gli atti di bullismo subiti a scuola sono più frequenti nei più piccoli (11-13 anni) e nelle ragazze; nella stessa fascia di età è in crescita il fenomeno del cyberbullismo. Strettamente correlato al bullismo è poi il fenomeno della violenza domestica. I minori esposti a episodi simili sono più propensi a esercitare forme attive di bullismo nei confronti dei compagni o a esserne vittima.

Bullismo, consumo di alcolici, overdose davanti agli schermi: dal punto di vista del suo ministero quali sono le priorità?
Tutti questi aspetti che impattano sulla salute e sul benessere psico-fisico dei nostri ragazzi sono di estrema importanza per il ministero della Salute, impegnato da anni in programmi e progetti educazionali, anche insieme al ministero dell’Istruzione e del merito, per la promozione di linee di indirizzo, iniziative di informazione e sensibilizzazione sui temi del neurosviluppo e della salute mentale. È necessario continuare a dare alle famiglie gli strumenti di conoscenza di questi fenomeni, affinché possano riconoscerli e intervenire in modo corretto, con il supporto delle strutture del territorio e della rete dei professionisti sanitari, sia delle cure primarie, sia di quelle specialistiche.
Mens sana in corpore sano, ma fra i giovanissimi sono in aumento le fragilità, in termini di disturbi alimentari e ansia. I disturbi del comportamento alimentare, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il ‘binge eating’, sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza e oggetto di attenzione sanitaria e sociale, a causa dell’esordio sempre più precoce tra le fasce più giovani della popolazione. Se non trattate adeguatamente, tali patologie aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo, fino alla morte nei casi più severi. L’esperienza maturata dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di un intervento precoce che sia strutturato e si avvalga della collaborazione di diverse figure professionali all’interno di un percorso multidisciplinare in equipe, ancor più alla luce dei pesanti effetti che l’emergenza pandemica ha avuto sulle persone che soffrono di tali disturbi. Il Governo Meloni e il ministero della Salute hanno voluto rifinanziare con 10 mlni di euro anche per l’anno 2024 il fondo dedicato ai disturbi alimentari, proprio per far fronte a questo fenomeno.

Settembre è un mese di ‘buoni propositi’: si torna dalle ferie e ci si iscrive in palestra. L’attività fisica ha un ruolo importantissimo, tanto che secondo alcuni specialisti andrebbe prescritta come fosse un farmaco.
L’inattività fisica è uno dei principali fattori di rischio per le malattie croniche. Le persone non attive hanno un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause rispetto a coloro che si impegnano in almeno 30 minuti di attività fisica di intensità moderata quasi tutti i giorni della settimana. La mancanza di attività fisica contribuisce, inoltre, ad aumentare i livelli di obesità. Considero quindi un passo di grande civiltà aver inserito lo sport nella nostra Carta Costituzionale all’articolo 33, che “riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. È un segno concreto su cui impostare le politiche per promuovere l’attività fisica a tutte le età, soprattutto in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione italiana e degli oneri connessi alla gestione delle cronicità.

Come fare in modo che i ragazzi facciano più attività fisica?
La scuola è un ambiente privilegiato per attivare con successo politiche volte a promuovere il benessere della collettività. Nell’ambito della propria offerta educativa, può affrontare tematiche più ampie relative all’esercizio fisico, quali gli spostamenti tra casa e scuola, l’attività fisica durante gli intervalli tra le ore di lezione, la promozione delle pause attive. Inoltre la relazione tra salute pubblica e pianificazione urbana gioca un ruolo decisivo anche nella promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute. Una buona progettazione dell’assetto urbano, il miglioramento della circolazione stradale, la riqualificazione di zone degradate dove maggiori possono essere situazioni di disagio, la creazione di spazi verdi, piste pedonali e ciclabili e percorsi sicuri casa-scuola e casa-lavoro sono tra le principali misure efficaci per ridurre l’inquinamento dell’aria, promuovere l’attività fisica delle persone, favorire la socializzazione, contribuendo anche a ridurre le malattie croniche non trasmissibili.

Sottosegretario Gemmato torniamo alla salute dei giovanissimi, che ruolo possono avere i medici di famiglia e i pediatri?
Il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta hanno un ruolo fondamentale per la promozione dell’attività fisica: conoscono la storia clinica dei propri pazienti, il loro contesto familiare, sociale e lavorativo e rappresentano il principale legame tra la popolazione e il sistema dei servizi. È necessario favorire la crescita della consapevolezza in questi operatori, non tanto dei benefici di salute ottenibili con l’attività fisica, quanto dell’importanza strategica del loro ruolo nello stimolare e sostenere il cambiamento degli stili di vita dei propri assistiti e delle loro famiglie e far conoscere le offerte di attività fisica presenti sul territorio per meglio indirizzare i propri pazienti. Anche nel caso di bambini e ragazzi affetti da patologie croniche, in accordo con il medico di riferimento per la malattia specifica, il pediatra può suggerire una determinata attività fisica o sportiva, eventualmente con l’ausilio dello specialista in medicina dello sport.

In Italia la prevenzione è stata per anni una ‘Cenerentola’, lei però in diverse occasioni ha sottolineato con forza l’importanza di cambiare le cose. In che modo?
La prevenzione occupa ancora una percentuale residuale dell’impegno di spesa totale del Fondo sanitario nazionale: solo il 5%. È urgente invertire questo trend, come non manco di rimarcare in tutte le occasioni, perché anticipare il conclamarsi delle malattie e l’esacerbarsi dei sintomi grazie a programmi di screening e corretti stili di vita genera ricadute positive sulla salute dei cittadini e allo stesso tempo sulla sostenibilità del Ssn, evitando il ricorso a ospedalizzazioni e cure più intensive. L’educazione sanitaria nelle scuole dovrebbe essere incentivata, per avvicinare i più giovani a comportamenti attenti al buono stato di salute e al suo mantenimento. Penso soprattutto alla corretta alimentazione, che in Italia ha un alleato eccezionale nella dieta mediterranea, che i nostri ragazzi dovrebbero abbracciare di più.

Si è visto che gli italiani valutano positivamente il ruolo e i consigli del farmacista, perché allora sottosegretario Gemmato non avviare una campagna nelle farmacie mirata alla prevenzione e alla salute degli adolescenti?
Nell’ambito del Servizio sanitario, tutti gli operatori possono incoraggiare i cittadini ad adottare uno stile di vita attivo. Il farmacista, come professionista sanitario, può rivestire un ruolo importante in un nuovo modello di gestione del territorio, offrendo consulenza, consigli, indicazioni e collaborando con il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta per la promozione della salute. Con la farmacia dei servizi si sta già andando verso questa direzione: oltre a offrire alcune prestazioni in convenzione con il Ssn, come elettrocardiogrammi, holter pressori e cardiaci, la proposta di ampliamento dell’offerta prevede richiami delle vaccinazioni previste nel calendario vaccinale per i ragazzi sopra i 12 anni, o ancora l’effettuazione da parte del farmacista dei test diagnostici per il contrasto all’antibiotico-resistenza, a supporto del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta. Il farmacista è espressione di vicinanza sociale ai pazienti, con i quali instaura un rapporto di fiducia basato su competenza, professionalità e presenza capillare. I farmacisti italiani hanno dimostrato un coefficiente di resilienza eccezionale nel corso della passata emergenza da Covid: un avamposto di salute in ogni contesto geografico.

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