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Tra influenza e virus respiratori che autunno sarà

virus respiratori

Lo scorso inverno gli italiani hanno fatto i conti con un’ondata di virus respiratori imponente e una ‘coda’ che si è allungata fino all’estate. “L’ha fatta da padrona l’influenza“, dice a Fortune Italia l’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Universita Campus Bio-Medico di Roma, che insieme al virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, fa il punto sui virus che minacceranno la nostra salute in autunno. Ad aprire le danze, prevede il virologo, saranno i ‘virus cugini’ dell’influenza. E l’epidemiologo concorda.

Che autunno sarà

“È un po’ presto per una previsione su quella che sarà la stagione dei virus respiratori dell’autunno-inverno: ancora non abbiamo i dati conclusivi sull’influenza in Australia. Ma di sicuro – dice Pregliasco – gli sbalzi termici e la riduzione della clearance mucociliare, ovvero la capacità del muco di proteggere le nostre vie respiratorie, faciliteranno l’insorgenza di questi virus”.

L’esperto, che nei giorni scorsi a Barletta – mentre stava rispondendo a una domanda su Covid-19 a un evento pubblico – è stato bersaglio di sasso, monitora da anni con attenzione l’andamento dell’influenza.

“Come sempre – continua – si inizierà con i virus cugini: rinovirus e patogeni parainfluenzali saranno protagonisti dell’inizio della stagione fredda. A seguire – prevede – faremo i conti con il virus respiratorio sinciziale, problematica ora al centro dell’attenzione grazie anche alla possibilità di azioni preventive, per la donna in gravidanza e il feto e per gli anziani. Penso agli anticorpi monoclonali nel neonato e alla vaccinazione”.

Rimane però “l‘incognita Covid, endemia che ha avuto un’onda in estate. Come spesso ripeto, dobbiamo pensare ad un andamento come quello di un sasso in uno stagno, complici le varianti che hanno una durata di 4-6 mesi. Quindi ancora non possiamo dire quale sarà il contributo di Covid-19 nei prossimi mesi. Inizieremo comunque a fare i conti con vari mal di gola, di tipo virale (con febbre, naso che cola, sintomatolgia infiammatoria generale), o batterico (che partono con febbre elevata e tonsille ingrossate, e con situaizoni in generale più pesanti)”, sottolinea Pregliasco.

Gli indizi

Quanto a Ciccozzi, l’epidemiologo invita a guardare al recente passato. “L’anno scorso l’influenza ha preso il sopravvento anche perchè avevamo tolto all’improvviso le mascherine che ci avevano protetto per mesi. Ma non abbiamo avuto solo questo patogeno: c’è stata una grande diffusione anche del virus respiratorio sinciziale, specialmente in bambini e anziani, dove provoca bronchioliti e polmoniti”.

Ma attenzione: “Non dimentichiamo bocavirus, metapneumovirus e tutti quei ‘piccoli virus’ che danno sindromi simil-influenzali. In tutto il mondo colpiscono ogni anno milioni di persone”, continua l’epidemiologo.

“Torneranno anche i coronavirus, che stazionano da decenni nel nostro panorama e che possono dare sintomi respiratori. La buona notizia è che conosciamo i ceppi dell’influenza che hanno circolato nell’emisfero australe e abbiamo potuto mettere a punto dei vaccini per proteggere i soggetti più anziani e fragili tra autunno e inverno”. Ciccozzi si aspetta la prima ondina di virus respiratori due settimane dopo l’apertura delle scuole, per ottobre. “Considerato quello che è accaduto l’anno scorso, non mi aspetto per l’influenza una stagione aggressiva come l’ultima”.

Il picco

“Altro aspetto interessante da chiarire: il picco. Ogni volta ci si chiede quando sarà. Ma il fatto è che il picco si può individuare con certezza solo a posteriori”, puntualizza.

Come difenderci dalle aggressioni di questi invisibili nemici della salute? Per i prossimi mesi “valgono le raccomandazioni classiche, come curare l’igiene delle mani, aerare spesso i locali e fare attenzione nei luoghi chiusi e affollati. Ai soggetti più fragili in questi ultimi casi io suggeriscono la mascherina – dice Ciccozzi – ma questa resta una libera scelta delle persone. Quanto alla vaccinazione contro l’influenza, è importante per proteggere le categorie per cui è raccomandata. In generale poi, al di là dei soggetti fragili, io suggerirei i vaccini disponibili contro i virus respiratori dai 75 anni in poi”.

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