GILEAD
Leadership Heade

Droghe: ecco quanto fanno male al cuore

cannabis

La droga azzanna il cuore. Tanto da poter diventare un fattore di rischio che magari non appare sui testi ma pesa, eccome, sul paziente e sull’assistenza. Anche in prospettiva futura. Pensate: una persona su nove che si trova in una terapia intensiva cardiaca può risultare positiva al test per uso recente di droghe tra cui cannabis, eroina e altri oppioidi, cocaina, anfetamine e MDMA.

Ma non basta. Nell’anno successivo al ricovero, triplica il rischio per queste persone di andare incontro a un evento cardiovascolare grave (decesso compreso), seppur con impatto diverso per le varie sostanze.

A ribadire quanto e come occorra attenzione alla problematica è una ricerca presentata al Congresso ESC 2024 della Società Europea di Cardiologia, che mette in luce quanto avviene in Francia. E che, pur senza andare oltre il monitoraggio di un anno, mette in guardia su quanto l’uso di sostanze stupefacenti possa comportare per il cuore.

“Tra i pazienti ricoverati in unità di terapia intensiva cardiaca, lo screening sistematico per le droghe ricreative ha evidenziato una prevalenza significativa, pari all’11%, di uso recente – segnala Raphael Mirailles, dell’ospedale Lariboisiere di Parigi, autore della ricerca – L’uso di droghe ricreative è stato associato a un rischio triplo di un evento cardiovascolare grave ripetuto entro un anno”.

L’indagine ha voluto misurare la prognosi in soggetti che facevano uso di droghe ricreative al follow-up di un anno, considerando pazienti ricoverati in terapia intensiva per eventi cardiovascolari acuti seguiti nello  studio “Addiction in Intensive Cardiac Care Units”. Sono stati inclusi tutti i pazienti ricoverati per due settimane nell’aprile 2021 in 39 centri in tutta la Francia.

Lo screening per l’uso di droghe è stato eseguito tramite test urinari sistematici. Tutti i pazienti hanno fornito il consenso informato scritto per la partecipazione e hanno quindi approvato il test urinario. Il follow-up di un anno consisteva in una visita clinica o un contatto diretto con il paziente e il cardiologo di riferimento. L’esito primario è stato il verificarsi di un grave evento cardiaco: morte cardiovascolare, infarto non fatale o ictus. Dei 1499 pazienti sottoposti a screening, 1392 (93%) (età media 63 anni, 70% maschi) hanno avuto il monitoraggio completo di 1 anno. Tra questi, 157 (11%) avevano un test iniziale positivo per l’uso di droghe ricreative (cannabis, oppioidi, cocaina, amfetamine, 3,4-metilenediossimetanfetamina – MDMA). Più di un quarto dei pazienti (n=45, 28,7%) è risultato positivo a due o più di questi farmaci.

Dopo 1 anno di monitoraggio 94 (7%) pazienti hanno avuto un grave evento cardiovascolare (incluso il decesso). I soggetti con test positivo hanno mostrato un tasso più elevato di gravi eventi cardiovascolari rispetto ai non utilizzatori (rispettivamente il 13% contro il 6%), pur aggiustando i risultati per molteplici fattori, tra cui età, sesso, diabete, attuale stato di fumatore, storia di malattie cardiovascolari prima del ricovero ospedaliero, malattia renale cronica nota, storia di cancro, diagnosi principale di ammissione, pressione sanguigna sistolica basale e frequenza cardiaca basale. Dopo questo aggiustamento, l’uso di droghe è stato associato in modo indipendente a un rischio tre volte maggiore di gravi eventi cardiovascolari. Informazione finale: tra le droghe ricreative testate, MDMA (rischio aumentato di 4,1 volte), eroina e altri oppioidi (3,6 volte) e cannabis (1,8 volte) sono stati significativamente associati a gravi eventi cardiovascolari. Gli altri tipi di sostanze non hanno avuto una relazione statisticamente significativa con gravi eventi cardiovascolari.

 

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.