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Un nuovo punto di riferimento: i progetti della Uefa per Michele Uva

Gli Europei di calcio in Germania sono stati un grande esperimento. Ne parla Michele Uva, direttore della sostenibilità della Uefa.  

Con la finale che ha decretato la Spagna campione e la sconfitta dell’Inghilterra (stavolta non per mano dell’Italia), i verdetti dai campi dell’edizione 2024 degli Europei di calcio sono stati emessi. Ma la manifestazione che si è tenuta tra giugno e luglio in Germania ha risposto anche a un’altra domanda: cosa significa organizzare un grande evento sportivo internazionale sostenibile?

L’obiettivo dell’Uefa era quello di stabilire un nuovo “benchmark di sostenibilità” per le proprie grandi manifestazioni sportive, con la pubblicazione, a luglio 2023, della Strategia ambientale, sociale e di governance (Esg) Uefa Euro 2024. In altre parole, organizzare un grande evento sportivo dove la sostenibilità è parte integrante, dice Michele Uva, direttore di Social & Environmental Sustainability della Uefa.

“Le 100 azioni messe in campo hanno riguardato la sostenibilità ambientale, quella sociale e la governance, basate sulla matrice Esg che la Uefa usa per tutti i suoi eventi e che hanno visto il coinvolgimento di tutti gli stakeholder sin dalle prime fasi del processo”, dice Uva. “Tutto programmato in due anni (nell’ultimo periodo lavoravamo 20 ore al giorno) con 32 mln di euro di investimento, una cabina di regia delle azioni a Francoforte e Nyon, una manager della sostenibilità per ognuna delle 10 sedi gioco e 500 volontari dedicati ai temi dell’accessibilità per diversamente abili, della protezione dei diritti e per le tematiche ambientali”. La strategia è stata basata sull’identificazione di Kpi per misurare le performance di sostenibilità intorno a un unico concetto fondamentale: i diritti umani. “È diritto di tutti partecipare alle partite, vivere il calcio e vivere la passione che solo il calcio può trasmettere seguendo la parola da sempre legata alla Uefa: respect”, riassume il manager italiano.

L’approccio ha riguardato ogni aspetto dell’universo Esg. Dal punto di vista ambientale  trainanti sono stati tre concetti: azioni, riduzione e responsabilità. Le iniziative hanno riguardato la mobilità dei tifosi e dei team, la gestione delle emissioni con un piano di riduzione minimo del 20% e le infrastrutture utilizzate, con la riduzione dei rifiuti e la rendicontazione post evento delle emissioni che la Uefa considera inevitabili. “Non esiste l’evento a zero emissioni, né tantomeno quello carbon positive”, dice Uva. Per compensarle, è stato creato un Climate Fund finanziato dalla Uefa con 7 mln di euro (per ogni tonnellata di CO2 prodotta, sono stati allocati 25 euro). I destinatari dei fondi sono stati i progetti delle società di calcio dilettantistiche tedesche, la maggioranza dei quali rivolta alla riduzione delle emissioni. Per la sostenibilità sociale l’Uefa ha curato l’accessibilità delle strutture, la protezione dei diritti umani con focus sull’inclusione e la lotta alla discriminazione. Per la G di governance sono state sviluppate forme di condotta trasparenti compresa la certificazione post evento e la pubblicazione di un rapporto finale. Un programma di formazione Esg è stato dedicato alla forza lavoro, compresi 16.000 volontari.

Il rapporto finale con tutti gli indicatori di performance raggiunti verrà presentato entro fine ottobre, ma a manifestazione conclusa Uva racconta qualche risultato. L’81% degli spettatori ha utilizzato mezzi di trasporto pubblico ed ecologici per raggiungere gli stadi, mentre più di 300.000 tifosi hanno acquistato i biglietti scontati e dedicati dalle Ferrovie tedesche con 8.000 biglietti InterRail. Poi il combi-ticket: più di 850.000 utenti hanno attivato i loro biglietti per i trasporti pubblici gratuiti per spostarsi nelle città ospitanti e nei dintorni. In tutto i biglietti per i diversamente abili venduti (accompagnatore incluso) sono stati 20.200 e 38.000 sono stati gli accessi unici ai commenti audio-descrittivi per persone non vedenti.

Cosa resterà di euro 2024, insomma? Il manager italiano lo considera il “punto di partenza” di un modo diverso di vedere i grandi eventi sportivi, che siano Uefa o che appartengano alle leghe e ai club di qualsiasi livello. Le tematiche Esg sono entrate finalmente nel sistema sportivo, dice, e se sviluppate come in Euro 2024 ne determineranno il successo. “Il calcio gira tutto intorno ai goal: goal epici, straordinari, impossibili, sbagliati. Ma non bisogna mai dimenticare che per creare e poter vedere i goal bisogna saper anticipare e costruire le azioni. Sono goal e azioni sociali (basate sugli investimenti finanziari ma anche su idee mirate) a creare un impatto economico, sociale, ambientale e culturale. Questa è la nostra profonda responsabilità”.

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