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La politica economica di Kamala Harris tra inflazione, edilizia e tasse

Kamala Harris

Mentre le campagne elettorali dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti si avviano alla conclusione, l’elettorato va oltre temi vaghi e accuse agli avversari, che dicono poco sui programmi, per esaminare le differenze negli obiettivi e nelle politiche per il futuro del Paese.

In precedenza, abbiamo analizzato le posizioni di Donald Trump. Allo stesso modo, mentre i palloncini e i coriandoli della Convention nazionale democratica vengono messi da parte, ci sono alcuni gap tra retorica e realtà anche nel programma economico di Kamala Harris e del candidato vicepresidente Walz.

La sfida a livello filosofico nell’agenda di Kamal Harris è chiara: bilanciare la crescita economica avanzata degli Stati Uniti con la garanzia di salari equi per i lavoratori, opportunità di istruzione accessibili, garanzia di beni di prima necessità e offerta di assistenza all’infanzia per i genitori che lavorano.

Slogan come “Da che parte stai?” e anacronistici discorsi che denigrano manager e professionisti, celebrando al contempo i lavoratori pagati all’ora, non forniscono sufficiente chiarezza sull’agenda economica di Kamal Harris e creano solo divisioni.

Finora, Harris e Walz sono stati attenti a evitare una sorta di lotta di classe, ma alcuni dei loro consiglieri politici e affini appaiono ansiosi di riecheggiare slogan che ricordano gli anni ’30. Ci si deve chiedere: perché farsi nemici inutili e influenti quando così pochi Ceo di Fortune 500 sono disposti a sostenere Trump? Invece, ci sono diverse posizioni politiche chiave di Kamala Harris e del suo vice Walz che i democratici devono chiarire.

Inflazione ed edilizia abitativa

L’inflazione si è dimostrata un problema ostico dopo la pandemia. La crescita dell’inflazione si è stabilizzata a livelli quasi storici, ma gli effetti sui prezzi sono ancora ampiamente presenti. Aumenti significativi dei prezzi possono essere attribuiti a cinque fonti.

In primo luogo, c’è stata un’insolita combinazione di offerta limitata e di una domanda senza precedenti a causa dell’impennata delle attività commerciali post pandemia. Come ha recentemente riconosciuto il presidente della Fed Jerome Powell, “i miglioramenti nelle condizioni di offerta e la rotazione della domanda da beni a servizi [hanno richiesto] molto più tempo del previsto”.

In secondo luogo, il metro per la misurazione dell’inflazione sotto il presidente Biden si basava sui prezzi crollati durante la recessione Trump-Covid, la più profonda dalla storia del dopoguerra, con i prezzi del petrolio che sono effettivamente scesi a zero. In terzo luogo, la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse  17 volte in due anni, aumentando i tassi dei mutui e riducendo l’offerta di alloggi

Kamala Harris e Walz hanno recentemente pubblicato una proposta per affrontare il tema dei costi  degli alloggi utilizzando rimedi sia sul fronte dell’offerta che della domanda. Per aumentare la domanda, offrirebbero un aiuto per l’acconto, in media 25.000 dollari per la prima casa. Se i critici hanno notato l’effetto inflazionistico, sottolineando che la fonte del problema in Usa è una mancanza di offerta e non di domanda, quegli stessi critici hanno elogiato gli incentivi suggeriti dal progetto.

Per promuovere l’offerta, una serie di strategie come l’espansione del programma di successo Low Income Housing Tax Credit, incentivi ai costruttori e un fondo per l’innovazione da 40 miliardi di dollari per stimolare lo sviluppo di alloggi a prezzi accessibili appaiono promettenti.

Ci sono poi temi come il prezzo delle uova, salito alle stelle a causa dell’influenza aviaria che ha colpito 90 milioni di polli. E ancora: i tre maggiori gruppi di prodotti da forno detengono una quota di mercato di oltre il 50% e alcune di queste aziende hanno visto il loro reddito netto aumentare del 75%. Alcune importanti raffinerie di carburante hanno visto il loro reddito netto aumentare di oltre il 1.000% e i margini più che raddoppiati e i gestori farmaceutici continuano a vedere una rapida crescita dei profitti.

Tuttavia è assurdo incolpare i supermercati, che operano con i profitti più bassi nel settore privato (con margini di solo l’1,6% nel 2023), per l’aumento dei prezzi. Alcune importanti organizzazioni no  profit hanno margini migliori. L’ex vicedirettore del National Economic Council sotto l’amministrazione Obama, Jason Furman, si è subito espresso contro la proposta affermando: “Questa non è una politica sensata e penso che la speranza più grande sia che finisca per essere solo retorica”.

Antitrust

Molti Ceo e banchieri di Wall Street hanno criticato l’ambiente normativo altamente restrittivo istituito da Kamala Harris e dal presidente Biden. Nel 2023 la conclusione di accordi aziendali ha raggiunto il minimo storico degli ultimi dieci anni. Secondo alcuni esperti, la rigida posizione normativa ha persino limitato la concorrenza. Poco dopo l’arrivo sulla scena elettorale di Kamala Harris, i leader aziendali e i principali donatori hanno iniziato a pressare per un impegno a rimuovere Lina Khan dalla FTC.

Kamala Harris è stata notevolmente silenziosa sull’argomento, ma uno sguardo al suo curriculum come procuratore generale dello Stato in California indica che potrebbe essere più favorevole alle aziende rispetto all’attuale amministrazione. Le sue priorità, tra cui accesso al mercato globale, innovazione tecnologica, protezione dei dati e della sicurezza dei bambini e pratiche di lavoro eque appaiono in linea con quelle di Apple, Meta e Alphabet.

Nella campagna del 2020 Harris ha sottolineato: “Sono una capitalista”. Mettendo in guardia contro l’applicazione “miope” delle norme antitrust. Al contrario, JD Vance ha elogiato Khan e suggerito politiche per limitare il potere dell’industria tecnologica.

Commercio globale

Come vicepresidente, Kamala Harris ha avuto meno opportunità di chiarire il suo approccio al commercio globale e agli affari internazionali. Molto probabilmente manterrà lo status quo dell’amministrazione Biden. Il presidente Biden ha ridefinito le priorità delle partnership economiche definite critiche non solo per aumentare il commercio e approfondire le alleanze, ma anche per creare un’economia interna più resiliente. Harris ha supportato Biden in questi sforzi.

Biden e Harris hanno anche adottato una posizione dura nei confronti di Cina, Russia e altri Paesi. Il tutto attraversi tariffe e maggiori controlli delle esportazioni su quei prodotti e Paesi che minacciano la sicurezza nazionale ed economica degli Stati Uniti. Questo approccio tattico contrasta con quello  adottato dalla campagna Trump-Vance, che promette di imporre una tariffa del 10% sulle importazioni da tutti i Paesi (e del 60% sulla Cina), il che costerebbe alle famiglie statunitensi circa 1.700 dollari l’anno.

Tassazione e politica fiscale

Il Penn Wharton Budget Model ha pubblicato le sue ultime stime sugli effetti economici dei piani Harris-Walz e Trump-Vance. Per quanto degno di nota possa essere il fatto che l’alma matter di Trump abbia dato un voto basso al suo ultimo pacchetto economico, il punteggio esiguo dato all’agenda di Kamal Harris appare una svista.

I principali organi di informazione hanno riferito che la campagna Harris-Walz ha adottato la proposta di bilancio di Biden per l’anno fiscale 2025. Stranamente, gli economisti di Penn Wharton non hanno incluso il piano completo Harris-Walz. In particolare, non c’è menzione dell’aumento dell’aliquota dell’imposta sul reddito delle società nella fonte citata da Penn Wharton, ma questa è l’unica fonte di entrate inclusa nel modello di bilancio per l’analisi politica di Harris. Penn Wharton ha analizzato anche la proposta di bilancio di Biden pubblicata a marzo 2024.

In base alle analisi, si stima che i piani democratici siano più responsabili dal punto di vista fiscale rispetto a quelli repubblicani, un fattore importante con il debito nazionale a livelli storici.

L’articolo completo è su Fortune.com

Foto:  JACEK BOCZARSKI – ANADOLU – GETTY IMAGES

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