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Email fuori controllo: l’ansia che alimenta il tecnostress (anche in vacanza)

email tecnostress

Per molti italiani le ferie sono ormai agli sgoccioli: c’è già chi è rientrato in ufficio, mentre altri si preparano a farlo, magari controllando i messaggi di lavoro in arrivo. A unire i primi ai secondi è un fenomeno invisibile, ma diffusissimo: l’ansia da email.

“Ogni giorno ormai tutti noi riceviamo decine, talvolta centinaia di email: doverle visionare, selezionare, rispondere e persino cancellare ha reso la gestione della nostra casella di posta elettronica una fonte di ansia. E se in vacanza non c’è campo e la posta non si scarica, a creare problemi è la paura di perdere messaggi importanti“. A descrivere a Fortune Italia il fenomeno, “impennatosi dopo la pandemia e il moltiplicarsi dello smartworking”, è Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza onlus, fra i pionieri dello studio del tecnostress in Italia, autore del volume ‘Digiuno digitale: come sopravvivere con poca tecnologia e rigenerare le forze con le energie sottili’.

Il ‘muro’ di email

Dite la verità: basta aprire la casella di posta elettronica per avere sotto gli occhi l’effetto di un vero e proprio bombardamento. “Il marketing ormai ricorre in modo sempre più massiccio alle email, inoltre gli esperti del settore mettono in conto che il primo invio possa sfuggire, così come il secondo. Ecco perchè a volte ci ritroviamo a ricevere tre-quattro messaggi elettronici al giorno su un argomento“, puntualizza Di Frenna.

Un “bombardamento di email per venderci qualcosa, proporci eventi, informarci, chiederci pareri”, aggiunge l’esperto. Basterebbe ignorare il tutto, ma così rischieremmo di perdere anche i messaggi (davvero) importanti. Non solo. “Negli anni alla posta elettronica si sono sommate applicazioni come Messanger e WhatsApp, forme occulte di email che rischiano di aumentare il sovraccarico informativo all’origine del tecnostress”.

Controllare la posta dà dipendenza

Se ignorare per giorni le email rischia di rivelarsi un boomerang, alimentando un mare di messaggi difficile da ‘navigare’ (a volte l’unica soluzione è buttare tutto), anche l’eccesso di controllo presenta delle insidie. “Secondo un’indagine – continua Di Frenna – in media le persone controllano la posta elettronica 14 volte al giorno. Un’abitudine che rischia di innescare una dipendenza, generando ansia, insonnia, ipertensione“. E alimentando il tecnostress.

L’effetto dell’AI

Un quadro preoccupante, in cui entra a gamba tesa anche l’intelligenza artificiale. “Ormai sono disponibili soluzioni di AI in grado di scrivere in poco tempo numerose email: alcune società le utilizzano per velocizzare la posta, moltiplicando così il numero dei messaggi in arrivo”, continua l’esperto. Alzi la mano chi non ha difficoltà a pulire la posta, non teme di perdere messaggi o si ritrova a buttare malauguratamente proprio a quelli più importanti.

“Per difenderci, nel corso del tempo abbiamo imparato a selezionare” per così dire a volo d’uccello “i messaggi in arrivo. Ma ormai i numeri sono diventati talmente importanti che il tempo richiesto per leggere e gestire in modo ottimale le email quotidiane è eccessivo. Ecco perchè pochi lo fanno davvero. Il vero pericolo – ribadisce – resta la dipendenza dalle tecnologie, con tutte le conseguenze per salute psicofisica”.

La ‘ricetta’

Se Di Frenna da tempo suggerisce periodi di ‘digiuno digitale‘ per liberarsi dalla schiavitù degli schermi, resettarsi e riscoprire il potere di ascolto, dialogo e bellezze naturali, c’è da scommetere che il rientro in ufficio e l’apertura della posta elettronica rischia di cancellare rapidamente, per molti, i benefici della vacanza. A meno di non eliminare tutte le email arrivate mentre eravamo in ferie e ripartire da zero.

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