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Sonno: la rivincita del riposino e l’effetto prima notte

sonno siesta

Finito da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori, il sonnellino pomeridiano sta vivendo un nuovo momento di gloria in questo scorcio d’estate 2024. Forse ne avrete letto sul ‘Corriere della Sera’, magari sdraiati sul lettino sotto l’ombrellone: riposare per un periodo di tempo limitato nel pomeriggio comporterebbe, stando alle ultime ricerche, tutta una serie di benefici, anche sul lavoro. E questo benchè il numero dei ‘fedeli’ di siesta, o pisolino che dir si voglia, tenda ad assottigliarsi. Almeno fra i lavoratori. E nonostante le perplessità di quanti temono l’effetto dell’ozio sul metabolismo.

Ma andiamo per ordine: il sonno è importante, ma quanti pensano di rifarsi in vacanza, farebbero bene considerare tutta una serie di minacce per la qualità del riposo, tra cui l’effetto ‘prima notte’. E allora? Vediamo meglio le ultime novità su sonnellino e riposo notturno in tempo di ferie.

I benefici del pisolino

Quella del pisolino post-prandiale in alcuni casi da abitudine è diventata quasi un’arte: chi di voi non consce persone in grado di posare il capo sul cuscino, chiudere gli occhi, addormentarsi di colpo e risvegliarsi da sole dopo 15-20 minuti con un’aria riposata e rigenerata?

Casi rari di ‘eroi del pisolino’, direte. Personalmente, dopo i rarissimi riposi post-prandiali confesso una sorta di alterazione neurologica per il resto del giorno. Ma la siesta – dice la scienza – sarebbe benefica “dal punto di vista cognitivo, produttivo e fonte di benessere psicologico oltreché di energia”. Parola di Oliviero Bruni, professore di neurologia e psichiatria infantile presso il dipartimento di Psicologia dello sviluppo e sociale alla Sapienza di Roma, che sul Corriere elenca una serie di lavori pubblicati da autorevoli riviste internazionali in base alla quale dormire dopo pranzo farebbe bene a corpo e mente (in particolare una revisione su Sleep Medicine Reviews).

Questione di tempo

Bastano 13 minuti di sonno dopo pranzo, ricorda Bruni, per aumentare la produttività sul lavoro del 2-3% , rafforzare le capacità di attenzione (+ 0,17%) e far crescere l’indice di benessere mentale. Per chi è alle prese con il pubblico o fa lavori stressanti, è da considerare anche il vantaggio  dal punto di vista della pazienza (un tesoro prezioso). Questo anche perchè, all’interno del ritmo circadiano che regola l’attività del nostro organismo, il riposo pomeridiano coinciderebbe col naturale calo dell’attenzione a metà giornata, anche nel caso non si consumi un pasto completo. Con buona pace delle riunioni fissate dopo pranzo.

Quelli che vorrei ma…

Peccato che il rito del sonnellino sia sempre meno praticato. Uno studio condotto in Spagna nell’ormai lontano 2017 ha scoperto che il 60% degli intervistati saltava la siesta nei giorni lavorativi. Un trend analogo anche in Italia, dove per molti persino la pausa pranzo è diventata una ‘mission impossibile’ (avete presente il panino al supermercato mordi e fuggi?).

E in vacanza?

Ma c’è il periodo delle ferie. E allora? La qualità del sonno in vacanza non è solo questione di orari, come ci spiegano i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici).

Avete mai sentito parlare dell’effetto prima notte? Si tratta di un fenomeno ben noto ai neuroscienziati che studiano i disturbi del sonno: quando devono analizzare l’attività cerebrale di un soggetto che dorme in laboratorio, i dati raccolti la prima notte tendono a essere scartati, perché presentano alcune anomalie che non si osservano la notte successiva. In questi casi, insomma, è come se il cervello dormisse con un solo emisfero, per essere pronto a reagire al minimo rumore sospetto, proteggendoci da un’eventuale minaccia.

Questa potrebbe essere la spiegazione per cui, quando si viaggia e si dorme per la prima volta in un letto nuovo, la mattina dopo si ha la sensazione di aver riposato poco e male. Insomma, la scienza ci dice che non è solo una sensazione: chi soffre dell’effetto ‘prima notte’ ha effettivamente un sonno più agitato, impiega di più ad addormentarsi e trascorre meno tempo nella fase di sonno Rem, quella necessaria al recupero delle energie fisiche e mentali.

Il pisolino in vacanza

Non solo: quella della siesta è un’altra abitudine di cui è più facile approfittare in vacanza, proprio perché gli impegni lavorativi e la routine quotidiana durante il resto dell’anno di solito impediscono di coricarsi dopo pranzo.

Allora siete pronti a chiudere il telefonino per chiudere gli occhi, convinti di fare una scelta utile alla salute. Ma attenzione: “Riposini diurni frequenti e troppo ravvicinati al momento di andare a letto sono associati a una minore qualità del sonno, sia nei giovani sia nelle persone di una certa età. Se proprio se ne sente la necessità, il pisolino dovrebbe essere molto breve e distanziato di almeno sette ore dall’addormentamento serale”, raccomandano i dottori anti-bufale.

Insomma, la questione della siesta non è proprio risolta. I medici di Dottoremaeveroche  raccomandano piuttosto di camminare dopo i pasti: ciò renderebbe il transito intestinale più veloce e sembrerebbe ridurre i livelli di zucchero nel sangue, contribuendo così a prevenire complicazioni come il diabete di tipo 2. Insomma, chi si ferma è perduto.

Ma in vacanza si dorme peggio?

Tra nemici e amici del sonnellino, c’è poi chi si interroga: tra letto nuovo, viaggi e cambiamento di abitidini, in ferie il sonno sarà peggiore? “Assolutamente no – dicono gli esperti di Dottoremaeveroche – Non sottovalutiamo l’opportunità che le vacanze rappresentano se si desidera cambiare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano. Per chi soffre di insonnia, trascorrere qualche giorno lontano da casa può essere l’occasione per iniziare una corretta igiene del sonno”. Magari abbinata a una (più regolare) attività fisica quotidiana. Corpo e mente ne beneficeranno di certo. Ma, probabilmente, lo stesso accadrebbe con una più salutare programmazione dei ritmi di vita. Settembre si avvicina (e a buon intenditor…).

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