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Naufragio a Palermo: identificato il corpo di Mike Linch

naufragio Palermo

Non ci sono più dubbi: è del magnate britannico Mike Lynch il quinto corpo recuperato stamattina dai sommozzatori dal veliero britannico affondato a 50 metri di profondità a Palermo. Il corpo di Lynch, 59 anni, è stato riconosciuto. A questo punto manca solo Hannah Lynch, la figlia diciottenne del tycoon inglese.

Dopo avere estratto dal relitto in mattinata il quinto corpo, i sommozzatori dei Vigili del fuoco sono tornati a 50 metri di profondità per cercare l’ultima vittima rimasta intrappolata nel veliero che ha fatto naufragio nella notte fra il 18 e il 19 agosto nella baia di Porticello alle porte di Palermo. Al momento i morti accertati sono sei. Le salme saranno trasferite nei prossimi giorni all’istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo per eseguire le autopsie che, come apprende l’Adnkronos, non sono ancora state disposte.

Sulla vicenda del veliero Bayesian sono ancora molti gli interrogativi. A bordo, lo ricordiamo, c’era anche il presidente di Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer, ritrovato e identificato nelle scorse ore. Bloomer era sul Bayesian insieme al suo amico Lynch, ‘il Bill Gates britannico’ e a una ventina di persone. Una crociera di lusso per celebrare la fine del procedimento a San Francisco legato alla  vendita dell’azienda tecnologica fondata da Lynch, Autonomy, a Hewlett-Packard. Un affare da 11,1 mld di dollari funestato da un lungo procedimento giudiziario per frode. A giugno scorso Lynch era stato scagionato da tutte le accuse.

A scuotere i commentatori, una sinistra coincidenza, ovvero la morte del coimputato di Lynch: Stephen Chamberlain, ex vicepresidente delle finanze di Autonomy. Il manager era stato investito da un’auto sabato scorso mentre correva nella contea inglese del Cambridgeshire.

Il giallo

Ma cosa ha travolto il Bayesian, gioiello della nautica prodotto dai cantieri Perini, facendolo inabissare in pochi minuti? Per alcuni, si tratterebbe di una tromba d’aria. Per altri, come il direttore del centro meteorologico siciliano Stefano Albanese, quanto accaduto nell’area del palermitano sarebbe stato un downburst: fenomeno tipico delle zone subtropicali ma sempre più presente anche nel Mediterraneo, caratterizzato da improvvise raffiche di vento discendente, spesso accompagnate da piogge torrenziali, che arrivano anche oltre i 200 chilometri orari di velocità.

L’albero intatto

Il relitto, adagiato a 49 metri di profondità sul fondale marino, presenta l’albero maestro ancora intatto. Una scoperta che contraddirebbe la testimonianza di Karsten Börner, comandante della nave Sir Robert Baden Powell. Il Bayesian, al momento della sua costruzione nel 2008, aveva l’albero in alluminio più alto del mondo: 75 metri.

Gli esperti sono scettici anche su un’altra ipotesi, quella della scuffiata, ovvero il capovolgersi della barca: difficile infatti vedere su un fianco un gigante del genere, con un baglio (la larghezza massima dello scafo, ndr) di oltre 11 metri e mezzo. Scrive il Giornale della vela, che sul tema ha consultato diversi esperti: è “difficile che l’unità, nonostante le forti raffiche, possa avere sbandato a tal punto da raggiungere l’angolo oltre il quale avrebbe iniziato ad imbarcare acqua fino ad affondare rapidamente”. Un’eventualità su cui i progettisti non sono stati categorici ma che hanno definito “assai poco probabile”.

L’ipotesi

“Lascia perplessi che una nave così attrezzata e così moderna sia affondata così rapidamente. È proprio questo l’aspetto strano di questo naufragio: la rapidità con cui la nave è sparita tra le onde”. E’ la riflessione sul naufragio dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina Militare. ”L’ipotesi che si può fare – spiega De Giorgi all’Adnkronos – è che quell’albero altissimo, 75 metri, con un vento così potente, da 150 km orari, abbia esercitato una leva talmente forte da fare inclinare la nave fino a mettere in acqua il bordo. E se effettivamente non ci sono lesioni sullo scafo, l’acqua deve essere entrata attraverso dei portelli aperti. La nave a quel punto è andata rapidamente a fondo perché tonnellate di acqua sono entrate all’interno. Il mare si sarà molto agitato in quel momento’. Se una nave del genere è tutta chiusa e rimane integra, poi si raddrizza e l’acqua non entra. Peraltro su uno yacht come quello, che sicuramente avrà avuto l’aria condizionata, non ci sarebbe motivo di avere portelli aperti”.

L’inchiesta

Insieme alle ricerche sott’acqua, prosegue anche l’inchiesta della Procura di Termini Imerese (Palermo), guidata da Ambrogio Cartosio, per fare luce sul naufragio. La Procura indaga per naufragio e omicidio plurimo colposo, al momento contro ignoti. Al vaglio dei pm i video e le fotografie scattate la notte della tempesta da alcuni abitanti della zona, ma anche le telecamere di sorveglianza, in particolare di un cantiere nautico, che puntavano proprio sulla barca e quelle di una villa privata. La speranza è che le immagini aiutino a chiarire i contorni della vicenda.

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