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Gen Z, ecco come valorizzare al meglio i più giovani in azienda

La Gen Z si è già distinta per l’unicità dei suoi valori e dell’approccio al lavoro. Pionieri di TikTok e Snapchat, i ragazzi Gen Z sono nativi digitali attenti all’ambiente e al sociale. Come dimostrano tendenze come il quiet quitting, hanno a cuore l’equilibrio tra lavoro e vita privata e non hanno paura di parlarne (o postarne). 

A prima vista, i proprietari delle aziende potrebbero percepire la Gen Z come più concentrata su se stessa e meno incline a collaborare e impegnarsi per gli obiettivi più ampi di un’organizzazione. I sondaggi mostrano che la Gen Z è più a suo agio nel cambiare lavoro rispetto a qualsiasi altra generazione, quindi questa percezione non è del tutto errata. 

Secondo un recente sondaggio Gallup, rispetto alle altre generazioni, i giovani millennial e Gen Z hanno registrato il maggior calo di impegno dopo la pandemia. Capire i giovani dipendenti dovrebbe essere una priorità assoluta per i leader. Ecco una visione d’insieme sulle principali esigenze della Gen Z. 

Nutrire un forte senso di agency

I dipendenti della Gen Z possono essere molto attenti al loro benessere personale, ma gli studi dimostrano che sono anche ottimi collaboratori. Si sentono a proprio agio nei team e considerano il lavoro di squadra come un mezzo per l’innovazione. Tuttavia, come hanno scoperto i ricercatori di Stanford, la Gen Z ha un forte senso di autonomia. Non si limitano ad accettare ordini e ad eseguire compiti, ma mettono in discussione i processi e cercano soluzioni più efficienti. Questo scetticismo innato può giovare all’intera organizzazione, in quanto i dipendenti cercano continuamente modi per migliorare il modo in cui le cose vengono fatte. 

Lavorare in ufficio (e comunicare perché è importante)

Il tempo trascorso di persona aiuta a rafforzare la fedeltà all’azienda. Facilita notevolmente le opportunità di apprendimento e di mentoring, una motivazione primaria per la generazione Z. In parole povere, le connessioni digitali funzionano abbastanza bene, ma non sono all’altezza della sinergia e dello slancio della collaborazione con una persona in carne e ossa. La ricerca mi dà ragione. Gli studi hanno rilevato che interagire attraverso uno schermo rende i dipendenti meno propensi a generare idee. Quando si è in videoconferenza, lo schermo può rubare parte dell’attenzione (come quando ci si controlla i capelli durante una chiamata Zoom), il che restringe l’attenzione cognitiva. Inoltre, da un’analisi di 20 milioni di articoli di ricerca e 4 milioni di domande di brevetto è emerso che i team che lavorano di persona fanno più scoperte innovative di quelli che lavorano a distanza. Per le aziende, la capacità di innovare continuamente non è mai stata così critica. 

La Gen Z richiede adattamento – oggi

Alcuni leader si oppongono alle tendenze della Gen Z sul posto di lavoro, come il loro linguaggio rilassato e l’ossessione per il benessere. Ma la verità è che resistere ai loro valori è come combattere una valanga con una pala da neve: è inutile. I dipendenti della Gen Z supereranno i boomer sul posto di lavoro nel 2024 e costituiranno il 30% della forza lavoro entro il 2030. Quindi, per i leader che hanno a cuore la collaborazione e l’innovazione, è giunto il momento di prestare attenzione alla Gen Z e di capire come consentire loro di prosperare all’interno della vostra organizzazione.  

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com

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