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Mpox: ricordate il vaiolo delle scimmie? Cosa sta succedendo

È proprio il caso di dirlo: a volte ritornano. In questo caso parliamo di vaiolo delle scimmie o Mpox, infezione che conquistò l’onore delle cronache nel 2022, ma che da allora non è scomparsa. Anzi: a riaccendere i riflettori sulla malattia è stato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, al termine di una recente riunione del comitato di emergenza chiamato ad analizzare i rischi connessi all’epidemia partita nei mesi scorsi dalla Repubblica Democratica del Congo.

Vaiolo delle scimmie, ecco quanto vale il sommerso

Le due insidie

Per l’Oms il vaiolo delle scimmie “costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”, ha affermato il dottor Tedros. A preoccupare gli esperti internazionali sarebbero almeno due fattori.

Innanzitutto, le dimensioni dell’epidemia, che ha fatto registrare nella Repubblica Democratica del Congo oltre 14 mila casi e 524 decessi nella prima metà dell’anno, superando il bilancio 2023. Ma anche la rapida diffusione di un nuovo clade di vaiolo delle scimmie nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, il suo rilevamento nei Paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato la malattia, e il rischio di un’ulteriore diffusione in Africa e oltre.

Che rischio corriamo

Dopo la recente pandemia, questo tipo di segnalazione può suscitare non poco allarme. Ma che pericoli ci sono? “La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo, poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise”, ha assicurato Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute.
Il dicastero di Lungotevere Ripa ha attivato i canali operativi con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio “nell’eventualità di variazione dello scenario attuale. Contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale”. Se per il vaiolo delle scimmie non esiste ancora un vaccino specifico, contro la malattia è infatti efficace quello anti-vaiolo.
“La scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera. Inoltre – ha aggiunto Campitiello – è in corso la valutazione dell’istituzione di un tavolo interministeriale di concerto con il ministero degli Esteri, dell’Economia e delle finanze, degli Interni e dei Trasporti per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato”.

Cosa sappiamo sul virus

Per la seconda volta in due anni il 14 agosto 2024 è stata dichiarata un’”Emergenza di salute pubblica internazionale” (PHEIC – Public Emergency of International Concern) per l’Mpox, nuova denominazione del virus del vaiolo delle scimmie. Ebbene, proprio come suggerisce la prima denominazione, si tratta di una malattia virale causata dal virus del vaiolo delle scimmie (mpxv), un orthopoxvirus della stessa famiglia del vaiolo (poxviridae). Esistono due gruppi geneticamente distinti: il clade I, a sua volta distinguibile nei due sub-clade Ia e Ib, e il clade II, distinguibile nei due sub-clade IIa e IIb.

“Il virus – ricorda l’Istituto Superiore di sanità – è presente nella fauna selvatica, in particolare primati e piccoli roditori, in diversi Paesi dell’Africa centrale e occidentale. Il nome vaiolo delle scimmie, precedentemente atrribuitogli, deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. Il virus è stato rilevato per la prima volta nell’uomo nel 1970, nella Repubblica Democratica del Congo.

L’allarme del 2022

Due anni fa la rapida diffusione del Mpox clade IIb a livello globale, in Paesi in precedenza non affetti, con trasmissione interumana, prevalentemente per via sessuale, fu dichiarata emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, poi terminata nel maggio 2023.

La nuova epidemia

Dalla fine del 2023 è in corso nella Repubblica Democratica del Congo un’altra importante epidemia  recentemente allargatati ad altri Paesi africani.

Solo nell’ultimo mese sono stati riportati più di 100 casi confermati in laboratorio di Mpox clade 1b in  Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda. Si pensa inoltre che il numero reale di casi sia in realtà superiore.

I sintomi

​Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni (in genere da 6 a 13 giorni), la malattia è generalmente caratterizzata da: una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, intensa cefalea (generalizzata o frontale), linfoadenopatia (linfonodi ingrossati), mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza). La linfoadenopatia è una caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (per esempio la varicella);  un’eruzione cutanea che di solito si presenta entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso (coinvolto nel 95% dei casi) e poi diffondendosi ad altre parti del corpo.

L’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia. A differenza della varicella, le lesioni sono generalmente delle stesse dimensioni e nello stesso stadio maturativo per sito anatomico.

Quanto dura

L’Mpox è solitamente una malattia autolimitante e in genere dura da 2 a 4 settimane, ricorda l’Iss. Alcune persone possono sviluppare una malattia più grave e necessitare di ricovero ospedaliero. Le persone a più alto rischio includono i bambini, le donne in gravidanza e le persone con compromissione del sistema immunitario inclusa l’infezione da Hiv. 

La prognosi della malattia dipende da molteplici fattori inclusi lo stato di pregressa vaccinazione, lo stato di salute iniziale della persona, malattie concomitanti e comorbidità.

Come si contrae

La trasmissione umana può avvenire tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori) o i contatti sessuali. 

Il vaccino

Come abbiamo premesso, è possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione con il virus del vaiolo delle scimmie per la similitudine di quest’ultimo con il virus del vaiolo umano.

È attualmente disponibile un vaccino attenuato non replicativo (MVA-BN) ancora più sicuro rispetto a quello utilizzato durante la campagna di eradicazione del vaiolo umano, terminata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, efficace anche contro il virus del vaiolo delle scimmie. “Nell’attuale contesto epidemiologico – sottolineano gli esperti Iss –  non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. Al momento la vaccinazione è offerta ad alcune categorie di persone più a rischio.  L’Ecdc (il Centro europeo per il controllo delle malattie)  raccomanda ai viaggiatori in aree epidemiche di consultare il proprio medico o i centri di vaccinazioni internazionali/medicina dei viaggi in merito all’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie”.

Le raccomandazioni dell’Iss

· Utilizzare il preservativo in caso di rapporti sessuali con persone di cui non si conosce lo stato di salute; sebbene il preservativo non fornisca una protezione completa contro l’infezione da Mpox (in quanto il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto di altre aree del corpo), può ridurne la trasmissione attraverso lo sperma.

· Astenersi da contatti sessuali o di altro tipo con individui con infezione da Mpox possibile o nota e con persone con lesioni visibili o altri sintomi compatibili con Mpox.

· Non condividere posate o tazze con una persona affetta da Mpox.

· Non maneggiare o toccare la biancheria da letto, gli asciugamani o gli indumenti di una persona affetta da Mpox.

· Lavarsi bene le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con una persona o un animale affetto da Mpox. Se non sono disponibili acqua e sapone, utilizzare un disinfettante per le mani a base alcolica.

· Evitare contatti con animali selvatici.

· In caso di viaggio in zone endemiche o partecipazione ad eventi di massa, evitare i contatti con persone di cui non si conosce lo stato di salute e consultare il proprio medico curante prima di partire per valutare l’opportunità e l’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo.

· Per coloro che tornano da viaggi in zone endemiche, in caso di sintomi compatibili con Mpox effettuare quanto prima gli approfondimenti diagnostici.

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