GILEAD
Leadership Heade
Cerca
Close this search box.

Si può vendere un Banksy rubato?

Mentre i passanti di Londra ammiravano l’ultima opera di street art di Banksy, artista anonimo di fama mondiale, qualcuno aveva un piano.

Il graffito, noto come ‘Howling Wolf’ (cioè ‘Il lupo che ulula’) , raffigurava un lupo dipinto con vernice nera su un’antenna parabolica bianca, che fungeva da moderna controfigura della luna piena. Pochi minuti dopo, un ladro e due complici hanno scalato l’edificio con una scala e hanno staccato il satellite, rubando l’opera.

I video mostrano uno degli uomini correre per le strade del quartiere londinese di Peckham, portando via il suo bottino prezioso. Si tratta infatti di un oggetto per il quale i galleristi di tutto il mondo ucciderebbero. Ma un’opera d’arte rubata è, prima di tutto, rubata. “Come ogni cosa, vale quanto qualcuno è disposto a pagare per averla, ma offerta sul mercato nero non ha alcun valore intrinseco”, ha dichiarato Joe Syer, cofondatore della società di compravendita d’arte MyArtBroker ed esperto di Banksy.

I furti nel mondo dell’arte non sono certo un fenomeno nuovo. Nel 1990 sono state rubate 13 opere d’arte, tra cui due Rembrandt e un Vermeer, dall’Isabella Gardner Museum di Boston. Nel 1969 a Palermo, in Italia, un Caravaggio di 300 anni fa fu tagliato dalla sua cornice e fatto sparire (presumibilmente dalla mafia). Ma il furto di Banksy è unico per la sfacciataggine dei ladri e per il fatto che è stato immediatamente documentato. È una conseguenza sia dell’era degli smartphone, dove chiunque può registrare un crimine, sia della natura pubblica della street art di Banksy, che non è protetta da elaborati sistemi di sicurezza come le opere dei musei o delle gallerie.

Dato che il furto di ‘The Howling Wolf’  ha fatto notizia in tutto il mondo, è “certamente un’opera d’arte marchiata che nessun commerciante o gallerista rispettabile avvicinerebbe”, ha dichiarato Ben Cotton, direttore della HangUp Gallery di Londra, specializzata in opere di Banksy. Ciò rappresenta un problema per gli aspiranti ladri: come si fa a vendere un’opera d’arte costosa se nessuno la compra?

La risposta, in breve, è che non tutti i mercanti d’arte sono affidabili. Gli esperti intervistati da Fortune per questa storia, tra cui galleristi, avvocati specializzati e mercanti d’arte, hanno descritto scenari plausibili in cui intermediari di dubbia moralità potrebbero vendere opere rubate a parti interessate (tutti hanno precisato di non aver mai venduto o acquistato opere d’arte rubate).

“Immagino che una galleria che cerca di vendere un’opera rubata voglia prendere le distanze dal possederla in prima persona”, ha scritto Cotton in un’e-mail. Ma il commerciante o la galleria potrebbero fungere da intermediari, o in questo caso da ricettatori, per i beni rubati e pubblicizzarli ai potenziali acquirenti “come un’opportunità speciale di acquistare qualcosa per conto di un collezionista privato che sta cercando una ‘vendita discreta’”, ha detto Cotton. “È probabile che la galleria non faccia una pubblicità così ampia come nel caso di un’acquisizione legittima, rivolgendosi a una clientela più aperta”.

Vendute clandestinamente, queste opere del mercato nero avrebbero un prezzo di gran lunga inferiore a quello del mercato aperto. Cotton stima che un Banksy non certificato verrebbe venduto al 40% in meno rispetto a un’opera autenticata. Ray Waterhouse, un mercante d’arte della Fine Art Brokers, ritiene che varrebbe ancora meno, arrivando a “meno del 50% del valore normale”.

Tuttavia, è certo che alcuni lo fanno – e il bacino di potenziali acquirenti di opere d’arte rubate include un gran numero di personaggi ricchi non proprio raccomandabili, tra cui spacciatori, boss mafiosi e persino nazisti che hanno rubato innumerevoli opere d’arte in tutta Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Si dice che il Carravaggio rubato nel 1969 fosse appeso nella casa del boss mafioso Tano Badalamenti. Secondo un detective in pensione di Scotland Yard, i dipinti rubati all’Isabella Gardner Museum erano collegati al leggendario signore del crimine di Boston Whitey Bulger e spediti a una banda affiliata all’IRA in Irlanda.

“Si presume sempre che ci siano mercanti d’arte meno scrupolosi”, ha dichiarato Daniel Weiner, specialista in diritto dell’arte presso Hughes, Hubbard e Reed e membro della Court of Arbitration for Art, un organismo che risolve le controversie internazionali legate all’arte.

La scorsa settimana Banksy, che si ritiene sia un uomo di Bristol, in Inghilterra, aveva presentato una serie di nuove opere in tutta Londra, intitolate ‘London Zoo’, che raffiguravano animali in situazioni divertenti. Una cabina della polizia trasformata in una vasca per pesci, due elefanti dipinti su finestre sbarrate che allungano la proboscide l’uno verso l’altro e scimmie che si dondolano su un cavalcavia della metropolitana. ‘The Howling Wolf’ è diventato il pezzo più famoso dopo il suo furto quasi immediato. L’entourage di Banksy non ha risposto alle nostre richieste di commento.

Dopo il furto, i rappresentanti di Banksy hanno dichiarato alla BBC di non essere a conoscenza di dove si trovi attualmente la parabola. Quando un’opera d’arte viene rubata, il proprietario di solito presenta una denuncia all’Art Loss Registry, una società privata che compila un database di tutte le opere d’arte scomparse. L’Art Loss Registry non ha risposto alle nostre domande, quindi non sappiamo se effettivamente sia stata presentata o meno una denuncia per l’Howling Wolf.

C’è da dire poi che è difficile stabilire chi sia esattamente il proprietario delle opere di street art di Banksy. Per lo stesso artista, la risposta sarebbe probabilmente nessuno, perché le sue opere appartengono al pubblico, secondo Cotton. “Le opere di street art su muri, porte, insegne eccetera, come quelle viste nella recente serie London Zoo, sono destinate a essere apprezzate dal pubblico e non rimosse per un potenziale guadagno commerciale”, ha affermato.

Gran parte del fascino di Banksy risiede proprio nell’accessibilità della sua arte, sia fisica che intellettuale. “Non c’è bisogno di una laurea in storia dell’arte per capirlo”, ha detto Cotton. “Il pubblico risponde all’elemento Robin Hood di tutto questo. È un uomo non identificato che apparentemente mette a nudo tante verità del mondo, derubando i ricchi e dando ai poveri”.

Per mantenere pubblica la sua arte di strada, l’artista che si cela dietro il nome di Banksy raramente certifica le opere come ufficialmente sue, rendendole molto più difficili e meno redditizie da vendere. Per ovviare a questo fatto e ai dilaganti falsi che hanno iniziato a spuntare man mano che la sua fama cresceva, nel 2009 Banksy ha creato un proprio sistema di autenticazione. Chiamato in modo ironico Pest Control Office, rilascia certificati di autenticità per le opere di Banksy. Senza un certificato Pest Control, è abbastanza difficile vendere anche un Banksy ottenuto legalmente. “Dovreste essere molto scettici nei confronti di chiunque offra un Banksy in vendita e non sia in grado di fornire un certificato Pest Control”, ha dichiarato Syer. Pest Control non ha risposto alle numerose richieste di commento.

Solo perché non è certificato, non significa che non sia “vero”

Le opere di Banksy che vengono autorizzate per la vendita possono fruttare milioni. Un graffito che, nel periodo della pandemia, celebrava infermieri e medici è stato venduto per 23 milioni di dollari nel marzo 2021. Più tardi, nello stesso anno, l’opera di Banksy su una natura morta di Vincent Van Gogh è stata battuta 11,7 milioni di dollari a un’asta a New York. Il dipinto più costoso di Banksy è forse anche il più celebre. ‘Girl with Balloon’ è stato originariamente venduto per 1,4 milioni di dollari nel 2018 da Sotheby’s a Londra. Non appena la vendita è stata chiusa, un meccanismo nascosto nella cornice ha attivato un tritacarte che ha rovinato metà del dipinto. La trovata, una critica al vuoto consumismo del mondo dell’arte, non ha fatto altro che aumentare il clamore intorno alla figura di Banksy. Nel 2021 l’opera, ribattezzata ‘Love is in the Bin’, è stata rivenduta per 25 milioni di dollari.

La notorietà di ‘The Howling Wolf’ potrebbe renderla altrettanto attraente. “Ci sarà ancora un mercato per l’opera”, ha detto Cotton. “È un’autentica opera di Banksy, dopo tutto, che è già stata vista dai canali di informazione di tutto il mondo e che ora ha una grande storia alle spalle”.

Non è la prima volta che qualcuno cerca di rubare le opere di street art di Banksy. In tutta Europa e negli Stati Uniti improbabili ladri d’arte hanno cercato di impossessarsene. A giugno un uomo in Francia ha ricevuto una condanna a due anni di carcere con sospensione della pena per aver tentato di raschiare i graffiti di Banksy da un muro. A febbraio, la polizia di Londra ha arrestato due uomini per aver rubato un segnale di Stop che Banksy aveva contrassegnato con tre droni militari. A San Francisco, un presunto Banksy rubato nel 2013 e disegnato sulla porta di una cassetta di metallo è stato messo all’asta nel dicembre 2021 insieme a una collezione di NFT. Pest Control non ha mai confermato l’autenticità di quell’opera.

Ma c’è una distinzione tra un’opera certificata e un originale. “Solo perché non ha una certificazione Pest Control non significa che non sia autentica: semplicemente non era destinata alla vendita”, ha detto Cotton.
Banksy ha rivendicato l’opera ‘Howling Wolf’ sul suo profilo Instagram, ma probabilmente non la certificherà mai. “C’è un’enorme differenza nel valore reale delle opere autenticate: questa, una volta rimossa e immessa sul mercato, non avrebbe più valore”, ha detto Syer.

Ma anche le opere non certificate di Banksy, come la sua street art, restano il lavoro di quello che molti nel mondo dell’arte considerano un maestro. La sorte dei suoi lavori è oggetto di un dibattito a sé stante. Syer sostiene che dovrebbero essere mantenuti a tutti i costi. “Queste opere dovrebbero rimanere esattamente come e dove sono state trovate, per essere godute come erano state concepite”, ha detto.
Per Cotton, invece, la bellezza dell’arte di strada sta proprio nel fatto che viene conservata così raramente. “È un peccato che quando vengono prese così in fretta non possano essere godute, ma per sua natura la street art è effimera e fugace, quindi forse fa parte dell’esperienza”, ha detto.

Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com

Foto Jordan Pettitt – PA Images/Getty Images

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.