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Morbillo in Italia, gli ultimi dati e le indicazioni ai genitori

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Continuano a crescere i numeri del morbillo in Italia. Dal 1 gennaio a fine luglio, stando all’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità sono stati ben 807 i casi di morbillo, di cui 726 (90,0%) confermati in laboratorio, 24 probabili e 57 possibili. Cinquantacinque sono casi importati.

L’incidenza più elevata, sottolineano gli autori del report, è stata osservata nella fascia 0-4 anni (90,4 casi per milione). Ma cosa sta accadendo? “Guardando le curve di incidenza abbiamo un picco nei bambini di 0-4 anni e poi uno nei nei 15/49 anni”, riflette con Fortune Italia Massimo Ciccozzi, epidemiologo al Campus Bio-Medico di Roma.

L’analisi

“Ora il vaccino è obbligatorio in età scolare dai 5 anni in poi e quindi gli 0/4 anni non vaccinati  prendono il morbillo e lo portano a casa, dai fratelli e dai genitori. Ecco l’altra categoria dei soggetti da 15 a 49 anni. Insomma, è un problema di vaccino e spero anche chi non è d’accordo lo capisca leggendo i numeri: è importante parlare con chiarezza ai genitori dei nuovi nati e spiegare loro l’importanza di vaccinare per questa malattia. Oltretutto sono stati segnalati 38 casi in bambini con meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati, quindi dipendono dall’immunità di popolazione per essere protetti dal morbillo. Un’immunità che non abbiamo assolutamente in Italia”.

Il caso degli operatori sanitari

La vaccinazione contro morbillo parotite e rosolia paga il prezzo di un’antica fake news. “Preoccupano anche i casi tra operatori sanitari (55 nel 2024) e la trasmissione in ambito sanitario e nosocomiale – ricorda Ciccozzi – E questo anche in termini di complicanze, che si manifestano in oltre il 30% dei
casi: ecco, è bene ricordare che il morbillo può determinare gravi complicanze (polmonite in un caso su 20, encefalite in un caso su 1.000) e anche il decesso. Essendo il morbillo molto contagioso, con un Rt 18, sono necessarie coperture vaccinali elevatissime (≥95% per
due dosi di vaccino), per interromperne la trasmissione”, ricorda l’epidemiologo.

Le coperture vaccinali

“Gli ultimi dati disponibili sono relativi al 2022 e – puntualizza l’epidemiologo – indicano una copertura vaccinale, a 24 mesi, pari al 94,4% per la prima dose di vaccino e dell’85,1% per la seconda dose a 5-6 anni. Tuttavia, esistono variazioni tra le Regioni, con un range, per la prima dose, da
76,2% a 97,8%, e per la seconda dose a 5-6 anni, da 72,6% a 93,2%. I dati di sorveglianza suggeriscono, inoltre, la presenza di persone suscettibili nella popolazione
adolescente/adulta”.

L’occasione del Giubileo

Per Ciccozzi i dati parlano chiaro; ci dicono che “le attività prioritarie da mettere in atto sono, oltre a quelle rivolte ad aumentare la copertura vaccinale di routine nei bambini piccoli, anche quelle di fornire delle opportunità di vaccinazione contro il morbillo a gruppi di popolazioni suscettibili (non vaccinate o incompletamente vaccinate), inclusi adolescenti e adulti, ad esempio durante altre occasioni di contatto con il sistema sanitario e in occasione di viaggi”.

“Se pensiamo al Giubileo con milioni di persone in ingresso, secondo me è essenziale avere un sistema di monitoraggio di sorveglianza di alta qualità e un’adeguata capacità di sanità pubblica, per individuare tempestivamente i casi, confermarli in laboratorio e mettere in atto le misure di controllo idonee per prevenire la trasmissione dell’infezione. Anche sensibilizzando gli operatori
sanitari sull’importanza della diagnosi tempestiva dei casi e della segnalazione. Insomma, un Piano epidemico regionale e poi nazionale che operi durante il Giubile e monitori la situazione delle malattie infettive, morbillo incluso”.

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