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Malagò (Coni): “Olimpiadi 2024, Italia competitiva. La vittoria delle atlete”

Alla fine dei Giochi, è tempo di tirare le somme per lo sport italiano. Almeno una medaglia al giorno, un bottino di ori davvero pesante (12), una presenza femminile che ha lasciato il segno e un numero record di quarti posti. Ma, soprattutto, tanti giovanissimi campioni in discipline diverse, che fanno ben sperare per il futuro. “È stata una grande edizione sotto tanti punti di vista”. A tracciare il bilancio delle Olimpiadi 2024 con Fortune Italia è il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che alla vigilia delle competizioni ci aveva detto di essere “follemente ottimista”.

Olimpiadi di Parigi, Malagò (Coni): “Sono follemente ottimista”

Numeri che pesano

“A Parigi abbiamo vinto 40 medaglie, eguagliando il record di podi realizzato a Tokyo. Era il nostro obiettivo e ci siamo riusciti, migliorandolo in termini di qualità: due ori e tre argenti in più, oltre alla conferma di un ruolo da protagonisti nello scenario dello sport mondiale”, sottolinea Malagò.

“È stata una grande edizione sotto tanti punti di vista. Siamo passati da 67 a 79 atleti in finale, abbiamo vinto la singolare ‘classifica’ dei quarti posti, dato che sottolinea la bontà della spedizione in termini assoluti. Complessivamente i medagliati sono stati 80: una cosa di cui sono molto orgoglioso, perché certifica come il nostro Paese sia chiaramente competitivo in molteplici ambiti agonistici, forse come nessuno al mondo: 20 discipline sono salite sul podio“.

Il trionfo femminile

In un’edizione aperta con l’oro di Nicolò Martinenghi e chiusa dal successo sugli Stati Uniti della squadra di pallavolo femminile capitanata da Anna Danesi, spiccano i risultati delle tante, tantissime ragazze salite sul podio, dalla super Nadia Battocletti argento nei 10.000, alle regine del tennis Jasmine Paolini e Sara Errani.

“Le atlete hanno vinto in modo netto la personale competizione con gli uomini: 7 ori su 12. Ci sono tanti primati che impreziosiscono la valutazione, mi piace ricordare che abbiamo sfatato il tabù della medaglia mai vinta prima con la pallavolo femminile, che ci ha addirittura regalato il primo oro di sempre nella disciplina. Erano venti anni, tra l’altro, che non mettevamo in bacheca un successo olimpico a squadre”, calcola Malagò.

Le ombre

Non solo sorrisi, per la squadra azzurra e per lo stesso Malagò. Alla fine di un’edizione da record per l’Italia, caratterizzata però da non poche polemiche sportive – dall’igiene dell’acqua della Senna, alle scelte arbitrali, alle questioni di genere – il presidente del Coni in conferenza stampa non ha nascosto l’amarezza per le parole del ministro dello Sport Andrea Abodi sulla fine del ciclo ‘targato’ Malagò. Un intervento “fuori luogo” a pochi giorni dalla fine delle Olimpiadi, ha replicato il numero uno del Coni. “Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto”.

La telefonata

Di tutt’altro tenore la telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo il successo delle “strepitose” ragazze della pallavolo guidate da Julio Velasco: “Ero convinto che avremmo vinto l’oro”, ha detto Mattarella a Malagò. “Complimenti a lei e a tutta la squadra italiana. Vi aspetto al Quirinale”.

L’appuntamento per la consegna del Tricolore è per il 23 settembre. Dopodichè scatta il conto alla rovescia per Milano-Cortina. Il terzo mandato del presidente del Coni si chiude a maggio 2025, mentre i Giochi invernali inizieranno il 6 febbraio 2026. Ancora una volta tempus fugit.

Ma il ricordo dei volti sorridenti dei ragazzi e delle ragazze d’oro, d’argento e di bronzo, e dello squadrone delle medaglie di legno, dà la carica all’Italia dello sport e – si spera – alimenterà la passione di tanti giovanissimi che, magari, proprio ammirando questi campioni, dalla scherma, al nuoto, alla corsa, alla canoa, dal tennis fino alla ginnastica artistica, potranno decidere di cimentarsi in una disciplina che non avevano preso in considerazione. D’altronde l’abbiamo sentito nelle interviste: quella per lo sport è una passione che nasce da piccoli, richiede dedizione, tempo, impegno (e magari un pizzico di fortuna), ma può portare davvero sul tetto del mondo.

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