I dati sono preoccupanti per tutto il continente: in Europa quasi 40 milioni di persone, il 15% dei lavoratori, non può permettersi nemmeno una settimana di ferie. A dirlo è uno studio della Confederazione europea dei sindacati (CES). Andando oltre le percentuali, e guardando i numeri assoluti, si scopre che, di quei 40 milioni, più di 6 sono in Italia: siamo il Paese europeo con il maggior numero di lavoratori che non possono permettersi una vacanza.
Va notato che l’indagine del Ces è focalizzata sul 2021 e 2022, anni in cui la pandemia aveva ancora un peso importante sull’economia e naturalmente sulla possibilità di spostarsi. Ma si inserisce comunque in un trend più ampio, non necessariamente legato alle restrizioni da Covid. Soprattutto se si considera il dato europeo nel suo complesso.
Tra 2017 e 2018 le persone che non erano partite erano il 29%, molto di più del 15% di quest’anno. E già allora l’Italia era a ridosso del podio per percentuale di lavoratori rimasti a casa.
Italiani in vacanza, i dati
Il dato italiano, rispetto all’analisi relativa al 2021, è migliorato: siamo passati dal 19 al 17% rispetto alla popolazione totale, ma in termini di lavoratori che rimangono a casa abbiamo un vantaggio da 700mila persone sui tedeschi. Per la Germania però 5,3 milioni di persone corrispondono solo al 10% dei lavoratori. Inoltre in Italia il problema della povertà assoluta si è aggravato negli ultimi anni: secondo l’Istat è aumentata di quasi 3 punti percentuali, tra gli occupati, in neanche dieci anni. Un dato che peggiora per i lavoratori con reddito più basso.
Dal punto di vista del turismo i dati Youtrend analizzati per conto di Wonderful Italy mostrano buone prospettive per il 2024: secondo i sondaggi quest’anno andrà in vacanza all’estero il 21% degli intervistati – il focus non è solo sui lavoratori – dal 12% del 2022. Sulla scelta di rinunciare alle ferie estive pesano i problemi economici per il 13% degli intervistati, in calo rispetto al 2023, quando il 16% era rimasto a casa per ragioni economiche.
L’impennata dei prezzi
Secondo lo studio basato sui dati Eurostat, però, i dati peggioreranno quando si andrà ad analizzare il 2023, dato il calo del potere d’acquisto dovuto all’inflazione e la stretta sull’economia della Bce. Inoltre l’estate di quell’anno ha visto un aumento record dei prezzi: il costo medio di un pacchetto da quattro notti è passato a 3.000 euro, 600 in più rispetto al 2018.
Il resto d’Europa
Se si va a vedere le percentuali, i lavoratori più in difficoltà sono quelli di Romania e Cipro, mentre la situazione è particolarmente peggiorata da un anno all’altro soprattutto in Francia e Irlanda. In Europa, facendo le somme, il dato peggiora di due milioni di persone.
L’analisi esamina i dati sul reddito e sul tenore di vita dell’Unione Europea per le persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni nel 2021 e nel 2022 e, basandosi sui dati Eurostat, considera la capacità di permettersi una settimana di vacanza lontano da casa come un indicatore di difficoltà economica.
L’impatto della disuguaglianza
Secondo il segretario generale della Ces Esther Lynch “le cifre mostrano come il progresso sociale si stia invertendo a causa dell’aumento della disuguaglianza economica”.
Quella che era stata una delle conquiste più significative del secolo scorso – andare in vacanza – si sta indebolendo nonostante i prezzi di viaggi e soggiorni siano diventati più accessi. “Una vacanza non è un lusso, avere del tempo libero con la famiglia è la chiave per proteggere la salute fisica e mentale dei lavoratori e fornire esperienze preziose per i bambini”. Secondo il Ces i risultati mostrano la necessità che l’Ue e gli Stati membri garantiscano che una platea maggiore di lavoratori benefici della contrattazione collettiva: oltre a portare a uno stipendio più alto, dicono i sindacati, in media si hanno in questo modo due settimane di ferie in più ogni anno.
