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Anche gli sport olimpici meno noti appassionano grazie all’AI

Le Olimpiadi di Parigi saranno un banco di prova per Intel, il produttore di semiconduttori: si tratta infatti dei primi Giochi disputati dopo il boom dell’intelligenza artificiale generativa. Ma qual è il lavoro fatto da Intel?

Il gruppo ha utilizzato i “gemelli digitali”, che consentono di creare repliche dei vari stadi di Parigi per aiutare la pianificazione prima ancora dell’inizio del grande evento. Ha anche presentato una rete di riconoscimento dei talenti, che abbina i giovani atleti al loro sport olimpico ideale in base ad agilità, resistenza e potenza e dispone anche di uno showroom interattivo nell’arena dello Stade de France.

Ma un’innovazione che gli atleti professionisti di sport meno popolari potrebbero apprezzare è l’uso dell’intelligenza artificiale da parte di Intel per ottenere gli highlights. L’AI viene infatti usata per selezionare automaticamente i momenti più importanti di ogni gara da inviare alle emittenti per aiutarle a mettere insieme rapidamente un pacchetto di trasmissione. La tecnologia, per individuare i momenti chiave, si basa principalmente sui rumori del pubblico, ad esempio durante un tiro in porta nel calcio o nelle fasi finali delle gare di nuoto.

La tecnologia è simile a quella implementata da IBM a Wimbledon, dove i boati degli spettatori aiutano a riconoscere subito i passaggi più importanti, in modo che le emittenti possano scegliere i momenti migliori da una serie di filmati. Questo potrebbe aiutare i giocatori di rango inferiore, che si sfidano sul campo 17, ad esempio, a ottenere un maggiore riconoscimento per un punto vincente.

L’obiettivo dell’intelligenza artificiale alle Olimpiadi è simile, ma le condizioni sono molto più faticose: bisogna scavare tra decine di migliaia di ore di filmati, di 40 sport diversi. I suoi benefici, tuttavia, potrebbero essere maggiori per gli atleti di sport di basso profilo come il tennis da tavolo, l’arrampicata veloce e l’equitazione.

“Tradizionalmente, sia l’editing dei filmati e degli highlights, sia il loro consumo sulle diverse piattaforme, implicavano la possibilità di raggiungere solo un certo numero di sport”, ha dichiarato a Fortune Dermot Hargaden, presidente di Intel per l’area EMEA. 

“Ma ora, con l’attenzione che stanno ricevendo anche le discipline meno praticate, l’orizzonte si è allargato”. Non è una novità che gli sport meno noti ricevano una spinta ogni quattro anni, quando i loro atleti lottano per una medaglia. Anche nella fascia più popolare, nuotatori, atleti di atletica leggera e ginnasti godono di livelli di copertura di gran lunga superiori rispetto a ciò che avviene al di fuori delle Olimpiadi. Tuttavia, questo è sempre meno garantito.

Siccome negli ultimi anni le Olimpiadi hanno introdotto nel calendario sport più mainstream – come il golf – nel tentativo di mantenere la propria rilevanza, c’è il rischio che gli altri sport vengano messi da parte. Se a questo si aggiunge l’arrivo di nuove discipline (si pensi al debutto del Breaking a Parigi) la lotta per accaparrarsi gli spettatori diventa ancora più dura.

“Uno degli obiettivi che ci siamo posti con il CIO è stato quello di rendere accessibili alcuni degli sport meno popolari, che forse non hanno avuto lo stesso spazio di quelli che potremmo considerare gli eventi chiave”, ha aggiunto Hargaden.

“Non sappiamo se questo significhi che quello sport ne guadagnerà in popolarità o aumentarà il numero di spettatori. Lo vedremo con il tempo, ma questo era parte dell’intento”. Hargaden ha ribadito che l’obiettivo è quello di aumentare l’accessibilità piuttosto che spingere gli spettatori verso qualcosa in particolare.

Mentre si cerca di dare all’AI un’implementazione più ampia, molte aziende stanno ancora cercando di capire in che modo la tecnologia sarà utile per loro. Per Intel, dunque, i Giochi sono anche un’occasione per mostrare ai clienti come possono servirsi dell’intelligenza artificiale. Hargaden vede le soluzioni di Intel per le Olimpiadi come analoghe ai problemi quotidiani che le aziende devono affrontare in tutti i settori. ”Credo che questo sia trasferibile a qualsiasi azienda: sapere cosa si intende fare, sapere che non si tratta di una cosa sola. E poi si inizia ad avere davvero, davvero chiaro il caso d’uso e quale sia il beneficio che si sta cercando di ottenere”.

Nel frattempo, se l’intelligenza artificiale può aiutare a puntare i riflettori su atleti part-time in sport poco finanziati, l’incerta eredità olimpica di Parigi avrà almeno un altro benefattore.

Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com

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