Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti stringe su un divieto negli Usa per TikTok. In un documento presentato venerdì in tribunale viene dichiarato che consentire all’app di continuare a operare, allo stato attuale, potrebbe portare a manipolazioni degli elettori nelle elezioni.
Il documento è stato presentato in risposta a una causa legale intentata da TikTok per bloccare il divieto imposto dal governo. Il Dipartimento di Giustizia ha avvertito che l’algoritmo dell’app e i presunti legami della società madre ByteDance con il governo cinese potrebbero essere utilizzati per una campagna di “manipolazione segreta”.
“Tra le altre cose, consentirebbe a un governo straniero di interferire illecitamente con il nostro sistema politico e il nostro dibattito politico, comprese le nostre elezioni… se, ad esempio, il governo cinese ritenesse che l’esito di una particolare elezione americana sia sufficientemente importante per gli interessi cinesi”, si legge nel documento.
In base a una legge approvata in aprile, TikTok ha tempo fino a gennaio 2025 per trovare un nuovo proprietario o sarà bandita negli Stati Uniti.
L’azienda vuole far annullare quella legge, sostenendo che viola i diritti del Primo Emendamento. Il Dipartimento di Giustizia ha contestato queste affermazioni.
“La legge è rivolta a preoccupazioni per la sicurezza nazionale per la connessione di TikTok con una potenza straniera ostile, non a una qualsiasi soppressione di conversazioni protette”, hanno scritto i funzionari.
TikTok è stata una preoccupazione per il governo degli Stati Uniti negli ultimi cinque anni, dati i legami di ByteDance con la Cina. I critici temono che il governo cinese possa potenzialmente influenzare gli utenti tramite l’algoritmo dell’app e le enormi quantità di dati che raccoglie sugli utenti statunitensi.
L’algoritmo, hanno scritto i funzionari statunitensi, “può essere manipolato manualmente e la sua localizzazione in Cina permetterebbe al governo cinese di controllare segretamente l’algoritmo — e quindi di plasmare segretamente i contenuti che gli utenti americani ricevono”.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com
