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Meloni incontra Xi: “Cina fondamentale per stabilità e pace”

Meloni-Xi

Sarà un piano d’azione triennale, che valorizzerà “il lavoro già fatto” ma allo stesso tempo esplorerà “nuove forme di cooperazione mirando a un bilanciamento dei rapporti commerciali”. Il tutto mentre si riconosce il ruolo di primo piano della Cina nel panorama geopolitico. Giorgia Meloni annuncia così, nel lungo bilaterale di Pechino con il presidente cinese Xi Jinping, il post Via della Seta.

Dopo lo strappo del dicembre scorso, quando l’Italia aveva annullato l’intesa commerciale col Dragone – voluta da Giuseppe Conte nel 2019 – la premier rilancia.

Parlando di quello che è il secondo Paese più importante per l’Italia, a livello di rapporti commerciali, con un interscambio che nel 2023 si è attestato intorno ai 66 miliardi di euro, Meloni sottolinea: “Chiaramente la Cina per noi è un partner economico, commerciale, culturale di grande rilievo”. E ancora: “Questa visita cade in un doppio anniversario, da un lato i 20 anni del nostro partenariato strategico; dall’altro i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo che definisce l’antichità e la profondità dei nostri rapporti”.

Il punto sulla geopolitica

Un’ora e mezzo di incontro – il secondo in assoluto tra i due leader e il primo alla Diaoyutai State House, dove il presidente della Repubblica popolare cinese riceve gli ospiti stranieri – in cui non manca un passaggio sulla geopolitica. La premier parla infatti di “un’insicurezza crescente a livello internazionale”, con la Cina in grado di essere “un interlocutore importante per garantire pace e stabilità”. Toni diversi, più concilianti, rispetto a quelli del comunicato finale del G7 pugliese, che di fatto esprimeva un intento preciso: contenere Pechino. Non solo al livello commerciale, ma anche nei rapporti con la Russia, a cui il Dragone garantisce forniture militari. Conclusioni che allora, infatti , non erano piaciute ai cinesi, tanto da portare il ministro degli esteri Lin Jian a parlare di “arroganza, pregiudizi e bugie” all’interno delle dichiarazioni finali dei grandi della terra. Oggi però è un altro giorno.

Xi Jinping ha precisato che “sebbene l’attuale situazione mondiale continui ad evolversi profondamente, la volontà della Cina di valorizzare e sviluppare le relazioni con l’Italia non è cambiata, così come l’amicizia tra i due popoli”. Al centro del colloquio, dunque, anche i temi prioritari dell’agenda internazionale, dalla guerra in Ucraina ai rischi di un ulteriore aggravamento della situazione in Medio Oriente, fino alle crescenti tensioni nell’Indo-Pacifico.

Il Global Times, giornale del Partito comunista cinese, va oltre: sottolinea che il viaggio è visto anche come un’occasione per prepararsi allo “scenario peggiore”. Secondo la lettura di Pechino l’arrivo di un nuovo presidente negli Stati Uniti con le elezioni di novembre potrebbe mettere a repentaglio gli stessi legami diplomatici e commerciali tra Washington e l’Europa. Dalla prospettiva cinese è necessario un rafforzamento dell’unità all’interno dell’Ue per evitare possibili “tattiche divisive” di Donald Trump e – sottolinea la testata cinese – il contestuale potenziamento della cooperazione con il Dragone.

Le rassicurazioni di Xi

Il presidente cinese non ha mancato poi di rassicurare l’Italia: “La Cina accoglie con favore le aziende italiane che investono qui ed è disposta a importare più prodotti italiani di alta qualità”. Un impegno necessario, se si considera che il nostro Paese importa da Pechino molto più di quello che esporta (l’anno scorso, l’import superava i 47 miliardi di euro, mentre l’export si fermava a 19).

Serviva insomma ridefinire il ruolo dell’Italia e mettere i giusti paletti. “Il tentativo è quello di creare rapporti che siano il più possibile equilibrati, per cui occorre ragionare insieme su come garantire un interscambio libero: abbiamo bisogno che rimanga stabile il sistema di regole nel quale ci muoviamo”, ha sottolineato la premier. Regole, ha concluso Meloni, che sono continuamente messe in discussione dalle nuove tecnologie, prima fra tutte l’intelligenza artificiale, un settore in cui la Cina è leader mondiale. 

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