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Dengue, Oropouche e West Nile: che cosa sta succedendo ai virus

zanzare dengue

Nell’estate 2024 si moltiplicano gli allarmi legati a virus un tempo esotici. Mentre il Brasile conferma i primi decessi al mondo per febbre Oropouche, Dengue e West Nile preoccupano gli esperti anche in Italia. Ma che cosa sta succedendo?

“Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti e significative per la salute pubblica a livello globale. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), avrà un impatto notevole sulla salute umana, con stime che indicano un eccesso di mortalità pari a circa 250.000 decessi all’anno tra il 2030 e il 2050. Sempre l’Oms ritiene che l’impatto economico dei problemi di salute legati al cambiamento climatico raggiunga i 2-4 miliardi di dollari per il 2030. Insomma, quello che stiamo vedendo è strettamente legato al cambiamento climatico“. Parola di Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.

“Le alterazioni climatiche stanno modificando gli habitat dei vettori come le zanzare, aumentando il rischio di trasmissione di malattie. Temperature più elevate e cambiamenti nei modelli di precipitazione possono ampliare le aree geografiche in cui questi vettori possono sopravvivere e prosperare. Un Osservatorio ad hoc – riflette l’esperto – potrebbe fornire dati critici per prevedere le aree a rischio e per implementare misure di controllo dei vettori più efficaci”.

I viaggi

La mobilità umana “è un fattore chiave nella diffusione delle malattie infettive. L’intensificazione dei viaggi e del commercio globale aumenta il rischio di introduzione di patogeni in nuove aree. Un Osservatorio per le malattie infettive potrebbe tracciare i movimenti della popolazione e identificare rapidamente i focolai, attivando misure di contenimento prima che possano diffondersi ulteriormente”, sottolinea ancora a Fortune Italia Ciccozzi.

Con l’aiuto dell’epidemiologo, facciamo allora il punto su febbre Oropouche, Dengue e West Nile virus.

La febbre Oropouche tra Brasile e Italia

Il ministero della Salute del Paese ha segnalato la morte di 2 donne sotto i 30 anni, residenti nello stato nord-orientale di Bahia. “Presentavano segni e sintomi simili alla febbre Dengue grave”, spiega il ministero nella nota. Le due sono diventate così le prime vittime dell’infezione virale, finita sotto i riflettori anche in Italia dove sono stati segnalati quest’anno 4 contagi, tutti di importazione (viaggiatori rientrati da Paesi proprio di quest’area in cui circola il virus).

“L’emergenza Oropouche in Brasile ha sollevato gravi preoccupazioni per la salute pubblica. Il virus, sebbene non trasmissibile da uomo a uomo, ha già causato i primi due casi fatali e questto mette in luce la necessità di un’azione immediata e coordinata – afferma Ciccozzi – La nostra popolazione è particolarmente suscettibile a nuovi patogeni emergenti a causa di vari fattori come la mobilità umana e le alterazioni climatiche, che facilitano la diffusione delle malattie”.

West Nile virus, la prima vittima

Quanto al virus West Nile, “i dati dell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, con 7 nuovi casi in una settimana, per un totale di 13 da inizio stagione e il primo decesso notificato di quest’anno, evidenziano una problematica che sta diventando sempre più importante, considerando che la circolazione interessa ben sei regioni d’Italia” puntualizza Ciccozzi.

E questo “specie alla luce della presenza del vettore che trasmette l’infezione, una zanzara ormai autoctona nel nostro Paese. Ma anche del fatto che siamo in una fase iniziale, con numeri destinati a salire. E del pericolo crescente di Dengue“, continua l’epidemiologo.

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L’aumento dei casi di Dengue

“Sono 283 i casi di infezione confermata da virus Dengue segnalati all’Iss dall’inizio dell’anno all’8 luglio. Tutti – precisa Ciccozzi – sono legati a viaggi all’estero (la maggior parte in Brasile e alle Maldive) e, in seguito, notificati in Italia. Ebbene, nel primo semestre 2024 il numero di casi confermati da virus Dengue è aumentato di oltre 5 volte rispetto allo stesso periodo del 2023. Ma la buona notizia e che non abbiamo ancora casi autoctoni; quella meno buona è che c’è un’esigenza di sorveglianza per queste malattie trasmesse dalle zanzare, e su questo fronte ancora siamo poco pronti”.

Insomma, per Ciccozzi in Italia siamo in una fase iniziale, “con numeri destinati a salire. E considerato il pericolo crescente di Dengue, c’è un’esigenza di sorveglianza per queste malattie trasmesse dalle zanzare”.

Cosa manca

Rafforzare la sorveglianza “è una necessità che diventa sempre più stringente – continua lo specialista – Inoltre per responsabilizzare i cittadini affinché facciano la propria parte, la ‘minaccia arbovirosi’ va anche comunicata, pur con le dovute cautele per evitare allarmismi. Insomma, i rischi sono potenziali, ma ci sono e vanno illustrati in modo chiaro. Quanto alla Chikungunya – aggiunge l’epidemiologo – la situazione è invece estremamente favorevole”.

Le zoonosi e l’Osservatorio

Insomma, “l’emergenza legata alla febbre Oropouche in Brasile evidenzia l’urgenza di rafforzare la vigilanza sanitaria attraverso l’istituzione di un Osservatorio per le malattie infettive. Tale struttura non solo migliorerebbe la nostra capacità di rispondere rapidamente ai patogeni emergenti, ma contribuirebbe anche a proteggere la salute pubblica, affrontando in modo proattivo le minacce poste dalla mobilità umana e dai cambiamenti climatici. Insomma, in questo contesto l’istituzione di un osservatorio per le malattie infettive diventa essenziale: permetterebbe di identificare rapidamente i patogeni emergenti, monitorare i trend e sviluppare strategie di risposta tempestive”. La sorveglianza potenziata “deve includere non solo il monitoraggio epidemiologico, ma anche la ricerca sulle dinamiche di trasmissione e la valutazione dell’impatto delle variabili ambientali sul comportamento dei vettori”, scandisce l’esperto.

Intanto in Brasile, come riporta Adnkronos Salute, le autorità stanno indagando anche su un altro caso sospetto di morte da febbre Oropouche (nello stato meridionale di Santa Catarina), nonché su 6 possibili casi di trasmissione verticale (da madre a figlio) in gravidanza, casi che hanno portato a due morti fetali. Finora non c’era alcun rapporto nella letteratura scientifica mondiale sul verificarsi di decessi per questa malattia, che solo nel Paese sudamericano quest’anno conta 7.236 casi censiti.

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