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Alzheimer: semaforo rosso in Ue per il farmaco lecanemab

Alzheimer

Tempi duri per le aziende al lavoro su nuove terapie contro l’Alzheimer. Il Comitato di esperti dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha infatti ‘bocciato’ una nuova terapia che era molto attesa nel Vecchio Continente. Il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell’ente regolatorio Ue (Chmp), ha invece raccomandato di non concedere l’autorizzazione all’immissione in commercio per Leqembi* (lecanemab). A comunicarlo è stata la stessa Ema, nel resoconto dell’ultima riunione del Chmp, tenutasi dal 22-25 luglio.

Un incontro che ha visto la raccomandazione all’immissione in commercion di 14 nuovi farmaci e un’unica bocciatura: lecanemab, appunto. Il Comitato ha ritenuto che l’effetto del medicinale sul ritardo del declino cognitivo non controbilanci “il rischio di eventi collaterali gravi associati al medicinale, in particolare il frequente verificarsi di anomalie nell’imaging correlate all’amiloide (Aria), che comportano gonfiore e potenziali sanguinamenti nel cervello dei pazienti che hanno ricevuto” il medicinale, si legge nella nota.

Il nuovo farmaco, sviluppato da Biogen e Eisai, era stato approvato negli Stati Uniti. La bocciatura europea “non sorprende particolarmente perché, in generale, la comunità scientifica è ancora molto divisa sugli effettivi benefici di questi farmaci nel ritardare il declino cognitivo nella malattia a fronte di noti effetti collaterali anche di una certa entità, per cui il giudizio emesso dall’ente regolatorio non lascia particolarmente sorpresi”, spiega all’Adnkronos Salute Rosa Liperoti, geriatra dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma.

“Siamo in un’epoca in cui le cose stanno cambiando molto rapidamente – ha aggiunto Liperoti – quindi ogni farmaco in grado in qualche modo di deviare la traiettoria della malattia, la sua storia naturale, rappresenta comunque un segno di innovazione e di progresso nella direzione di comprendere i meccanismi della patologia e trovare le cure”.

L’Ema, spiega Liperoti, “si dovrà pronunciare adesso, dopo la bocciatura di qualche anno fa anche di un’altra molecola (aducanumab), su un terzo farmaco (donanemab) che appartiene comunque alla stessa famiglia di agenti farmacologici che riescono a interferire con l’amiloide, la proteina anomala che si deposita nel cervello dei malati di Alzheimer. Quindi attendiamo ora questo ulteriore giudizio”, conclude la geriatra.

Mentre il numero di pazienti con Alzheimer è destinato ad aumentare, la ricerca di soluzioni per fermare il ladro dei ricordi non deve fermarsi.

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