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Annegamento: i rischi per i bambini e le strategie per proteggerli

nuoto bambina

Si moltiplicano in questi giorni d’estate le notizie di incidenti in laghi, fiumi e spiagge italiane. Ebbene, ogni anno in Italia circa 400 persone perdono la vita per annegamento. Di queste, circa 40 (il 10%) sono minori. A sottolinearlo sono i medici dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove solo negli ultimi 10 anni sono arrivati circa 80 fra bambini e ragazzi vittime di incidenti di balneazione. 

Ecco allora che, in occasione della Giornata Mondiale della Prevenzione dell’Annegamento, gli specialisti fanno il punto sul fenomeno, suggerendo le strategie per contrastarlo, perchè “sorveglianza, prevenzione e rispetto delle regole sono i 3 fattori più importanti per evitare pericolosi incidenti” in acqua, come sottolinea Sebastian Cristaldi, responsabile del Dea II Livello della struttura del Gianicolo.

I numeri

Il bilancio è di quelli che fanno male: in 10 anni in Italia sono morte 3.760 persone per annegamento, 429 erano bambini e ragazzi (dati Istat). Solo nel Lazio la media di decessi per annegamento è stata di 16 casi l’anno. E in tutto il centro Italia sono morti 55 minori tra il 2012 e il 2021. Pensiamo che la maggioranza dei bambini non sa nuotare bene.

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Non solo, stando al rapporto pubblicato dall’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno in Italia si registrano 800 ospedalizzazioni per annegamento, circa 60.000 salvataggi (solo sulle spiagge) e più di 600.000 interventi di prevenzione da parte dei bagnini.

Questione anche di età

Nei primi 3 anni di vita un bambino può trovarsi in difficoltà anche in pochi cm d’acqua, come quelli di una vasca da bagno o di una piccola piscina gonfiabile. Almeno fino a 5-6 anni di vita, al mare o in piscina, deve esserci sempre la presenza del genitore in acqua. Anche i bambini più grandi non debbono comunque essere persi di vista perché possono essere trascinati sott’acqua da un’onda o da una risacca.

Cosa fare

La prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di annegamento di bambini e ragazzi: bisogna quindi eliminare gli accessi in acqua non controllati, attraverso il corretto utilizzo di barriere fisiche. Vanno tenute chiuse le porte e i cancelli che portano direttamente al mare o in piscina. Laddove non siano presenti, vanno installate le barriere che impediscano l’accesso ai bambini non accompagnati.

Bisogna sempre coprire la piscina con l’apposito telo nei periodi dell’anno in cui non viene utilizzata. Controllare la temperatura dell’acqua è un altro aspetto della di prevenzione: l’acqua del mare e della piscina non deve essere troppo fredda poiché può causare episodi di vasocostrizione e aumentare il rischio di malori o mancamenti.

Importante poi è l’uso di braccioli e ciambelle che aiutino i bambini a restare a galla. Ma anche far prendere familiarità con l’acqua ai bambini fin dai 6 mesi di vita di modo che possano iniziare corsi di nuoto già a partire dai 2-3 anni. “La forma di prevenzione più efficace quando si parla di bambini resta comunque la sorveglianza – puntualizza Cristaldi – che non vuol dire solo non perdere mai d’occhio i bambini quando sono vicini o dentro l’acqua. Vuol dire anche stargli vicini in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di imprevisti”.

Occhio ai segnali

“Non si può fare il bagno ovunque ci sia l’acqua. Ci sono delle regole indicate da apposite segnaletiche che vietano la balneazione in determinati posti. Queste limitazioni sono state fatte per una questione di sicurezza. E vanno rispettate. Anche dagli adulti”, raccomanda il medico.

Come intervenire

Se si verifica un episodio di annegamento, è fondamentale intervenire con prontezza, lanciando in acqua qualsiasi oggetto galleggiante a cui il bambino possa aggrapparsi. Il soccorso in acqua va fatto da abili nuotatori, perché diversamente si metterebbe in pericolo anche la loro vita.

Una volta che si è riusciti a portare il bambino a riva, se le sue condizioni generali sono buone, il piccolo può essere messo in posizione seduta e invitato a tossire. Se invece ha segni di asfissia, bisogna chiedere aiuto a qualcuno in grado di liberargli prontamente le vie respiratorie da qualunque cosa possa ostruirle (vomito, sabbia o alghe), effettuando anche, se necessario, la respirazione bocca a bocca.

Se il bambino non si riprende, è privo di coscienza, non respira o non si riesce a sentirne il polso, bisogna immediatamente chiedere l’intervento di persone professionalmente qualificate e in grado di praticare le necessarie manovre di rianimazione cardiopolmonare, concludono gli specialisti del Bambino Gesù.

Uno spot per parlare ai genitori

C’è poi chi punta sulla sensibilizzazione. Ferruccio Alessandria, presidente di Assopiscine ricorda la campagna (promossa da Assopiscine e Educazione Acquatica) che punta a ridurre gli incidenti in acqua. Lo spot, con protegonisti volti noti dello sport come Federica Brignone, campionessa di sci, Gianluca Zambrotta, ex campione del mondo di calcio, Nicola Brischigiaro, recordman mondiale di apnea, mostra come imparare a nuotare sia fondamentale per la sicurezza dei bambini.

Ecco il decalogo di Assopiscine per ridurre il rischio di annegamento:

  1. Sorveglianza costante: Non lasciare mai i bambini da soli, neanche per pochi istanti, vicino a specchi d’acqua, sia in casa che all’aperto.
  2. Recintare le piscine: Installare recinzioni a 4 lati con cancello auto-chiudente e auto-bloccante.
  3. Coprire le piscine: Quando non in uso, coprire le piscine con teli appositi.
  4. Svuotare le vasche da bagno: Dopo l’utilizzo, svuotare sempre le vasche da bagno, le piccole piscine gonfiabili, i serbatoi e le bacinelle.
  5. Rimuovere i giocattoli: Togliere i giocattoli dalla vasca o dalla piscina dopo l’uso per evitare che i bambini cerchino di recuperarli.
  6. Utilizzare le cuffie: Far indossare ai bambini la cuffia, soprattutto se hanno i capelli lunghi, per evitare che si impiglino nei bocchettoni di aspirazione delle piscine.
  7. Braccioli e ciambelle: Usare braccioli e ciambelle per aiutare i bambini a restare a galla.
  8. Corsi di nuoto: Iscrivere i bambini a corsi di nuoto e acquaticità fin da piccoli.
  9. Rispettare le regole: Non fare il bagno in zone vietate o dove non ci sono bagnini.
  10. In caso di annegamento: Intervenire tempestivamente, lanciare un oggetto galleggiante e chiamare i soccorsi.
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