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Amazon, sequestro da 121 mln di euro per frode fiscale. “Sfruttati i lavoratori”

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Maxi sequestro da oltre 121 mln di euro per Amazon. La Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla procura di Milano nei confronti della filiale italiana del colosso Usa dell’e-commerce e della logistica.

Le indagini sulla filiale italiana Amazon Italia Transport riguardano la somministrazione illecita di manodopera. Si ipotizza “una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti”.

L’ultimo miglio

Le indagini si concentrano in particolare sui trasporti dell’ultimo miglio, cioè dal magazzino alla destinazione scelta dal cliente.

Secondo i pm Paolo Storari e Valentina Mondovì “la condotta posta in essere da Amazon Italia Transport”, la srl che si occupa delle consegne dell”ultimo miglio per il colosso dell’e-commerce, “dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario”.

Nelle indagini su Amazon il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano con la collaborazione del settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate, ha ricostruito una ‘filiera della manodopera’ nella quale “è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società ‘serbatoio’), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” si evidenzia nella nota della procura.

Sono in corso diverse perquisizioni nelle province di Milano e Torino con contestuale notifica, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti, in relazione ai presunti illeciti commessi dai dirigenti Amazon, a favore di quest’ultima. Oltre alla società con sede a Milano risultano indagate tre persone firmatarie, nel corso degli anni, delle dichiarazioni dal 2017 al 2022.

“Rispettiamo tutte le leggi e le normative vigenti in ogni paese in cui operiamo e richiediamo che le aziende che lavorano con noi facciano lo stesso. Abbiamo definito standard elevati sia per noi che per i nostri fornitori, e abbiamo un Codice di Condotta che i fornitori devono rispettare per poter lavorare con noi. Continueremo a collaborare prontamente con le autorità competenti nel corso dell’indagine”, ha commentato l’azienda.

Un software per organizzare le consegne

I pm ravvisano, come in una precedente inchiesta, una frode fiscale: chi fa la consegna ‘finale’ è diretto da un software gestionale che organizza il lavoro dei singoli corrieri, ma risulta alle dipendenze di cooperative serbatoi di manodopera con presunti vantaggi economici per Amazon. L’urgenza del sequestro è dettata dal fatto che “il meccanismo fraudolento è tutt’ora in atto, con rilevantissime perdite per l’erario e situazioni di sfruttamento lavorativo che perdurano, a tutto vantaggio di Amazon Italia Transport srl” si legge nel decreto.

Inoltre, nel provvedimento si specifica che ad oggi la srl Amazon Transport “non risulta avere adottato alcun presidio né alcuna diversa modalità di gestione finalizzata ad interrompere gli effetti illeciti del meccanismo fraudolento, che la vede direttamente coinvolta nel preminente ruolo di soggetto committente e diretto beneficiario sia delle prestazioni svolte in suo favore dai singoli lavoratori, sia degli indebiti ed ingenti indebiti vantaggi patrimoniali conseguiti in danno dell’erario”.

Come funziona la piattaforma Amazon

Per la procura le singole società affidatarie del servizio di consegna “non dispongono nello svolgimento dell’attività di alcun potere discrezionale, in quanto i lavoratori non possono che interloquire costantemente solo con il dispositivo informatico loro in uso, dotato di un software gestionale di proprietà Amazon, con cui sono impartite le concrete direttive operative per effettuare l’attività di consegna, delineando i modi concreti di esercizio della stessa”.

Software e dispositivi elettronici, “messi a disposizione da Amazon, sono studiati e impostati al fine di massimizzare la produttività e raggiungere la maggior quantità possibile di passaggi, non lasciando all’appaltatore – o comunque all’affidatario del servizio di consegna di ultimo miglio – alcuna discrezionalità operativa, residuando per esso unicamente poteri accessori, quali l’assegnazione di ruoli, l’organizzazione dei turni, il pagamento delle retribuzioni”.

Nel complesso sistema di società ‘serbatoio’ o ‘filtro’, per la procura “emerge un sistema piramidale con all’apice Amazon Italia Transport srl”, facente parte del gruppo Amazon, in cui si sarebbe avvantaggiata, “attraverso prezzi di prestazioni di servizio praticati dai suoi fornitori frutto degli indebiti vantaggi fiscali perseguiti”.

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