GILEAD
Leadership Heade
Poste Italiane

Caso Yara, il genetista e i dubbi della serie Netflix: “Il Dna era di Bossetti”

Quello di Yara Gambirasio è stato un delitto che ha scosso l’Italia, per la giovane età della vittima – appena 13 anni – e per le modalità delle indagini, che hanno coinvolto tutta la comunità del luogo, sottoponendo al test del Dna quasi 26mila persone. Ora la docuserie in onda su Netflix ha riacceso i riflettori sulla vicenda, conclusasi – lo ricordiamo – con la condanna definitiva all’ergastolo per Massimo Bossetti. “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio”, sembra riaprirne parecchi, di dubbi.

Fortune Italia prova a chiarirli con l’aiuto di Emiliano Giardina, associato di Genetica all’Università di Roma Tor Vergata, all’epoca consulente tecnico della Procura di Bergamo. Si tratta del genetista che ha identificato nel figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni Ignoto 1, ovvero il presunto killer di Yara. “Il Dna rilevato era di Bossetti“, assicura lo specialista.

Emiliano Giardina, associato di Genetica all’Università di Roma Tor Vergata.

Il Dna in passato è stato utilizzato per scagionare presunti assassini, che elementi arrivano dalle informazioni genetiche nel caso di Yara?

La prima applicazione al mondo dell’analisi del Dna in ambito forense è servita per evitare un’ingiusta condanna, scagionando l’indagato. In abito giudiziario è uno strumento affidabile ed utilizzato in tutto il mondo. È un elemento di prova formidabile, tuttavia ricordiamo che l’analisi del Dna non attribuisce responsabilità, bensì consente di stabilire la presenza di persone in determinati luoghi o contesti. Tale presenza può divenire una responsabilità in base all’esito di riscontri investigativi.
Nel caso di Yara, i carabinieri del Ris di Parma hanno isolato sui suoi indumenti intimi una traccia che conteneva con certezza il Dna della ragazza e quello di Massimo Bossetti.

Quali sono le differenze fra accertamenti ripetibili e irripetibili?

Gli accertamenti ripetibili sono quelli che possono essere ripetuti più volte nel tempo. Gli accertamenti irripetibili possono essere eseguiti una sola volta. L’analisi del Dna in ambito penale è generalmente un accertamento irripetibile, perché la traccia stessa viene utilizzata e consumata per estrapolare il profilo genetico. Non è pertanto inusuale che gli accertamenti del Dna siano irripetibili.

Può spiegarci in che modo le analisi hanno permesso di ricostruire la genealogia dell’aggressore? In questo caso, infatti, avevate prima il profilo genetico e poi si è arrivati all’indagato…

Normalmente gli inquirenti dispongono di un sospettato e l’analisi del Dna serve per dimostrare la presenza o l’assenza del Dna del sospettato sui reperti sequestrati (vestiti, armi da fuoco, oggetti). La particolarità del caso di Yara risiede, invece, nel fatto che prima è stato estrapolato il Dna e poi si è andati alla ricerca di chi lo avesse lasciato. Le investigazioni tradizionali hanno portato all’attenzione un soggetto che aveva caratteristiche genetiche molto simili, ma non identiche a quelle di Ignoto 1. Attraverso elaborazioni biostatistiche è stata formulata l’ipotesi del figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, ricostruendo l’albero genealogico di Ignoto 1. Tale ipotesi era esatta.

Vuole parlarci della questione dei kit scaduti: che peso hanno avuto?

È evidente che in laboratorio non si dovrebbero usare kit scaduti. Detto questo, è importante però considerare che il protocollo analitico stabilito dalla comunità scientifica internazionale, per estrapolare un profilo genetico, contiene dei controlli tecnici che certificano la correttezza e l’efficienza degli esperimenti. Se è giusto osservare che i reagenti scaduti non dovrebbero essere utilizzati, è anche corretto affermare che un profilo genetico di uno specifico individuo non si può generare per caso come conseguenza dell’utilizzo di kit scaduti. In sintesi, utilizzare un reagente scaduto che comunque superi i controlli di qualità non inficia il risultato analitico ma genera, nell’opinione pubblica, equivoci e dubbi che ne minano la credibilità.

Qual è l’importanza del Dna mitocondriale?

Questa analisi in ambito forense non consente di identificare gli individui o di attribuire loro tracce biologiche, caratteristica esclusiva del Dna nucleare. Il Dna mitocondriale viene utilizzato per determinare relazioni di parentela o per ricerche popolazionistiche. Nel caso di Yara si è utilizzato anche quest’approccio per risalire alla famiglia di origine di Ignoto 1. L’attribuzione di Ignoto 1 ad uno specifico soggetto, invece, poteva avvenire esclusivamente utilizzando il Dna nucleare.

Si è detto che la traccia con il Dna di Ignoto 1 non contenesse il Dna mitocondriale di Massimo Bossetti, ma solo quello nucleare: è possibile?

Ogni cellula del corpo umano ha due tipi di Dna: uno nucleare e uno mitocondriale. Il Dna nucleare si trova nel nucleo della cellula, che è presente in un solo esemplare per cellula. Il Dna mitocondriale invece si trova nei mitocondri, piccoli organelli che possono essere presenti in quantità variabile, da zero a decine per ogni cellula. Ogni nucleo ha una singola molecola di Dna nucleare, mentre ogni mitocondrio può contenere più copie di Dna mitocondriale.

Le diverse cellule del nostro corpo hanno sempre un solo nucleo, ma il numero di mitocondri può variare. Questo significa che, quando mescoliamo diversi tipi di cellule, il rapporto tra il Dna nucleare e quello mitocondriale cambia a seconda del tipo di cellule coinvolte. Nel caso specifico della traccia di cui parliamo, non possiamo sapere con esattezza quali cellule di Bossetti e Yara siano presenti. Di conseguenza, non possiamo prevedere con precisione il rapporto tra Dna nucleare e mitocondriale. Per questo motivo, non c’è nulla di anomalo nei risultati che suggerisca che la prova non possa essere utilizzata.

È vero che il Dna rilevato era di Bossetti?

Certamente sì.

A suo parere, bastava il Dna per una condanna?

In un processo penale lo scienziato, in questo caso il genetista, non ha il compito di giudicare la colpevolezza di un individuo. Egli deve rispondere in scienza e coscienza a specifici quesiti tecnici che gli vengono richiesti dal giudice. La traccia estrapolata dal Ris di Parma contiene senza dubbio il Dna di Massimo Bossetti. Qui finisce il compito dello scienziato.

Come valuta la serie?

Non sono un esperto per poter giudicare la qualità del prodotto. Personalmente, ho trovato difficoltà a seguire la cronologia degli eventi in alcuni punti. Probabilmente si poteva rappresentare la sequenza dei fatti con maggiore chiarezza, anche se forse non era l’obiettivo principale della serie. Inoltre, avrei evitato un riferimento eccessivo alle vicende familiari di Massimo Bossetti. Pur riconoscendo la loro rilevanza dal punto di vista investigativo, queste vicende toccano profondamente aspetti emotivi di una famiglia già colpita da una tragedia.

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.