Le compagnie aeree stanno finalmente iniziando a riprendersi da una forza lavoro ridotta a causa del blocco dei viaggi causato da Covid-19, ma non sono ancora al sicuro, ha avvertito David Neeleman, founder di JetBlue e Ceo di Breeze Airways. Ci sono molti piloti desiderosi di lavorare, ma non molti vogliono il titolo impegnativo di “capitano”, scegliendo invece di mantenere la posizione di primo ufficiale, meno stressante.
“La paga del primo ufficiale è aumentata così tanto che molte di queste persone non vogliono passare al grado di capitano perché questo influisce sulla loro qualità di vita”, ha detto Neeleman durante la conferenza Brainstorm Tech di Fortune, mercoledì. I piloti che guadagnano 200mila dollari come primi ufficiali a Miami non sono disposti a barattare il loro stipendio o il loro stile di vita con un posto di capitano da 350.000 dollari a Newark, ha spiegato. Sebbene entrambi pilotino fisicamente l’aeromobile, il ruolo di primo ufficiale richiede meno addestramento e meno certificazioni rispetto ai capitani.
In effetti, l’anno scorso 7mila piloti di American Airlines hanno rifiutato la promozione a capitano e il tasso di rifiuto è raddoppiato negli ultimi sette anni, ha dichiarato a Reuters Dennis Tajer, sindacato dei piloti di American. Lo scorso luglio, United aveva 987 posti di capitano vacanti che non sono stati occupati per un anno, e le posizioni occupate erano già sbilanciate. La compagnia aerea aveva 5.900 capitani e 7.500 primi ufficiali.
Pilotare aerei commerciali richiede molti sforzi ai piloti. Gli orari sono imprevedibili e lunghi, e i piloti sono spesso separati dalle loro famiglie per lunghi periodi di tempo. Lo snervante processo di decollo e atterraggio richiede anche un tributo fisico, aumentando la frequenza cardiaca e i livelli di stress che, nel tempo, possono portare a una mancanza cronica di sonno, ansia e depressione.
L’Amministrazione federale dell’aviazione ha implementato norme per mitigare il burnout fisico e mentale, tra cui l’aumento delle risorse per la salute mentale, la limitazione delle ore di volo dei piloti e l’obbligo di periodi di riposo. Secondo il presidente del National Transportation Safety Board, Jennifer Homendy, i piloti non denunciano spesso le crisi mentali per paura di perdere la licenza di volo. “Dovrebbe essere possibile rivolgersi a un professionista pur potendo mantenere il proprio lavoro”, ha dichiarato. “E di solito, almeno per i piloti, o si vola o si viene respinti”.
Durante la pandemia, che ha interrotto i viaggi e sconvolto il settore, i livelli di stress sono aumentati. Dopo che la pandemia ha ridotto la domanda di viaggi, le compagnie aeree hanno tagliato i voli, licenziato o messo in cassa integrazione migliaia di piloti o li hanno spinti ad andare in pensione con l’offerta di generosi benefit. Ma quando la domanda di viaggi è tornata a crescere, le compagnie aeree si sono ritrovate con 8.000 piloti in meno.
Neeleman, la cui startup Breeze è stata lanciata nel 2021 nel pieno delle difficoltà del settore, è perfettamente consapevole dell’impatto della carenza di piloti sull’efficienza e la funzionalità di una compagnia aerea. La carenza di piloti significava che c’erano pochi sostituti per i capitani malati e ciò si traduceva in migliaia di cancellazioni di voli, lasciando le compagnie aeree alla disperata ricerca di manodopera. Tuttavia, c’era un’opportunità per i piloti esauriti. Chi era sindacalizzato aveva improvvisamente la possibilità di chiedere forti aumenti di stipendio e vantaggi per chi aveva un’anzianità di servizio.
Se da un lato l’elevata retribuzione dei capitani ha risolto una parte dei problemi delle compagnie aeree, dall’altro ne ha creato un altro, in quanto i primi ufficiali, che percepiscono ancora stipendi a sei cifre, non sono convinti che cambiare posto in cabina di pilotaggio valga lo stress.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com
