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Ursula Bis? Un’operazione di establishment. L’unico collante è il potere

Ursula von der Leyen

L’Europa ha scelto la continuità. Con la rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea e la riconferma di Roberta Metsola al vertice del Parlamento, si può dire che le larghe intese in salsa bruxellese hanno funzionato. Ora toccherà osservare se le alchimie partitiche, che hanno consacrato il rinnovo della promessa d’amore tra popolari e socialisti, porteranno a un cambiamento nelle “policies”, cioè nelle politiche concrete. Del resto, se così non fosse, vorrebbe dire che il voto dei cittadini europei è rimasto, di fatto, inascoltato.

Rispondendo in conferenza stampa dopo la rielezione, Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Noi abbiamo lavorato per una maggioranza democratica, per un centro pro-Ue. E alla fine mi ha sostenuto”. L’asse con popolari, socialisti e liberali, l’architrave della passata legislatura, resterà tale per i prossimi cinque anni, dunque, sebbene il vento nell’opinione pubblica europea sia cambiato da tempo. Chi si è tenuto fuori da questa Santa Alleanza, Conservatori ed Fdi in testa, ha ritenuto poco convincente un programma sbilanciato sui temi green e con compagni di viaggio estranei alle battaglie della destra. Per i Patrioti, terzo gruppo all’Europarlamento, è valsa la logica del “cordone sanitario”. L’auspicio, a giochi fatti, è che la presidente von der Leyen sia in grado di dare una sterzata all’Europa per porsi in connessione con le priorità e gli interessi dei cittadini europei. Se così non fosse, sarebbe una battaglia persa per l’Europa, il cui destino va ben oltre quello dei protagonisti di oggi e di ieri.

Una seria analisi di quanto accaduto non può prescindere dai risultati del voto dell’8 e 9 giugno: il Ppe, centrodestra, si è confermato primo partito, seguito dai socialisti. L’affermazione elettorale delle destre, più o meno moderate, più o meno sovraniste, ha fatto sì che i Patrioti, il neo gruppo con Marine Le Pen, Orban e Salvini dentro, sia oggi il terzo gruppo per dimensioni, seguito dai Conservatori europei, guidati da Giorgia Meloni, unica leader di governo a essere uscita più forte dal voto popolare (e non più debole, come nei casi di Scholz e Macron).

Che i cittadini votino e poi i partiti si regolino un po’ come vogliono, è qualcosa di abbastanza frequente nelle democrazie contemporanee, pensate all’Italia e agli esecutivi che si sono alternati dal 2011 al 2022, eppure in Europa l’evaporazione delle identità politiche, che diventano come impalpabili, ha allargato la distanza tra cittadini e istituzioni. L’astensione record è un monito: se il voto è ininfluente, perché dovrei recarmi a votare? I socialisti, con i liberali di Renew, hanno confermato il loro sostegno a due donne di centrodestra, von der Leyen e Metsola, a riprova che il potere è un collante formidabile.

Nel suo discorso odierno in plenaria a Strasburgo, von der Leyen, 65 anni, ha ribadito la centralità del Green Deal, annunciando l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive del 90 percento entro il 2040, e un impegno rinnovato con il Clean Industrial Deal per “investire di più e insieme” nelle tecnologie pulite e strategiche. Ha poi annunciato un nuovo fondo europeo per la competitività, insieme a un inedito impegno sul fronte della difesa con la nomina di un Commissario ad hoc. Altra novità, il Commissario al Mediterraneo, nel quadro di un piano più ampio volto a contrastare l’immigrazione illegale e a mitigare i cosiddetti “push factor” che spingono ad abbandonare la terra di provenienza per tentare la fortuna in Europa. Non è mancato un cenno all’agricoltura, oggetto di proteste e tensioni sociali negli scorsi mesi: “Dobbiamo consentire agli agricoltori di lavorare la loro terra senza eccessiva burocrazia, sostenere le aziende agricole a conduzione familiare e premiare gli agricoltori che lavorano con la natura”. Un misto di chiaroscuri che soltanto nei prossimi mesi, con la dura legge dei fatti, sapranno svelare i contorni e le ricadute di un’operazione di establishment. Sorprendersi sarebbe bellissimo.

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