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Bce, tassi fermi nel giorno del bis di von der Leyen. Prossimo taglio a settembre?

Dopo lo storico taglio di giugno, il primo da otto anni e l’unico dall’inizio della politica di rialzi inaugurata nel 2022 per combattere l’inflazione, la Bce guidata da Christine Lagarde ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi, che restano al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%.

La decisione è arrivata nelle stesse ore del voto all’Europarlamento per il bis di Ursula von der Leyen, confermata presidente della Commissione europea con 401 voti.

Quando arriverà un nuovo taglio dei tassi? Lagarde ha detto che su un possibile nuovo taglio dei tassi a settembre “siamo completamente aperti”.

La decisione della Bce

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Le nuove informazioni confermano sostanzialmente la valutazione precedente del Consiglio direttivo circa le prospettive di inflazione a medio termine”, scrive l’Eurotower, convinta che nonostante “alcune misure dell’inflazione di fondo siano aumentate lievemente a maggio a causa di fattori una tantum, per la maggior parte sono rimaste stabili o sono diminuite leggermente a giugno. In linea con le aspettative, l’impatto inflazionistico dell’elevata crescita salariale è stato assorbito dai profitti. La politica monetaria mantiene restrittive le condizioni di finanziamento”.

Inflazione ancora troppo alta

Intanto, però, “le pressioni interne sui prezzi restano alte, l’inflazione dei servizi è elevata ed è probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”, mentre l’obiettivo è quello di riportarla al 2% a medio termine. Per questo la Bce “manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine”. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Bce, a quando il prossimo taglio?

Già da giugno i mercati prevedevano che un altro taglio da parte di Francoforte sarebbe arrivato non a luglio, ma in autunno. I mercati scommettono già sulla fine dell’estate, a settembre, ma l’Eurotower come al solito continua a ripetere che qualsiasi decisione sarà guidata dai dati.

L’obiettivo dei banchieri centrali è quello di prendere tempo, prevedeva prima della pubblicazione delle decisioni Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, “per valutare l’andamento delle principali variabili macro prima di procedere a un altro taglio dei tassi di interesse”.

Secondo Martina Daga di Acomea Sgr “gli ultimi dati supportano l’outlook presentato gli scorsi meeting, ovvero il fatto che in Eurozona il processo di disinflazione stia procedendo, ma lentamente e che la strada potrebbe essere irregolare”.

L’impatto sui mutui

La decisione di giugno, secondo Facile.it, ha provocato un calo medio per i mutui variabili italiani di 18 euro. Secondo i futures sugli Euribor, nei prossimi 12 mesi le rate di un mutuo medio variabile potrebbero scendere di circa 60 euro.

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