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Caldo in Italia: le città dei record e chi va in ufficio col maglione

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Il super caldo attanaglia il nostro Paese. E il bollettino del ministero della Salute non lascia illusioni. Nei primi due giorni di questa settimana l’allerta sarà da bollino rosso in 12 città: Ancona, Bologna, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Trieste e Viterbo. Il 17 luglio, poi, le città ‘in rosso’ passeranno a 13 con l’aggiunta di Palermo.

E, mentre la colonnina di mercurio sale, il clima (o meglio il climatizzatore) in casa e in ufficio rischia di diventare motivo di scontro. Aria condizionata sì o no? E sarà vero che le donne sono più sensibili al freddo (e, per questo, spesso chiedono di spegnere il condizionatore)? Se, anche nel nostro Paese, c’è chi ormai si ritrova ad andare in ufficio col maglione, la scienza ci aiuta a capire il perchè.

Cosa significa il bollino rosso

Ma torniamo per un attimo al bollino rosso: il livello 3 di allerta, come ricorda Adnkronos Salute, indica “condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive, e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche”. Queste fasce, più fragili, sono invece quelle interessate dal livello di allerta 2, il bollino arancione, che contrassegna Palermo oggi e domani, Torino domani, Bolzano domani e mercoledì, Bari mercoledì.

Insomma, l’estate è più che iniziata e il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato sul territorio nazionale, con una temperatura di 1,47 gradi superiore alla media storica. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativa ai primi sei mesi dell’anno sul territorio nazionale, dove la colonnina di mercurio minaccia di superare i 40 gradi mettendo a rischio soprattutto le persone più fragili. Se da Coldiretti invitano a vestirsi con abiti leggeri chiari di cotone o in altre fibre naturali, fare docce tiepide, stare in luoghi ombreggiati, ma soprattutto difendersi con un’alimentazione con acqua e cibi rinfrescanti come frutta e verdura di stagione, ricche di potassio, calcio e ferro, questo è anche il periodo in cui si scatenano i conflitti per l’aria condizionata.

In ufficio col maglione

La tendenza a regolare l’aria condizionata su temperature polari costringe infatti molti dipendenti, in particolare le donne, a sostituire gonne, pantaloncini e sandali con maglioni, sciarpe e calzini pelosi. Un fenomeno che ha prodotto una serie infinita di video divertenti su TikTok, ma che rischia di impattare anche sulla produttività (e sul consumo di antinfiammatori o spray per il mal di gola).

“Se le persone non si sentono a proprio agio, non riusciranno a dare il meglio di sé”, avverte Thomas Chang, economista aziendale presso la University of Southern California, in un approfondimento su questo tema, sul ‘National Geographic’. “Sembra tanto ovvio al punto da essere stupido, ma è così”.

Ebbene, il lavoro di Chang ha dimostrato che le donne tendono a sentirsi più a loro agio a temperature più calde rispetto agli uomini. E non si tratta solo di ufficio. Sia a casa che al lavoro, gli studi hanno dimostrato che le donne sono più sensibili al freddo.

Cosa dice la scienza

Questo, tra l’altro, perché, in media, bruciano meno calorie a riposo rispetto agli uomini, il che genera meno calore interno. Ma c’è di più. Uno studio pubblicato su Pnas in aprile ha rilevato che le dimensioni e la composizione corporea di una persona sono più importanti del genere nel determinare la sensibilità al freddo.

Come altri animali a sangue caldo, gli esseri umani investono molta energia per mantenere la propria temperatura corporea a un livello adeguato. Molte specie cambiano il loro comportamento per adattarsi agli sbalzi termici. Ma per gli esseri umani, proprio come nel caso di altezza e forma corporea, a variare molto è la determinazione della temperatura ideale. Alcune persone si sentono a proprio agio indossando pantaloncini e sandali anche in inverno, altre hanno invariabilmente freddo senza cappello e maglione. Le nostre preferenze però sono direttamente correlate a quante energie bruciamo a riposo.

Il caldo interiore

Insomma, le persone con più massa muscolare e un corpo dalle dimensioni maggiori, tendono a bruciare più calorie a riposo rispetto agli individui più piccoli. E se da un lato il grasso funge da isolante, può impedire al calore interno di raggiungere mani e piedi. Di conseguenza, le preferenze in fatto di temperatura possono essere in qualche modo legate al genere, afferma Boris Kingma, scienziato dell’Istituto olandese di tecnologia applicata. Ma le cose non sono proprio così semplici.

Non solo: un team di scienziati dei National Institutes of Heath Usa ha scoperto che ciò che conta di più nel determinare la temperatura ideale per una persona è l’interazione tra il tasso metabolico, la superficie corporea e la percentuale di grasso. Ecco come spiegare, in questi giorni di super caldo, perchè vogliamo evitare temperature polari in ufficio.

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