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Vaccini, Burioni: “Sicuri e fondamentali”

Negli ultimi giorni si è discusso molto della proposta leghista, avanzata dal senatore Claudio Borghi, di abolire l’obbligo vaccinale per i minori di 16 anni. L’emendamento, che secondo alcune anticipazioni potrebbe essere giudicato inammissibile per estraneità di materia in Senato, prevede lo stop all’obbligatorietà di 12 vaccinazioni pediatriche (tra cui quelle anti morbillo, rosolia e varicella) per tornare di fatto alla situazione precedente la legge Lorenzin. Borghi ha comunque assicurato che andrà avanti con l’iniziativa, che vorrebbe le vaccinazioni non più obbligatorie ma solo “raccomandate”. Secondo il virologo Roberto Burioni dovremmo iniziare a discutere seriamente sul perché, nel nostro Paese, tante persone non hanno fiducia nei vaccini che sono – senza ombra di dubbio – “sicuri e fondamentali”.

Professore, cosa ne pensa della proposta sull’obbligo vaccinale di cui si è parlato tanto negli ultimi giorni?

Innanzitutto penso che si debbano distinguere due prospettive: una politica, l’altra scientifica. Mi spiego con un esempio. Il casco salva il 40% delle persone che morirebbero in un incidente motociclistico se non lo portassero. Ciò significa che è uno strumento efficace. Nonostante questo non è obbligatorio in molti Stati Usa. Politicamente si può dire di essere a favore o contro un obbligo del genere, perché questa è un’opinione. Non si può dire però che il casco non funzioni. Lo stesso vale per i vaccini: non si può mettere in discussione la loro efficacia basandosi su mere opinioni. Si tratta di strumenti sicuri e fondamentali e quindi è giusto che siano obbligatori: lo dicono dati scientifici indiscutibili.

Anche perché, a differenza del casco, i vaccini non proteggono solo chi li fa ma tutti…

Esattamente. La gran parte dei vaccini pediatrici di cui si parla nella proposta impediscono, con grande efficacia, la trasmissione dei virus e quindi delle malattie. Se il 95% dei bambini venissero vaccinati contro il morbillo, noi raggiungeremmo quella che si dice ‘immunità di gregge’, per cui il virus non potrebbe più circolare. Al contrario, se ci fermiamo all’80%, il virus continuerebbe a circolare: chi si vaccina sarebbe comunque protetto, ma chi non può farlo – come i pazienti malati di leucemia o chi deve affrontare terapie immunosoppressive – rischi di ammalarsi. È vero poi che in molti paesi non esiste l’obbligo vaccinale, ma perché non è necessario: senza andare per forza in Nord Europa, penso al Messico ad esempio, che ha raggiunto l’immunità di gregge contro il morbillo. 

Quindi la legge Lorenzin è necessaria?

L’Italia, quando è stata approvata la Lorenzin, nel 2017, aveva una copertura contro il morbillo che era inferiore a quella di molti paesi africani in via di sviluppo. Infatti l’anno dopo abbiamo avuto un’epidemia, che ha causato diversi morti. La legge ha funzionato molto bene e infatti è stata presa come esempio da un Paese come Francia. La domanda che dobbiamo porci quindi è: perché molti italiani non hanno fiducia nei vaccini? Centinaia di migliaia di persone sopra i 50 anni hanno rifiutato il vaccino contro il Covid, mettendo concretamente a rischio la loro vita in nome di una superstizione. Secondo altri studi, il 50% di chi vaccina i propri figli è comunque preoccupato che i piccoli possano in seguito sviluppare l’autismo, quando è noto che non esiste una correlazione tra le due cose. Forse il governo dovrebbe intervenire su questo.

I contagi da Covid stanno aumentando a causa delle nuove varianti, cosa pensa accadrà quest’estate?

Il Covid è diventato una malattia con la quale dovremo convivere. Fortunatamente la maggior parte delle persone sono immuni perché si sono vaccinate o hanno contratto il virus. Il vaccino è sicuro, ma purtroppo non garantisce l’immunità a lungo termine. Le persone particolarmente vulnerabili devono stare attente. Adesso dobbiamo capire se con l’avvicinarsi dell’inverso servirà un richiamo. 

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