Una missione impossibile. Trasformare un semplice liquore da osteria in un fine pasto pregiato ed esportato in tutto il mondo. Una sfida vinta da Benito Nonino nel lontano 1973, scomparso oggi all’età di 90 anni. Uno delle tante storie di imprese familiari di successo che hanno fatto grande l’Italia nel mondo, contribuendo ad arricchire la cultura enogastronomica del Belpaese.
Per la verità, una storia d’amore. Nonino e sua moglie Giannola hanno fatto diventare la piccola azienda di famiglia che produceva “sgnapa” a Percoto, una piccola frazione di Udine, in un marchio noto in tutto il mondo, considerata dagli appassionati la “grappa più buona al mondo”. Era il 1973 e, fin da piccolo nella distilleria di famiglia, creò la prima grappa “Monovitigno Picolit”.
Con il tempo e la crescita del marchio a livello internazionale, Benito e Giannola hanno inoltre dato vita all’omonimo Premio Nonino, un riconoscimento in ambito culturale, letterario ed enogastronomico, che ha come scopo dichiarato “la valorizzazione della civiltà contadina”.
Insomma, una grande storia all’ “italiana” che incomincia dal Nord, più precisamente da quelle grappe e acquaviti ottenute da materie prime fresche, distillate con metodo artigianale dalla famiglia Nonino nei propri alambicchi a vapore.
La Grappa viene ricavata dalla distillazione di una materia prima solida: la vinaccia, ovvero le bucce dell’uva dopo che questa è stata spremuta per fare il vino, poi fermentata.
Nello specifico, la fermentazione è il processo con il quale una sostanza organica viene trasformata in alcol da microrganismi unicellulari: i lieviti, mentre la distillazione è un procedimento fisico che permette di separare le parti volatili di un fermentato scaldandolo per permettere ai vapori alcolici di evaporare insieme agli aromi. In questo modo, la quantità d’alcol si concentra, ottenendo con il raffreddamento un liquido ad elevata gradazione alcolica.
I Nonino da sempre imbottigliano grappe e acquaviti ottenute da materie prime fresche, distillate al 100% con metodo artigianale, immediatamente dopo la fermentazione.
E così, oggi se ne va un grande uomo, un signore che ha dedicato la sua vita a deliziare i palati dei più raffinati rendendo la grappa, da un liquore per pochi appassionati, ad un pregiato fine pasto conosciuto in tutto il mondo.