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Ironia, se l’AI batte l’uomo (e fa tremare i comici)

AI risata

Una risata (artificiale) ci seppellirà? Dagli Stati Uniti arriva una notizia interessante, ma anche sconcertante, che riaccende gli interrogativi sull’impatto dell’AI sul lavoro. Fino a poco tempo fa, infatti, si pensava che alcune professioni particolarmente creative sarebbero state ‘protette’ dalla minaccia di ChatGPT e simili. Ebbene, una ricerca della University Of Southern California rivela che le battute generate dall’AI sono addirittura più divertenti di quelle create dalle persone in carne e ossa.

Non solo: come si legge su ‘Plos One’, l’intelligenza artificiale è capace di produrre battute al livello dei professionisti dell’ironia, surclassando (o almeno affiancando) i titoli di un quotidiano satirico. Insomma, l’avvento dell’AI rischia di minacciare anche i posti di lavoro nel settore dell’intrattenimento.

La disfatta dell’uomo

Il lavoro ha confrontato le battute di una serie di volontari con quelle prodotte da ChatGPT 3.5, analizzando le reazioni del pubblico umano (naturalmente inconsapevole su chi fosse l’autore). Obiettivo, capire se l’AI può superare in astuzia gli umani suscitando una risata, come ha affermato Drew Gorenz, dottorando in psicologia sociale presso l’USC Dornsife College of Letters, Arts and Sciences.

“Poiché ChatGPT non è in grado di provare emozioni, ma racconta nuove barzellette meglio di un essere umano medio, questi studi dimostrano che non è necessario provare emozioni per produrre una buona battuta”, ha detto Gorenz .

Se guardiamo ai risultati, quella che emerge è una vera e propria disfatta. Nel complesso, infatti, quasi il 70% dei partecipanti ha valutato le battute generate da ChatGPT come più divertenti di quelle degli esseri umani. Poco più del 25% dei partecipanti ha dato un giudizio opposto e solo il 5% ha giudicato le ‘creazioni’ umane e quelle dell’AI altrettanto divertenti.

Ma che succede quando ChatGPT si trova a sfidare un professionista? Questa volta il team ha chiesto all’intelligenza artificiale di sviluppare nuovi titoli nello stile del quotidiano satirico ‘The Onion’. Dopodichè duecento persone hanno dovuto giudicare gli originali e le versioni di ChatGPT. Ebbene, il risultato è stato un pareggio.

Tra scienza e risate

A dare a Gorenz l’idea dello studio è stato il dibattito nel mondo dell’intrattenimento sulle preoccupazioni degli scrittori – ma anche degli attori – sull’impatto dell’AI. La questione è stata amplificata dai recenti scioperi di scrittori e attori di Hollywood, preoccupati dalla minaccia rappresentata da questa tecnologia per le rispettive professioni, ma anche per l’arte e la creatività umana.

Gorenz, scienziato ma anche cabarettista dilettante, ha lavorato con Norbert Schwarz, co-direttore del Dornsife Mind and Society Center dell’USC ed esperto di giudizio dei consumatori dell’USC Marshall School of Business.

Tirando le somme, le implicazioni della ricerca sono migliori “per le persone che vogliono semplicemente arricchire le proprie comunicazioni quotidiane con una piccola dose di umorismo”, hanno scritto gli scienziati. “Quanto agli scrittori di commedie, i nostri risultati suggeriscono che l’AI può rappresentare una seria minaccia per l’occupazione”, hanno concluso Schwarz e Gorenz. Non ci resta che attendere, per capire se questa volta sarà l’AI a ridere per ultima.

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