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Il falso mito dell’infelicità sul lavoro: 9 americani su 10 soddisfatti

Il falso mito dell’infelicità sul lavoro: 9 americani su 10 soddisfatti

Nel discorso pubblico, oggi, si privilegiano sensazionalismo e cinismo sull’America rispetto ad analisi misurate e all’accuratezza dei fatti. Un’indagine sui lavoratori statunitensi,  pubblicata di recente, offre uno sguardo sulla realtà basato sui dati che può essere motivo di festeggiamenti. I risultati dell’indagine ‘2024 Work in America‘ sfidano la narrazione pervasiva di una diffusa insoddisfazione e disimpegno dei dipendenti, rivelando invece che la forza lavoro americana è in gran parte soddisfatta e impegnata, con alti livelli di appagamento in molte dimensioni della vita lavorativa.

Uno dei risultati principali dell’indagine, condotta da Harris Poll per l’American Psychological Association, è che il 92% dei lavoratori si dichiara soddisfatto dei rapporti con i colleghi e l’88% dei rapporti con i dirigenti e i supervisori. Questo è indice di dinamiche sane e interazioni positive nella maggior parte degli ambienti di lavoro.

L’uomo è un essere sociale. Ha un bisogno innato di formare e mantenere relazioni positive. Più si soddisfa questo bisogno, più se ne guadagna in salute, fisica e mentale. Nei contesti lavorativi, relazioni positive con colleghi e supervisori non portano solo a una maggiore felicità, ma anche a un aumento della creatività, della cooperazione e della produttività. In un momento in cui la società è sempre più preoccupata per la solitudine, la sfiducia sociale e la polarizzazione politica, è incoraggiante che gli americani siano positivi riguardo alle loro relazioni lavorative.

Naturalmente, non siamo solo una specie sociale, ma anche esistenziale. Così come abbiamo una forte motivazione a trovare e mantenere relazioni interpersonali, abbiamo una spinta altrettanto potente a percepire la nostra vita come piena di significato. In effetti, questi due bisogni sono collegati. Ci sentiamo più importanti quando facciamo la differenza nella vita degli altri. E, come l’appartenenza sociale, il significato che diamo alla nostra vita gioca un ruolo centrale nel nostro benessere. Quando le persone hanno una forte motivazione, sono meno vulnerabili e soggette a problemi di salute mentale, come depressione, ansia o dipendenze. Inoltre, tendono a essere più sane fisicamente e a raggiungere i propri obiettivi con maggiore successo.

Il significato non è solo una sensazione, ma una risorsa psicologica di autoregolazione e motivazione. Le persone che credono che la loro vita abbia un significato sono più spinte a prendersi cura di sé, a migliorare le proprie condizioni e a contribuire in modo produttivo alla società.

Sebbene le persone coltivino uno scopo in molte aree della vita al di fuori di quella lavorativa, avere un lavoro ha molti vantaggi sia per i dipendenti che per i titolari.
Un altro dato fondamentale emerso dallo studio è che l’86% dei lavoratori americani ritiene che il proprio lavoro abbia un impatto positivo sulla società e il 93% è orgoglioso di ciò che fa. Ciò suggerisce che il mondo del lavoro, in America, è uno spazio positivo per la salute esistenziale. La ricerca rileva infatti che i dipendenti hanno maggiori probabilità di trarre significato dal loro lavoro quando percepiscono che esso ha un impatto positivo sulla società.

Naturalmente, le persone hanno relazioni importanti e modi per darsi significato al di fuori della loro vita professione, il che evidenzia la necessità di un equilibrio tra lavoro e vita privata. Ci sono buone notizie anche su questo fronte. Circa l’89% dei lavoratori è soddisfatto dei propri orari di lavoro. Tuttavia, nonostante questo alto livello di soddisfazione, il 33% dei lavoratori ha dichiarato di non avere abbastanza flessibilità per bilanciare in modo ottimale la propria vita lavorativa e personale. Ciò suggerisce che c’è spazio per un miglioramento, anche se la maggior parte dei professionisti ha raggiunto un sano equilibrio. L’elevata soddisfazione generale per gli orari offre ai datori di lavoro una solida base da cui partire per esplorare nuovi modi di promuovere l’armonia tra professione e vita privata.

Questi risultati rivelano che, per molti versi, gli americani vivono bene, ma non implicano che le persone non si lamentino del proprio lavoro. È normale e prevedibile che anche il lavoro più appagante comporti alcune emozioni ed esperienze negative. Dopo tutto, molte delle attività più gratificanti della vita, come l’educazione dei figli, l’esercizio fisico o la padronanza di una nuova abilità, sono caratterizzate da un mix di sentimenti positivi e negativi.

Le sfide, le frustrazioni e le battute d’arresto sono spesso parte integrante del processo di crescita e di realizzazione. È quindi naturale che anche il lavoro possa essere talvolta difficile o sgradevole.

Ciò che è degno di nota, tuttavia, è che nonostante queste inevitabili sfide, la stragrande maggioranza dei lavoratori americani – quasi 9 su 10 – valuta positivamente ciò che fa, sulla base di diversi fattori. Questo testimonia la resilienza, l’adattabilità e la mentalità positiva della forza lavoro americana, nonché gli sforzi dei datori di creare un ambiente favorevole e coinvolgente. La ricerca funge da potente contrappunto alla narrazione dominante di una diffusa infelicità sul posto di lavoro, che sembra essere invece un’area in cui molte cose vanno bene nella vita degli americani. Dovremmo dare più spesso buone notizie come questa: non per alimentare l’autocompiacimento, ma per ispirare speranza e spingerci sulla via del miglioramento continuo.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Fortune.com

Foto Getty Images

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